Case “sul fiume” e rischio idrogeologico a Modica. I continui scempi devastano il territorio - QdS

Case “sul fiume” e rischio idrogeologico a Modica. I continui scempi devastano il territorio

Marcello Medica

Case “sul fiume” e rischio idrogeologico a Modica. I continui scempi devastano il territorio

mercoledì 19 Marzo 2014

Alvei terra di nessuno e campagne con arterie impercorribili: i cittadini lanciano l’allarme

MODICA (RG) – Il territorio della Città della Contea non gode certo di buona salute per quanto concerne la sua stabilità idrogeologica. È a conoscenza di tutti, infatti, il rischio idrogeologico che incombe su una città che non conosce di certo la prevenzione e che, invece, negli anni, è stata continuamente sottoposta a continue lacerazioni del suo territorio che hanno, di fatto, messo a forte rischio l’incolumità pubblica.
 
Da sempre, Modica, data la sua conformazione fisica è stata considerata una città a rischio, soprattutto per quanto concerne il pericolo che potrebbe derivare dal restringimento degli alvei dei fiumi per cause di origine diversa. Non è la prima volta, infatti, che associazioni e comitati di cittadini hanno lanciato l’allarme, sia per la mancata pulizia, a tempo debito, degli alvei che circondano e attraversano la città, sia per le numerose costruzioni che, negli anni, sono state, scioccamente autorizzate proprio in prossimità degli argini dei relativi torrenti.
A tal proposito, proprio nei mesi scorsi, è partita un’indagine sugli scavi per la costruzione di un immobile in corrispondenza dell’alveo del torrente San Liberale. La Procura della Repubblica ha, infatti, aperto un fascicolo per verificare la reale situazione con sopralluoghi e prelievi di atti e documenti volti a fare chiarezza sulla concessione edilizia rilasciata, a suo tempo, dal Comune. Ad aggravare la già precaria condizione in cui versa la città, i tanti scempi che, negli anni a colpi di varianti al Piano regolatore generale, sono stati autorizzati, devastando, di fatto, il territorio e dando manforte al già grave dissesto idrogeologico in atto. Tutto ciò anche a causa di una classe dirigente che non ha osato minimamente protestare di fronte a casi eclatanti di danni permanenti al contesto territoriale preesistente e all’immagine della città.
 
E così, nell’indifferenza diffusa, si è continuato a cementificare senza tener conto delle esigenze della collettività o di ciò che era stato previsto nei progetti iniziali. Così, come non citare il caso della realizzazione di ben otto villette al quartiere Dente che contrastano in modo significativo con il contesto urbano esistente costituito dallo splendido complesso del convento dei Padri Cappuccini e dal parco comunale Villa Cascino, unico spazio verde esistente nel centro storico della città ma oggi in pieno degrado. Al lungo elenco degli scempi occorre aggiungere quello riguardante l’edificio di via Fontana, realizzato proprio sull’alveo del torrente e per il quale le istituzioni non sono riuscite a bloccarne la sua edificazione ed evitare seri disagi ai residenti ed enormi danni e rischi al caratteristico quartiere della Catena.
Citiamo, ancora, lo scempio che si sta consumando sulla splendida collina dell’Itria, uno dei posti più suggestivi della città dove è stato costruito un edificio multipiano in cemento armato che deturpa in modo vistoso il paesaggio circostante, il progetto di costruzioni abitative nelle immediate vicinanze l’alveo del torrente Pozzo dei Pruni nel quartiere Vignazza o, ancora, i lavori riguardanti la costruzione dell’immobile in prossimità dell’alveo del torrente San Liberale, ad oggi, sospesi.
Il dissesto idrogeologico in atto coinvolge anche le campagne. In particolare, le strade sono le prime infrastrutture a farne le spese, divenute delle ‘trazzere’ che in caso di pioggia si trasformano in veri e propri fiumi a carattere torrentizio. Sono tante le strade comunali extraurbane che versano in uno stato di vero e proprio abbandono. Quasi tutte necessitano di un’urgente manutenzione, per non parlare di quelle di cui occorre la totale ripavimentazione. È ad esempio il caso di contrada Cannizzara, dove un tratto di strada lungo circa tre chilometri è quasi totalmente impercorribile.
 
Alcune di queste strade sono talmente mal ridotte da mettere in serio pericolo la sicurezza degli automobilisti, costretti a compiere delle vere e proprie gimcane per evitare le tante buche, come nel caso della strada di contrada Ciaceri che risulta seriamente danneggiata e pericolosa per chiunque la percorra, per non parlare di alcuni tratti diventati pericolosissimi per la loro conformità atta a raccogliere le acque piovane che vi ristagnano per parecchio tempo. È questo il caso di via Rocciola Scrofani, dove un avvallamento pericolosissimo, da molto tempo, rappresenta una minaccia per l’incolumità pubblica in un tratto di contrada Miglifulo. Insomma, una situazione che si può definire di vera emergenza e che richiede degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per scongiurare l’irreparabile.

Prossimi lavori per 35 mila €. Prg, revisione “partecipata”
MODICA (RG) – In merito alla pulitura degli alvei del territorio cittadino, l’ufficio Manutenzioni del Comune, ha predisposto un progetto complessivo di interventi per un importo di 35 mila euro già andato in gara. Sulla continua devastazione del territorio, l’amministrazione comunale e i consiglieri di maggioranza, in una recente seduta del civico consesso, hanno proposto la riflessione sul Prg e il centro storico per un modello di partecipazione diretta nella vita politica locale. “La variante generale al Prg e quella del centro storico di Modica – hanno dichiarato il sindaco, Ignazio Abbate e l’assessore all’Urbanistica, Giorgio Belluardo – dovranno costituire l’avvio del processo di partecipazione degli attori legittimi, delle forze sociali, economiche e culturali, sulle problematiche urbane, ambientali e del barocco, per lo sviluppo territoriale sostenibile”. Sul dissesto che sta coinvolgendo anche le zone extraurbane, proprio nelle scorse settimane, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa, tra il Comune e i rappresentanti delle associazioni agricole di categoria, avente ad oggetto i lavori di manutenzione ordinaria delle banchine e dei relitti stradali ricadenti lungo le strade comunali. Il decreto legislativo 228/2001 prevede, infatti, che gli enti possono stipulare convenzioni e contratti di collaborazione con gli imprenditori agricoli, al fine di favorire e promuovere lo svolgimento di attività multifunzionali quali, tra le altre, la sistemazione e la manutenzione del territorio, la salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, la cura e il mantenimento dell’assetto idrogeologico.

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