Bonifiche, telecamere e niente auto nel tentativo di salvare le Salinelle di Paternò - QdS

Bonifiche, telecamere e niente auto nel tentativo di salvare le Salinelle di Paternò

Sara Cavallaro

Bonifiche, telecamere e niente auto nel tentativo di salvare le Salinelle di Paternò

sabato 12 Aprile 2014

I “vulcanetti”. Continue emissioni di acqua calda e fango vulcanico caratterizzano l’area. L’Ingv clamorosamente ammette: “Quando i colleghi studiosi stranieri vengono qui, ci vergogniamo”. Il piano in tre mosse dell’amministrazione Mangano in un sito prezioso divenuto una mega-discarica

PATERNÒ (CT) – Ha avuto il via nei giorni scorsi il primo step dell’ambizioso progetto, promosso dal sindaco Mauro Mangano, e in modo particolare dall’assessore al Turismo Alessandro Cavallaro, inerente all’area delle Salinelle, da troppo tempo sotto i riflettori solamente per lo stato di degrado in cui versa. Si tratta della realizzazione del “Parco delle Salinelle”, ovvero un’area che, come già detto, in tre step vedrà: la chiusura al traffico veicolare della zona interessata dallo scarico dei rifiuti, la pulizia delle micro-discariche e l’installazione di telecamere di video sorveglianza. Quest’ultimo passo è stato fortemente voluto non solo quale deterrente contro l’abbandono di rifiuti, ma anche quale mezzo per poter risalire agli eventuali trasgressori.
A seguito di una conferenza dei servizi, alla quale hanno preso parte gli assessori Cavallaro e Carmelo Palumbo, il responsabile dei Servizi ecologici Bruno Maccarrone, il comandante della Polizia municipale Antonio La Spina, il tenente dei vigili urbani Michele Ursino e l’architetto Antonino Rapisarda dell’ufficio ai Lavori pubblici, sono state concordate le vie interessate dalla chiusura al transito. Si tratta di “via dei Mulini, nel tratto compreso tra la rotatoria e la via Acque Grasse, quest’ultima resterà chiusa al traffico nel segmento fra via dei Mulini e via A. Torrisi; via dello Stadio, nel tratto fra via dei Mulini e via Nilo, e via Fonte Monafia, nella porzione compresa tra via dei Mulini e via dei Coralli”.
“Il nostro obiettivo è quello di valorizzare le Salinelle, un’area dal forte appeal turistico e che da sempre rappresenta un luogo di interesse per la comunità scientifica – ha dichiarato l’assessore Cavallaro. – Sicuramente qualcosa sta cambiando, per la prima volta si sta stando un segnale forte per il recupero e la salvaguardia della zona. Con la chiusura delle strade – ha continuato Cavallaro – puntiamo a scoraggiare l’abbandono dei rifiuti. Attraverso l’installazione delle telecamere di videosorveglianza, poi, – ha concluso – faremo in modo di non vanificare l’opera svolta”.
“La salvaguardia dell’area delle Salinelle è una priorità di questa amministrazione – ha dichiarato l’assessore Palumbo – e se questo significa chiudere la zona circostante al traffico veicolare, non esiteremo ad attuare questa politica. Interdire le strade – ha aggiunto Palumbo – renderà più semplice il lavoro di pulizia, al quale affiancheremo un controllo costante della zona, per impedire il riformarsi dei cumuli di immondizia. L’esperienza purtroppo ci insegna che non possiamo delegare la salvaguardia dell’area solamente alla sensibilità dei cittadini”.
In merito allo stato di degrado in cui versa quest’area geologico-naturalistica è emersa un’altra amara realtà: si preferisce nascondere l’esistenza delle Salinelle di Paternò, pur di non far sapere alla gente in che condizioni versi attualmente questa zona. “Nel nostro ambito dell’attività scientifica – ha dichiarato il dott. Paolo Madonìa, ricercatore dell’Ingv, sezione di Palermo – questo è un sito di enorme interesse. Il problema è che quando dei colleghi stranieri sono in visita o trascorrono un periodo di studi qui in Sicilia, onestamente tendiamo a celare l’esistenza di questo luogo perché la desolazione, data da tutta questa immondizia abbandonata in giro, è l’immagine che rimane nella memoria delle persone, per cui proviamo vergogna a far sapere dell’esistenza di questo luogo per le condizioni in cui si trova”.
E pensare che proprio le Salinelle di Paternò rappresentano, così come specificano dall’Ingv, un fenomeno particolare di “vulcanesimo sedimentario” (vulcanetti di fango) grazie alla presenza, fondamentale, dell’anidride carbonica (la cui origine è strettamente legata al sistema di alimentazione dell’Etna), che proprio a Paternò risulta essere dominante rispetto a quella del metano. “Proprio per questo motivo le Salinelle assumono, dunque, un interesse peculiare non solo in quanto fenomenologia geologica di rilievo, ma anche come fonte di informazioni potenzialmente utili per il monitoraggio dell’attività di questo vulcano”.

Il velodromo “occupato” è un impianto semidistrutto

PATERNÒ (CT) – Situazione analoga, all’insegna del degrado, anche quella inerente al velodromo, sito in via dello Stadio, sempre nelle adiacenze delle Salinelle, dove stanno per concludersi i lavori di pulizia e chiusura dei cancelli eseguiti, su disposizione della Provincia Regionale di Catania, dalla ditta partecipata Pubbliservizi. Negli anni ’90 la proprietà di questa struttura, acquisita dalla Provincia, è passata nuovamente all’Ente comunale. Attraverso un accordo, siglato lo scorso anno, “la Provincia si è impegnata, su richiesta del Comune etneo, a prendersi carico dei lavori di bonifica e messa in sicurezza dell’impianto, che in questi anni di abbandono è diventato un ricovero per senza tetto, nonché preda dei vandali”.
“Stiamo mantenendo l’impegno preso, – ha dichiarato Vittorio Lo Presti, presidente della Pubbliservizi – portando a termine il lavoro di pulizia e chiusura dei cancelli, richiestoci dalla Provincia. Nonostante si siano verificati alcuni imprevisti che ci hanno portato a rallentare un po’ rispetto alla tabella di marcia – ha concluso Lo Presti – siamo fiduciosi di poter ultimare tutto prima di Pasqua”.

Con la chiusura dei cancelli in molti sperano possa risolversi anche un altro problema, ovvero quello legato all’occupazione abusiva della struttura. A tal proposito, il primo cittadino Mangano ha richiesto un’operazione (in tutto 20 gli uomini coinvolti, tra agenti della Polizia municipale e militari dell’Arma appartenenti alla compagnia di Paternò e alla Legione Carabinieri Puglia) finalizzata allo sgombero di 8 persone, tutti cittadini comunitari, che “utilizzavano il velodromo come luogo di ricovero”.
“Abbiamo concordato con la Provincia – ha dichiarato il sindaco Mangano – che non appena i lavori saranno terminati il velodromo ci verrà riconsegnato. Purtroppo ci troveremo in possesso di un impianto semidistrutto, il cui ripristino richiederebbe, nell’immediato, fondi ingenti, che il Comune non possiede. Per questo – ha continuato Mangano – per poter fruire al più presto della struttura, si potrebbero avviare percorsi di partenariato con soggetti privati, affinché dal velodromo possa partire un rilancio dell’intera area su cui esso insiste”.

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