Ponte sullo Stretto, girandola di ipocrisie - QdS

Ponte sullo Stretto, girandola di ipocrisie

Rosario Battiato

Ponte sullo Stretto, girandola di ipocrisie

mercoledì 23 Aprile 2014

Il ministro Lupi firma il decreto per la realizzazione del tavolo tecnico che rediga uno studio di fattibilità sui trasporti nell’area. Il solito ritornello: favorevole alla grande opera, ma il governo deve andare su altre priorità

ROMA – La Sicilia senza Ponte osserva Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture, che ripiega sulla lenta alternativa dell’avvio dell’istituzione di un tavolo di lavoro per redigere uno studio di fattibilità per i trasporti sullo Stretto di Messina. Una comunicazione che pare una lunghissima litania per raccontare l’ennesimo tentativo di un ministro che si è sempre dichiarato favorevole al Ponte, ma che evidentemente non vuole fare nulla per realizzarlo.
Nei giorni scorsi il ministro Lupi ha firmato un decreto con il quale dà il consenso del Governo alla realizzazione di un confronto tecnico finalizzato ad individuare strumenti e modalità atti a potenziale i trasporti dell’area dello Stretto di Messina. Firmando il decreto, si legge sul sito dei Trasporti, il ministro ha sottolineato l’importanza di migliorare la qualità dei servizi di trasporto nelle zone del Meridione d’Italia: “L’ammodernamento delle infrastrutture della Sicilia è una priorità che riguarda non solo l’isola ma l’intero paese”.
Un passaggio importante, ma che nasconde un’assurdità di fondo. Il ministro Lupi, che ricordiamo è stato tra i pochi a passare indenne da Letta a Renzi, non ha mai nascosto le sue simpatie per il Ponte. Le sue dichiarazioni, confermate anche in un question time alla Camera, sembrano fatte con lo stampino: favorevole al Ponte, eppure convinto che il Governo debba procedere su altre priorità. Lo stesso concetto che aveva ripetuto alla commissione Trasporti lo scorso anno, precisando che l’Italia avrebbe comunque investito circa 73 miliardi di euro nei prossimi dieci anni per le infrastrutture europee. E come pensa, il ministro, di poter collegare efficacemente il corridoio Scandinavo-Mediterraneo con quel buco che c’è tra Sicilia e Calabria?
Resta costante, nella strategia di Lupi, anche l’attacco a Monti. Un anno fa come adesso è il Governo dei professori il “colpevole” della morte del Ponte per aver messo fine alla questione decidendo di non presentare il decreto di proroga del termine perentorio del primo marzo 2013 entro il quale Stretto di Messina SpA (concessionaria pubblica) e il general contractor Eurolink (capeggiato da Impregilo) avrebbero dovuto presentare l’atto aggiuntivo al contratto vigente, sospeso con il decreto sviluppo-bis n. 179/2012, convertito nella legge 221/2012. A distanza di un mese era poi giunta anche la nomina del commissario liquidatore della società Stretto di Messina.
Tuttavia questo chiamare in causa i governi passati non fa certo bene alla progettualità dell’esecutivo Renzi che ha fatto dell’attivismo e del cambio di marcia il suo apparente punto di forza. Apparente, appunto.

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