Adozioni all’estero? Fenomeno in crescita, ma la Sicilia è indietro - QdS

Adozioni all’estero? Fenomeno in crescita, ma la Sicilia è indietro

Fabrizio Margiotta

Adozioni all’estero? Fenomeno in crescita, ma la Sicilia è indietro

martedì 18 Marzo 2014

Al 21 gennaio 2014 le richieste provenienti dall’Isola sono il 5% del totale, quelle lombarde il 20%. Al di qua dello Stretto nel 2013 è stato concesso il 6,3% delle autorizzazioni

PALERMO – La Commissione per le adozioni internazionali, organo costituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, è l’autorità che si occupa di vigilare sulla corretta applicazione della Convenzione dell’Aja del 1993, uno strumento di diritto internazionale che ha rinnovato il sistema delle adozioni legittimanti di minori proponendo la sfida di semplificare le procedure senza trascurare i rischi di violazione dei diritti fondamentali dei minori: adottare un bambino non vuol dire ‘ccattarlu (e qui l’ambigua espressione siciliana casca a pennello).
Nel report della Commissione datato 2013, con dati provvisori aggiornati al 21 gennaio 2014, sono tanti i dati statistici che forniscono utili indicazioni.
Scopriamo ad esempio che, nell’anno trascorso, le coppie siciliane che hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri sono state 108, ossia il 5,5% del totale nazionale. Un dato importante, senz’altro, ma ben poca cosa rispetto alle 409 coppie lombarde (quasi il 20% del totale) o alle 241 coppie della Toscana (9,3%). L’analisi compiuta dalla Commissione, con l’ausilio dell’Istituto degli innocenti, fornisce anche una fotografia sufficientemente nitida delle autorizzazioni richieste nell’ultimo decennio. Torniamo così alle 201 coppie siciliane del 2009, contro le 579 coppie lombarde di quell’anno, o alle 190 richieste del 2011. Proprio il 2011 ha segnato l’inizio di una graduale discesa dei valori, fino al minimo storico dell’anno 2013 (passando per le 124 richieste del 2012).
A onor del vero, la stessa tendenza al ribasso è riscontrabile un po’ ovunque, anche in Lombardia, ma il gap risulta essere comunque insanabile: 1.860 coppie siciliane hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri negli ultimi dieci anni, mentre si contano (nello stesso lasso di tempo) ben 6.705 coppie lombarde e 3.146 coppie laziali. Sicilia obiettivamente indietro, dunque, nonostante la sostanziale somiglianza di numeri con il Piemonte (circa 2.000 richieste in dieci anni).
Operando un cambio di prospettiva, i minori a cui è stata rilasciata l’autorizzazione nel 2013 sono 166 in Sicilia (6,3% del totale), contro i 488 minori in Lombardia (20% del totale). Tornando indietro nel tempo, notiamo 300 autorizzazioni all’ingresso in Sicilia nel 2009, quando (continuando il confronto) la Lombardia ne faceva registrare 740. Dai numeri alle valutazioni: di cosa parlano questi dati? Parlano di una nazione che mantiene sempre piuttosto alto il proprio standard di richieste (2.291 solo nel 2013) e di ingressi (2.825 minori nel 2013), ma che potrebbe comunque fare di più. Certo, ci sono anche le adozioni “interne”, ma i minori in difficoltà o in stato di abbandono sono tantissimi, e aspettano solo di avere un papà e una mamma (o perché no, anche solo uno dei due: vecchia storia).
Occorre, in definitiva, restringere i tempi e i sacrifici economici delle procedure (pur nel già richiamato rispetto dei minori e delle loro famiglie d’origine), così da donare un nido a chi non l’ha mai avuto o a chi non può più averlo.
Nel frattempo interroghiamoci… siamo proprio sicuri che in Italia i pregiudizi siano solo un lontano ricordo?

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