Vitivinicoltura in ginocchio, Regione siciliana assente - QdS

Vitivinicoltura in ginocchio, Regione siciliana assente

Michele Giuliano

Vitivinicoltura in ginocchio, Regione siciliana assente

mercoledì 23 Aprile 2014

Nell’ultima vendemmia si è registrato il crollo del prezzo del vino del 70 per cento: da 5 euro ad ettogrado ad appena 2 euro. I produttori chiedono un incontro urgente al governo siciliano, ma si lamentano: “Mai ascoltati”

PALERMO – “Amarezza, preoccupazione, incredulità”. A distanza di poco tempo dal rimpasto del governo regionale che ha portato alla contestata esclusione dell’assessore all’Agricoltura, Dario Cartabellotta, i sentimenti del mondo agro-alimentare della Sicilia non cambiano.
Le reiterate richieste di incontro con il presidente della Regione Rosario Crocetta, partite ancor prima dell’assegnazione delle deleghe ai nuovi assessori, non hanno avuto alcun esito. Anzi, la spaccatura tra Crocetta e il mondo agricolo sembra acuirsi sempre più. Le organizzazioni del mondo agricolo parlano di “irricevibile marginalità” per tutto il mondo agricolo e per le sue associazioni di rappresentanza. “Abbiamo di fronte uno scenario incerto e cupo – spiega Leonardo Agueci, presidente di Providi che è una delle maggiori associazioni di produttori vitivinicoli della Sicilia – in una fase in cui occorreva assicurare continuità d’azione e credibilità delle istituzioni”. Non entrando nel merito delle logiche partitiche che hanno originato questa scelta, la Providi lamenta il fatto che non si sia nemmeno data la possibilità d’ascolto a quanti, nel mondo dell’agricoltura e del sistema del vino siciliano in particolare, considerato il fiore all’occhiello dell’economia dell’Isola, manifestavano l’esigenza di non disperdere il quadro di riforme e strumenti condivisi prodotti dall’assessorato.
“La preoccupazione più forte riguarda l’utilizzo dei fondi comunitari – continua Providi – e la capacità di progettare insieme alle aziende, le politiche di sostegno previste con la nuova Pac, le iniziative di internazionalizzazione delle aziende sui mercati, le politiche di qualificazione e di difesa dei prodotti siciliani e, non meno importante, la partecipazione della Sicilia all’Expo 2015, con l’assegnazione, davvero strategica, del Cluster sulla Biodiverità del Mediterraneo. Un risultato che rischia di saltare per una carenza di affidabilità delle nostre istituzioni regionali”. Secondo quanto sottolineato dalle diverse organizzazioni di categoria nell’ultima vendemmia c’è stata una caduta del prezzo del vino, che ha fatto registrare un decremento del 70 per cento. Cifra che non ha alcun riscontro negli indicatori economici e produttivi e quindi secondo gli addetti ai lavori le cause vanno ricercate altrove: in primis nell’ingresso di vino extracomunitario nell’Unione Europea che favorisce le grandi lobby ed incentiva i cartelli dei mediatori che destabilizzano i prezzi di mercato.
Da considerare che nel 2013 il prezzo del vino era di 5 euro ad ettogrado, ora è soltanto di 2 euro. “Al presidente Crocetta ribadiamo, ancora una volta – conclude Agueci – la richiesta d’incontro per capire come si intendano affrontare queste questioni, ancora aperte e urgenti. Vogliamo capire quale sarà il futuro dell’Irvos, l’istituto vite e vino, con la centralità che oggi riveste per il sistema vitivinicolo della Sicilia e che, nel bilancio della Regione ancora non approvato ha visto ulteriormente ridotte le dotazioni finanziarie, decretandone una lenta agonia”.
 


L’approfondimento. Si chiede una maggiore vigilanza sul mercato
 
“Le istituzioni regionali e nazionali hanno il diritto-dovere di fare chiarezza. Gli stessi operatori hanno indicato il percorso da seguire nelle verifiche da fare sul campo”. Parola di Mimmo Turano, deputato regionale, che in merito prende posizione. “C’è il rischio concreto che vi sia un cartello non istituzionale che mette in discussione il prezzo di mercato – aggiunge il parlamentare – assoggettandolo ad interessi di parte che nulla hanno a che fare con la valorizzazione del vino”. In gioco vi è l’economia di un intero comparto siciliano, il futuro di migliaia di produttori, di centinaia di imbottigliatori e con essi migliaia di posti di lavoro e la stabilità di altrettante famiglie. “I produttori vinicoli siciliani – aggiunge il parlamentare – hanno bisogno di certezze e di poter stare sul mercato senza distorsioni. Essi non chiedono favori o corsie preferenziali ma che si vigili sul mercato. Sono troppe le cose strane che accadono, e nessuno sembra accorgersene. Auspico che all’Ars, in un clima sereno, si possa presto instaurare un dialogo per affrontare tali incresciose situazioni che penalizzano economicamente i viticoltori e che danneggiano il mercato del prodotto leader della Sicilia”.

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