Combustione rifiuti: Londra limita quota di rifiuti misti interrabili in discarica - QdS

Combustione rifiuti: Londra limita quota di rifiuti misti interrabili in discarica

Andrea Salomone

Combustione rifiuti: Londra limita quota di rifiuti misti interrabili in discarica

venerdì 11 Aprile 2014

La legge italiana, invece, consente alla Sicilia di avere in vasca quasi il 90% di Rsu non pretrattati

LONDRA – Nelle scorse puntate abbiamo parlato di alcuni documenti pubblicati dal Defra, il dipartimento inglese per l’ambiente, gli alimenti e gli affari rurali (Department for Environment, Food & Rural Affairs). Oggi attenzioniamo un altro documento disponibile sul sito del governo inglese inerente le tecnologie di combustione dei rifiuti, intitolato “Incineration of municipal solid waste”.
Questo rapporto, preparato dalla società di consulenza Frith Resourse Management, è stato supportato dal Dipartimento del governo locale e delle comunità (Dlcg, Department of communities & local government), dall’Ente per l’ambiente (Ee, Environment Agency), dal Dipartimento dell’energia e del cambiamento climatico (Decc, Department of energy and climate change) e dai contrattori privati di cui si parla nel corpo del testo.
Questo documento è stato prodotto per fornire assistenza alle autorità locali e il mercato della gestione dei rifiuti indifferenziati (Rsu) illustrando le opzioni chiave per l’allontanamento degli scarti materialmente irrecuperabili dalle discariche. Il documento è stato sviluppato “in buona fede dai consiglieri che lavorano per conto del Defra, e né il Defra né i suoi consiglieri dovrebbero accollarsi responsabilità per azioni o omissioni derivate dalle autorità locali o organizzazioni o persone che hanno deciso di fare affidamento sul documento in questione”. In poche parole, prima di fare affidamento sul documento in questione e durante la valutazione delle strategie, iniziative, proposte o altre opzioni o tecnologie per la gestione dei rifiuti, ognuno è invitato a prendersi i propri consigli legali, finanziari e professionali.
Qui vengono indicate tecnologie principali che hanno un ruolo importante nel deviare i rifiuti dalle discariche e, in particolare, quelle per il recupero energetico dei Rsu tramite combustione. I processi industriali citati sono: meccanico biologico (Mbt, Mechanical biological treatment), con calore meccanico (Mht, Mechanical heat treatment) e termale avanzato (Att, Advanced thermal treatment), principalmente gassificazione e pirolisi. In aggiunta a questi c’è poi la combustione pura e semplice dei rifiuti nelle centrali Rsu, che secondo il documento sopracitato “è una tecnologia già provata e di sicuro successo nel Regno Unito”.
Il verbale è indirizzato alle amministrazioni locali, più specificamente a membri, dirigenti, responsabili e impiegati pubblici e privati nel settore della gestione dei rifiuti in Inghilterra che hanno bisogno di informazioni sulle tecnologie menzionate.
In linea con le direttive europee in materia, la legislazione inglese limita la quota di rifiuti misti interrabili in discarica. Più avanzate sono le legislazioni tedesca, svizzera, olandese, belga, svedese, austriaca, norvegese e danese, perché vietano totalmente il deposito di rifiuti in discarica. La legge italiana, invece, consente a regioni come la Sicilia di avere in discarica il 90% di rifiuti nudi, crudi e non minimamente pretrattati.
Come sappiamo, uno dei principi guida per la gestione dei rifiuti in tutta Europa è quello della loro gerarchia. In cima sta la pratica migliore, ossia evitare a monte la produzione del rifiuto. All’ultimo posto, invece, l’interramento in discarica. Tra i due estremi c’è un’ampia varietà di opzioni di trattamento che potrebbero essere usate come parte di una strategia globale finalizzata ad ottimizzare il più possibile il recupero dei materiali e a minimizzare l’inquinamento del territorio. Tra queste opzioni troviamo principalmente il riuso, il riciclo e il compostaggio; al livello del recupero energetico c’è poi la combustione dei gas prodotti dalla digestione aerobica degli scarti organici in impianti di biogas piazzabili accanto alle discariche.

Digestione/decomposizione per produrre energia
LONDRA – Tutte le centrali presenti in Inghilterra recuperano energia in forma di elettricità e/o calore.
Il recupero energetico può essere raggiunto dalle tecnologie Att, dove i rifiuti vengono fatti decomporre e viene ricavato un combustibile secondario chiamato syngas; dalla digestione anaerobica, dove viene prodotta energia dalla combustione del biogas prodotto dalla fermentazione degli scarti biodegradabili; e, infine, dalle discariche, dalle quali è possibile produrre elettricità attraverso la combustione dei gas prodotti dai rifiuti biodegradabili in esse interrati.
L’opzione di generazione energetica dipende dal potenziale di utilizzo di calore e/o energia da parte dei cittadini. In alcuni casi l’energia elettrica può essere facilmente distribuita e venduta attraverso la rete nazionale e questa finora è la forma più comune di recupero energetico.
Per il calore il consumatore deve abitare in prossimità della centrale e deve possedere una rete di distribuzione appropriata. Deve essere utilizzato tutta l’energia affinché la centrale operi alla sua massima efficienza. L’uso combinato di calore e potenza assicura una maggiore efficienza energetica rispetto agli impianti produttori di sola elettricità.
Parte dei Rsu è derivato da biomasse come carta, cartone e legname, fonti cioè di energia rinnovabile, il cosiddetto “carbonio a ciclo breve” (short cycle carbon), perché i gas serra (principalmente CO2) rilasciati dalla combustione di questi materiali sono uguali a quelli assorbiti durante il loro ciclo di vita (come si sa, infatti, le forme di vita vegetali, contrariamente a quelle animali, assorbono anidride carbonica per produrre ossigeno). Un’altra parte dei Rsu contiene, invece, elementi derivati dai combustibili fossili come le plastiche: si tratta di fonti energetiche non rinnovabili che contribuiscono in maniera significativa al peggioramento dell’effetto serra e del riscaldamento globale.
Maggiore è l’efficienza di queste centrali, minori sono le emissioni inquinanti per unità di energia prodotta e migliori sono i benefici in termini economici.

 
Strategie flessibili e compatibilità riciclo

LONDRA – Non ci stancheremo di ripetere che la gerarchia europea delle strategie per la gestione dei rifiuti parla chiaro: quando lo scarto non è materialmente riciclabile, il recupero energetico è preferibile all’interramento in discarica.
Produrre energia dai rifiuti è compatibile con alte quote di riciclo e avere centrali Rsu e tecnologie Att non esclude affatto il successo nella riduzione dei rifiuti o nella raccolta differenziata.
Secondo il documento del Frm la strada per trovare il giusto equilibrio nella scelta delle soluzioni migliori al problema sta nella previa consultazione tra i dirigenti nel momento in cui le strategie stanno per essere sviluppate, sia per quanto riguarda le tecnologie da adottare sia per quanto riguarda i contratti, preferibilmente “adeguatamente flessibili”. Ciò, infatti, consente di non immobilizzare un’alta proporzione di Rsu in caso di successo e crescita delle strategie di prevenzione dei rifiuti, del riuso e del riciclo, ossia di tutte le pratiche più virtuose che stanno in cima alla gerarchia europea delle strategie per la gestione dei rifiuti.
La decisione finale per un impianto con determinate caratteristiche dipende dalla valutazione delle capacità richieste da queste centrali e della durate dei contratti con le aziende che le gestiscono.
Abbiamo già visto come i paesi che hanno chiuso i conti con le discariche – ossia Svizzera, Germania, Olanda, Belgio, Svezia, Norvegia, Austria e Danimarca – hanno gestito il problema agendo proprio in questo modo. E nonostante abbiano deciso di far entrare in discarica solo le ceneri prodotte dalla combustione dei Rsu, tali nazioni hanno raggiunto le quote di riciclo e compostaggio più alte in Europa.
Per tutte queste ragioni il nuovo assessore regionale all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità, successore di Nicolò Marino, deve andare oltre le parole e le promesse fatte finora, elaborare un piano concreto, stabilire e rispettare puntualmente un cronoprogramma. Il problema rifiuti in Sicilia va risolto entro i prossimi cinque anni, perché ogni giorno che passa la ferita si apre sempre di più.

 
 
(49. Continua. Le precedenti puntate sono state pubblicate – nel 2013 – il 22 febbraio, l’1, 12, 15, 22, 29 marzo, il 5, 12, 19 aprile, 3, 10, 17, 24 maggio, il 7 giugno, il 5, 12, 19, 26 luglio, 2, 9, 23, 30 agosto e 6, 13, 20, 27 settembre, 4, 18, 25 ottobre, 1, 8, 15, 22, 29 novembre, 6, 13 dicembre, – nel 2014 – 10, 17, 24, 31 gennaio, 14, 21, 28 febbraio, 7, 14, 21 28 marzo e 4 aprile. La prossima pubblicazione è prevista venerdì 18 aprile).

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