Kamarina, la costa si riduce sempre più e il mare strappa via secoli di storia - QdS

Kamarina, la costa si riduce sempre più e il mare strappa via secoli di storia

Gaetano Piccione

Kamarina, la costa si riduce sempre più e il mare strappa via secoli di storia

venerdì 25 Settembre 2009

Beni culturali. I reperti sul litorale ibleo sepolti da continue frane.
Numerosi crolli. Ci sono tonnellate di materiale roccioso che scivolano in acqua portando via opere murarie e di fortificazione dell’antico insediamento greco.
Le denunce. Da diversi mesi singoli appassionati e associazioni locali stanno sollevando la questione interpellando le istituzioni, che ancora non hanno fornito risposte soddisfacenti.

RAGUSA – Ventisei secoli di storia finiti letteralmente in mare. Da gennaio di quest’anno si sta consumando una pesante attività erosiva della falesia prospiciente la zona archeologica di  Kamarina che, oltre alle tonnellate di materiale roccioso, ha già fatto e continua a far scivolare in mare purtroppo anche le opere murarie e di fortificazione dall’antico insediamento greco. Non solo. Secondo la testimonianza dell’appassionato di storia locale Gaetano Melfi, il primo a segnalare la devastazione del sito, attraverso  la pubblicazione di un video di denuncia su YouTube lo scorso 6 gennaio, pare che anche dei reperti archeologici siano finiti in mare per essere sepolti dalle continue frane. Si tratta di manufatti in marmo, pietra, terracotta, metallo che affiorano dal costone e che anche alla vista della persona meno competente risultano verosimilmente di interesse archeologico. I recinti perimetrali a protezione dell’area sono ormai sospesi nel vuoto guadagnato dal mare e fanno parte di un patrimonio monumentale e paesaggistico spettrale ed incantevole al contempo.
“Da nove mesi, assieme ad un gruppo di amici – dice Melfi – monitoriamo l’evoluzione dello sfaldamento progressivo ed inesorabile del promontorio di Kamarina, a pochi metri dalla nostra  Scoglitti, in piena zona archeologica. Qui il mare continua a portare via, giorno per giorno, pezzi di storia e cultura che sono patrimonio del mondo. Preservare Kamarina è una questione etica. Cosa lasceremo ai nostri figli se permettiamo che l’accidia dei tempi moderni  porti via la nostra storia?”
A dare manforte a Melfi c’è stato Giovanni Lunetta che, da uomo profondamente innamorato del proprio territorio, è intervenuto presso la Soprintendenza BB.CC.AA di Ragusa.
“A Febbraio, saputo quanto occorso, ho contattato l’archeologo Giovanni Distefano – afferma Lunetta – col quale ci siamo recati sul sito per constatare da vicino l’entità dei danni arrecati dalle forti precipitazioni e dall’erosione marina. La soprintendenza di Ragusa quindi non ha perso tempo e anzi fin dall’indomani del nostro sopralluogo, da Ragusa, è partita una raffica di segnalazioni all’assessorato regionale competente.”
“Purtroppo devo constatare – continua Lunetta – che gli sforzi fatti non hanno sortito, almeno sinora, nessun intervento materiale da Palermo e perciò mi sono rivolto al Prefetto”.
Un altro importante apporto alla causa l’ha fornito il consigliere provinciale Ignazio Nicosia, che ha scritto al ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi, al presidente della Regione Raffaele Lombardo, al presidente della Provincia regionale Franco Antoci, al sindaco di Ragusa Nello Dipasquale ed al Comandante dei Carabinieri, Nucleo Tutela Patrimonio Culturale Gen. Giovanni Nistri per denunciare lo stato di degrado in cui versa non solo l’area archeologica di Kamarina ma, a suo dire, anche l’annesso Museo Archeologico Regionale, chiedendo contestualmente l’avvio di interventi utili a ripristinare lo stato di sicurezza e piena fruibilità della struttura museale. Dai Carabinieri, Nicosia, ha ottenuto un pronto riscontro e sono già in corso le verifiche del caso.
La svolta mediatica poi si è avuta nel mese di agosto quando Gaetano Melfi e i suoi amici dell’associazione Kamarina 09 sono tornati  sui luoghi per realizzare un altro video da pubblicare nuovamente su YouTube. Questa volta però la tenacia di Melfi ha fatto si che  a Kamarina arrivasse anche una troupe di RaiTre, che ha portato la vicenda di Kamarina alla ribalta del grande pubblico. In questa fase è emerso maggiormente come la coesistenza del nuovo molo del porto di Scoglitti potrebbe aver accelerato il fenomeno erosivo di Kamarina e come la regimentazione naturale delle acque piovane abbia fatto deviare il fiume Ippari dal suo alveo naturale. Per questi motivi il sindaco di Vittoria, Giusepe Nicosia, ha chiesto ripetutamente che la Regione, per le proprie competenze, prendesse in mano la situazione.
 


Le competenze della Regione e il finanziamento provinciale
 
VITTORIA (RG) – Significativo il lavoro svolto dal consigliere comunale Fabrizio Comisi che ha investito ufficialmente della vicenda il Consiglio comunale di Vittoria, che  a breve discuterà sulle posizioni da prendere per sollecitare le autorità competenti al fine di mettere la parola fine a questo disastro archeologico e naturalistico. Altro ente coinvolto per competenza territoriale è il comune di Ragusa che, forse per la marginalità del sito, a circa 30 km dalla città, pare non abbia preso una posizione certa sul problema, né di natura politica né per quanto riguarda le proprie competenze in ordine alla protezione civile locale. Infastiditi da ciò gli assessori comunali di Vittoria Luciano D’Amico e Salvatore Avola hanno lanciato una provocazione, chiedendo l’annessione della confinante  Kamarina al territorio del comune ipparino. Unica nota positiva nel contesto è che l’assessorato provinciale al Territorio e Ambiente, retto da Salvo Mallia, ha ottenuto un finanziamento di circa 2 mln € per la riqualificazione dell’intera costa iblea.
è da vedere ora quali siano gli interventi previsti per la Falesia di Kamarina, sempre che prima dell’inizio dei lavori la zona archeologica fondata nel 598 a.C. dai greci di Siracusa, Dascone e Menecolo, non diventi una nuova Atlantide. Giova infine segnalare che recentemente l’associazione Kamarina ‘09 ha tenuto una conferenza stampa allo scopo di creare un ulteriore momento di sensibilizzazione dell’opinione  pubblica e, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, per informare ed invitare  tutti quegli enti competenti ad intervenire. è stato annunciato a breve un convegno di rilievo nazionale sul tema “Salviamo Kamarina” Nel corso dell’incontro con la stampa è emerso chiaramente come la competenza sul sito archeologico sia della Regione Sicilia.

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