Al Ciapi una inutile Formazione perché nessuno si iscrive ai corsi - QdS

Al Ciapi una inutile Formazione perché nessuno si iscrive ai corsi

Michele Giuliano

Al Ciapi una inutile Formazione perché nessuno si iscrive ai corsi

sabato 12 Aprile 2014

Il Dipartimento della Formazione constata lo scarso numero di iscritti rispetto ai disoccupati. 1.415 dipendenti confluiti in questo ente direttamente controllato dalla Regione

PALERMO – Ciapi di Priolo, ovvero il grande bluff. E’ stato creato un nuovo “mostro” appositamente dalla Regione per fare da “cuscino” a tutti quei dipendenti della formazione professionale che hanno perso il lavoro nell’ultimo anno a causa della revoca dell’accreditamento dei loro enti di formazione. In mille e 415 sono confluiti ma il risultato è di quelli desolanti: in pochissimi si sono iscritti ai corsi indetti dalla Regione con l’obiettivo di riqualificare i disoccupati siciliani per inserirli nel mondo del lavoro. Il fallimento viene ammesso anche dallo stesso assessorato regionale alla Formazione.
La dirigente generale del Dipartimento, Anna Rosa Corsello, in una direttiva scrive: “Mi risulta che sia stata incontrata una notevole difficoltà nella selezione degli allievi dei corsi che il Ciapi di Priolo dovrà realizzare. Questa circostanza conf1igge con l’elevato numero di soggetti che nel tempo hanno presentato la dichiarazione di disponibilità (certificato di disoccupazione, ndr) non ricevendo alcuna offerta né di inserimento lavorativo né di formazione professionale e pertanto stupisce la criticità rilevata”.
L’articolo 3, comma 1, lettera b del Decreto legislativo 181/2000, prevede che entro il termine 4 o 6 mesi, a seconda dell’età del soggetto che acquisisce lo stato di disoccupazione attraverso la presentazione della dichiarazione di disponibilità, il servizio competente deve formulare una proposta di politica attiva o di inserimento lavorativo nei confronti dell’utente che è stato preso in carico mediante la stipula del patto di servizio. Tra le misure di politica attiva che i servizi possono proporre vi è il corso di formazione professionale in virtù del quale si garantisce l’occupabilità dei soggetti hanno richiesto la certificazione della dichiarazione di disponibilità.
“Con tale premessa – aggiunge la Corsello – gli enti competenti sono chiamati a porre in essere ogni adempimento, in ordine al quale hanno competenza esclusiva per attuare la disposizione normativa, proponendo formalmente la partecipazione ai corsi in argomento e adottando in caso di rifiuto i previsti provvedimenti sanzionatori”.
Il messaggio è molto chiaro ed è rivolto proprio ai lavoratori della formazione che hanno il posto di lavoro e sono in lista di mobilità: “Se ci sarà un rifiuto alla partecipazione ai corsi – conclude la dirigente – gli utenti in questione verranno sanzionati con la perdita dello stato di disoccupazione”. Tra il sarcastico e lo stizzito i commenti dei sindacati: “A breve – afferma Mario Mirabile del Sinalp – alcuni nostri colleghi potrebbero ritrovarsi nel progetto ‘Prometeo’ come allievi dei corsi. Incredibile ma vero”.
Intanto sul fronte della paventata riforma della formazione la Regione ha annunciato che la formazione in Sicilia non sarà più affidata solo agli operatori degli enti, ma anche a giovani laureati. Il governo pensa a un doppio albo: una fascia con l’attuale personale degli enti professionali, l’altra aperta a giovani laureati che faranno anche loro da docenti ai corsisti.
 

 
L’approfondimento. Con la riforma nessuna nuova assunzione
 
Non ci saranno nuove assunzioni ma i giovani laureati saranno pescati tra coloro i quali sono iscritti negli elenchi degli enti di formazione”. Da qui la Regione attingerà, mettendo queste risorse umane a disposizioni degli enti con i quali avranno rapporti di lavoro a tempo determinato, vincolati all’attività formativa. In questo quadro proprio gli enti avranno un ruolo “marginale” rispetto al passato: il sistema ruoterà attorno alle richieste del mercato del lavoro, stop dunque ai corsi “inutili” e via a nuovi percorsi: dalle energie alternative alle lingue. Parole del governatore siciliano, Rosario Crocetta: “Quella della formazione – sostiene – è la madre di tutte le battaglie. Al mio assessore Nelli Scilabra è stato affidato proprio il compito di fare pulizia nel sistema. La sua vita e la sua passione politica a servizio di questa rivoluzione”. Parlando dell’albo dei formatori, Crocetta spiega che nella seconda fascia potranno iscriversi i laureati e da questo bacino il governo prenderà le figure, non contemplate nella prima fascia, per formare i giovani in raccordo con il mondo delle imprese. “Il mercato ci chiede esperti in pannelli solari, tecnici per il fotovoltaico e le fonti alternative, esperti in lingua araba e cinese” afferma Crocetta.

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