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Condivisione dell’auto tra privati soluzione per risparmiare in strada

Bartolomeo Buscema

Condivisione dell’auto tra privati soluzione per risparmiare in strada

sabato 26 Aprile 2014

Prende piede in Italia il Car sharing, presto due App per smartphone

CATANIA – Il car sharing è una sorta di condivisione dell’auto. Ci si sposta non con la propria auto, ma si compra l’uso di un automezzo messo a disposizione da un noleggiatore. E’ un nuovo modo di muoversi che fa sicuramente risparmiare specialmente  se si fanno tratti brevi e frequenti.
Secondo dati elaborati dall’Automobile club italiano (ACI), un’auto di proprietà costa in media 3.500 euro all’anno solo per le spese di assicurazione, bollo e manutenzione ordinaria. Ciò significa che se ipotizziamo che un utente usi l’auto quattro ore a settimana, cioè 208 ore l’anno, risulterà che per guidare il proprio mezzo si spende 17 euro l’ora, carburante escluso.
Si capisce bene come tale pratica anche in Italia si stia affermando rapidamente, come dimostra l’esperienza dell’area metropolitana di Milano.
Da qualche anno, in Europa ci sono società quali Tamyca in Germania e Buzzcar in Francia, che hanno già decine di migliaia di utenti e di veicoli messi a disposizione.
Ora tale pratica di noleggio è sul punto di fare un salto di qualità capace di aumentarne in modo esponenziale la capillarità della diffusione e la convenienza economica. Come? Attraverso il noleggio tra privati, quello che in lingua anglofona è il car sharing “peer to peer”.
In Italia, a breve, ci saranno due “start up” denominate Car2Share e Dryfe che offriranno, a chi vuole mettere in affitto la propria auto e a chi vuole noleggiarne una da un privato, la piattaforma adatta, che comprende un’app per smartphone con geolocalizzazione, necessaria per gestire tale nuovo tipo di noleggio con la massima sicurezza.
Le società che fanno capo alle “start up” avranno un’entrata finanziaria costituita da una piccola commissione nelle transazioni tra gli utenti.
Bisogna subito rilevare che ci sono ancora problemi legati all’aspetto assicurativo: in Italia, le compagnie finora non hanno mai fatto doppie assicurazioni sullo stesso mezzo. Si tratta di un problema già superato in Francia attraverso polizze assicurative che coprono completamente il proprietario con assicurazione di tipo casco e su responsabilità civile e il conducente con un’assicurazione per la responsabilità civile con franchigia.
I presupposti di tale nuovo modo di condivisione dell’auto sono buoni e lo possiamo anche dedurre dal fatto che grandi gruppi come Google, Yahoo, Avis e General Motors, aziende che hanno in molte occasioni mostrato doti di lungimiranza, stanno sul car sharing “peer to peer”.

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