Rsu, riciclo e recupero energetico vanno di pari passo in direzioni opposte - QdS

Rsu, riciclo e recupero energetico vanno di pari passo in direzioni opposte

Andrea Salomone

Rsu, riciclo e recupero energetico vanno di pari passo in direzioni opposte

venerdì 04 Aprile 2014

Defra: “Capire la natura dei residui e assicurare i processi industriali adeguati sia economici che ambientali”

LONDRA – Secondo il Defra, il dipartimento inglese per l’ambiente, gli alimenti e gli affari rurali (Department for environment, food & rural affairs) – nonché ente autore del documento "Energy from waste: a guide to debate" da cui abbiamo preso le informazioni contenute in questo articolo – l’energia dai rifiuti indifferenziati (Rsu) non deve competere con riciclo, riuso e prevenzione e dovrebbe idealmente supportarli.
Allo stesso tempo, si legge, il recupero attraverso le tecnologie "energia dai rifiuti" deve deviare i rifiuti da opzioni di smaltimento meno eco-favorevoli, particolarmente le discariche e le centrali energetiche a base di spazzatura con recupero energetico insufficiente.
Il Governo inglese ritiene ci sia potenzialmente spazio sia per il riciclo sia per il recupero energetico e che l’una soluzione non escluda l’altra. Entrambe, infatti, contribuiscono a ridurre lo smaltimento dei rifiuti in discarica.
La composizione dei rifiuti residui varia di zona in zona e dipende dal spazzatura che viene prodotta, evitata o estratta per essere riusata o riciclata. A seconda delle politiche di riciclo delle diverse amministrazioni e dei cittadini che ne fanno parte la composizione degli scarti cambia. Ogni approccio a lungo termine alla gestione dei rifiuti ha bisogno di tenere in conto il fatto che il quadro non è statico e, di conseguenza, deve essere flessibile. Il settore dell’energia dai rifiuti deve essere pronto ad affrontare un cambiamento della composizione dei rifiuti; inoltre, esso deve promuovere il riciclo e/o i processi di raccolta che consentono di modificare la composizione dei rifiuti residui (energia da materia prima/grezza Rsu). Soddisfare i requisiti della gerarchia rifiuti (waste hierarchy), ossia la piramide europea delle strategie per la gestione degli scarti, significa normalmente incrementare la quota di rifiuti da destinare al recupero energetico.
Quest’ultimo viene considerato la miglior soluzione per i rifiuti residui, perché da essi viene ricavato quanto più possibile in termini di risorse. Dal momento in cui è impossibile ogni recupero materiale dei rifiuti, l’obiettivo è quello di impiegare i rifiuti come combustibile o trasformarli in combustibile epurato (Cdr) in grado di massimizzare la produzione di energia attraverso un ridotto impatto ambientale, sensibilmente inferiore a quello delle comuni centrali energetiche alimentate da combustibili fossili.
Ciò, spiega il documento, significa capire e potenzialmente manipolare la natura dei rifiuti residui e assicurare che ad essi vengano adeguati i processi industriali più adeguati in termini ecologici ed economici. Sta alle autorità locali decidere da quale lato far pesare di più la bilancia, se su quello economico o su quello ecologico. Tuttavia, l’uno non esclude l’altro e, se si stila un piano intelligente, può essere trovata una soluzione di compromesso valida.
Una componente chiave dell’impatto ambientale è costituita dalle emissioni di gas serra. Cambiamenti a lungo termine nella composizione delle emissioni vengono compensati dall’energia ricavata dai rifiuti e hanno conseguenze significative perché consentono di allontanare i rifiuti dalle discariche e di risparmiare l’utilizzo di carburanti fossili per la produzione di energia. L’incremento dell’efficienza da solo non basta ad assicurare che l’energia dai rifiuti sia migliore della discarica in termini di emissioni.
Dopo qualche anno, infatti, tutti gli impianti registrano una perdita di efficienza energetica. A svolgere un ruolo cruciale, però, è soprattutto la quantità di contenuto biogenico presente nella materia prima Rsu.
Ciò è particolarmente importante solo per la produzione di elettricità, in quanto ci si aspetta che essa perda efficienza più rapidamente di altre infrastrutture esistenti. Per la sostenibilità a lungo termine del recupero energetico dai rifiuti residui è di importanza decisiva massimizzare l’efficienza degli impianti esistenti produttori di sola elettricità, in modo da ritardare il raggiungimento di questo stato cosiddetto di "decarburazione".

 
Il problema del ciclo di vita delle centrali energetiche
 
LONDRA – Il ciclo di vita di queste centrali Rsu potrebbe comunque rimanere limitato ed estenderlo oltre la previsione originaria potrebbe non essere di alcun beneficio. Dal punto di vista ecologico, ciò potrebbe essere affrontato rimuovendo più materiali fossili dal flusso di rifiuti in modo da evitare l’impiego di quelli con insufficiente contenuto biogenico. Ci si aspetta che il rendimento energetico derivato dalla produzione di calore e combustibile da trasporto decarburi molto più lentamente rispetto alla produzione di elettricità. Inoltre, la consegna di calore attraverso le tecnologie energia dai rifiuti può essere raggiunta ad un efficienza energetica molto maggiore rispetto alla sola elettricità. Impianti che operano in modalità combinata di calore e potenza (Chp, combined heat and power), come il Selchp di Londra, continueranno per questa ragione ad essere superiori alle discariche, perché hanno una durata di vita maggiore rispetto a quelli produttori di sola elettricità, soprattutto quando usano flussi di rifiuti con un contenuto biogenico molto più ampio. Una considerazione chiave quindi deve focalizzarsi nello sviluppo di produzioni energetiche che vadano oltre l’elettricità, sia per i nuovi impianti sia per quelli esistenti, assicurando che da "pronti a combinare calore e potenza" diventino "combinatori di calore e potenza".
Ci sono ragioni consistenti sia riguardo alla linea politica sui rifiuti sia riguardo quella sull’energia. L’obiettivo è dirigere i rifiuti attraverso le centrali più efficienti e puntare all’abbandono di un modello di energia dai rifiuti fondato unicamente sull’elettricità. Se il rendimento energetico non può essere pienamente sfruttato, allora non ci sono benefici dalla massimizzazione della sua produzione. Assicurare che siano disponibili siti per l’energia dai rifiuti che rendono possibili una connessione potenziale per riscaldare i cittadini è una parte essenziale per la massimizzazione dei benefici. Per questa ragione l’uso di calore aumenta significativamente l’efficienza generale del processo e i benefici ambientali; ed è per questo che siti con disponibilità di calore dovrebbero essere favoriti, insieme con tecnologie che possono sfruttarlo.


Aumentare la differenziata con maggiore qualità

LONDRA – Ci si aspetta che l’aggiornata linea politica di pianificazione nazionale inglese (Planning for Sustainable Waste Management, ossia "Pianificazione per una gestione dei rifiuti sostenibile") rifletta tutto questo, incoraggiando le autorità locali attraverso piani locali a considerare il posizionamento degli impianti "energia dai rifiuti" in aree che consentono di usare calore come produzione di energia alternativa o addizionale all’elettricità.
La produzione di combustibile derivato dai rifiuti (Cdr) dovrebbe essere parte del processo di minimizzazione dell’impatto ambientale della gestione dei rifiuti. Ciò significa: essere certi che la gerarchia rifiuti venga applicata e il bisogno di mantenere il contenuto biogenico nella frazione di combustibile non sia fatto ai danni di potenziale riciclo. Le autorità locali devono invece incoraggiare una migliore informazione riguardo la presenza di contenuto biogenico nei rifiuti, incrementando la raccolta differenziata (Rd) attraverso la rimozione di rifiuti fossili e assicurando che se il materiale viene esportato conduca a un migliore risultato economico rispetto allo smaltimento domestico. I rifiuti residui basati su materiali fossili, per esempio plastiche che non possono essere riciclate, non si decompongono allo stesso modo del materiale biogenico nelle discariche, soggetto invece a decomposizione, fermentazione e putrefazione.
Per questi flussi di rifiuti la soluzione "energia dai rifiuti" darà quasi sempre un bilancio negativo di carbonio rispetto alle discariche, perché in esse la plastica non si decompone né si trasforma. Essa rappresenta una risorsa potenziale che in linea con la gerarchia dei rifiuti dovrebbe idealmente essere recuperata e non smaltita. L’impiego di fonti di energia di questo genere consentono di risparmiare l’uso di materie prime e offrono la possibilità di grandi risparmi in termini ecologici.

 
(48. Continua. Le precedenti puntate sono state pubblicate  – nel 2013 – il 22 febbraio, l’1, 12, 15, 22, 29 marzo, il 5, 12, 19 aprile, 3, 10, 17, 24 maggio, il 7 giugno, il 5, 12, 19, 26 luglio, 2, 9, 23, 30 agosto e 6, 13, 20, 27 settembre, 4, 18, 25 ottobre, 1, 8, 15, 22, 29 novembre, 6, 13 dicembre, – nel 2014 – 10, 17, 24, 31 gennaio, 14, 21, 28 febbraio, 7, 14, 21 e 28 marzo. La prossima pubblicazione è prevista venerdì 11 aprile).

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