Fondi Ue 2014/20: i cittadini suggeritori - QdS

Fondi Ue 2014/20: i cittadini suggeritori

Massimo Mobilia

Fondi Ue 2014/20: i cittadini suggeritori

martedì 29 Aprile 2014

Presentato il progetto Open Fesr: una consultazione pubblica per la definizione dei progetti del nuovo ciclo di programmazione. La prima fase (aperta il 14 aprile) andrà avanti fino al 16 maggio su ideario.formez.it

PALERMO – Il coinvolgimento diretto di cittadini e aziende per la definizione dei progetti nel nuovo ciclo di programmazione comunitaria 2014-2020. E’ questa l’idea lanciata dalla Commissione europea per la politica di coesione degli anni a venire, attraverso una serie di norme destinate a migliorare la consultazione, la partecipazione e il dialogo con i partner nelle fasi di pianificazione, attuazione, sorveglianza e valutazione dei progetti che verranno finanziati dai Fondi strutturali e d’investimento europei (Fondi Sie).
 
La Regione siciliana ha così lanciato l’iniziativa “Open Fesr”, attraverso il dipartimento della Programmazione, quale l’Autorità che già dirige il Po Fesr 2007-2013, per richiamare cittadini e stakeholder a migliorare la qualità dell’attuazione del nuovo ciclo di programmazione e a rendere l’intero processo più inclusivo e trasparente.
L’iniziativa è già stata presentata a Palermo e Catania attraverso seminari e workshop promossi dal Dipartimento regionale ed organizzati nell’ambito dei progetti Formez "Capacity Sud" ed "Etica", in collaborazione con la Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Palermo e il Comune di Catania.
Si tratta di una consultazione pubblica online rivolta a tutti gli attori che operano nel territorio regionale siciliano, finalizzata a condividere le strategie per migliorare l’attuazione degli interventi e favorire una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nell’Isola. Per partecipare sarà sufficiente collegarsi in rete su ideario.formez.it.
La prima fase di consultazione, che ha come oggetto la definizione di priorità e azioni per il ciclo 2014-2020, è già aperta dal 14 aprile e si concluderà il 16 maggio. Seguirà una seconda fase fino al mese di giugno incentrata sulla stesura del Documento di Programmazione. Tutti i soggetti interessati potranno lasciare, dopo l’opportuna registrazione al sito, la propria idea o proposta di azioni sulle tematiche che orientano la programmazione regionale degli interventi e che verranno finanziati con i fondi europei. Sono previsti comunque nuovi eventi territoriali di incontro per accompagnare la comunità regionale alla consultazione e contribuire attivamente ai principali temi di discussione.
Come ben sappiamo, la Sicilia sconta già un grave ritardo nella spesa comunitaria del ciclo 2007-2013 in scadenza, con una percentuale certificata a febbraio del 41,7%, circa 6,4 miliardi di euro su una disponibilità di oltre 15,7 miliardi (Fas inclusi).
Ci sono quindi ancora da utilizzare 9,3 miliardi entro il 2015. Nonostante ciò, la Commissione europea ha già assegnato alla nostra regione la quota più alta per il nuovo ciclo di programmazione, cioè 6,8 miliardi che poi, tra le varie compartecipazioni locali e nuovi Fas potrebbero lievitare ancora fino a 15 miliardi di euro. Un tesoro immenso che non dovrà essere sprecato.
 
Da qui l’esigenza di aprire la consultazione Oper Fesr. I commenti, le indicazioni e le proposte che emergeranno, verranno sistematizzate in un report e inviate al gruppo di lavoro che opera al dipartimento della Programmazione. Saranno il punto di riferimento per la redazione finale del Fesr 2014-2020.
 

 
L’approfondimento. Pubblicato un vero e proprio codice di condotta
 
"Open Fesr nasce dall’esigenza di un ascolto più persuasivo del territorio", ha dichiarato Giuseppe Scorciapino, dirigente dell’area di Coordinamento e Comunicazione del dipartimento regionale della Programmazione. “Il nostro obiettivo oggi è quello di allargare la partecipazione a quanta più popolazione possibile, cittadini, imprese, associazioni. Coinvolgere cioè tutti quelli che sono in qualche modo direttamente interessati dal programma operativo. Un’iniziativa innovativa – ha aggiunto – che nasce nel contesto di una nuova programmazione molto vincolante, centralizzata e che rischia di rimanere molto distante dai bisogni del territorio. In definitiva, Open Fesr vuole colmare il gap che si crea tra ciò che si stabilisce a Bruxelles e quello che si vuole realizzare a Palermo o Trapani”.
“Per la prima volta la Commissione ha pubblicato un vero e proprio Codice di condotta sul partenariato – ha aggiunto Raffaele Colaizzo, esperto Formez Pa – giuridicamente vincolante, che richiede un coinvolgimento preciso e costante dei partner, non solo nella fase iniziale ma anche per tutto il periodo del ciclo e quindi nella fase dell’attuazione, di negoziato e definizione dei bandi, di sorveglianza e di valutazione. Ogni Stato membro è tenuto a fornire ai partner informazioni adeguate e tempi sufficienti per un corretto processo di consultazione".
 


Tanti i consigli in tema di ambiente
 
PALERMO – A poco più di due settimane dal termine del primo ciclo di consultazione Open Fesr, sul sito “ideario formez” ci sono già oltre 60 idee consigliate da singoli cittadini. Il settore che appare maggiormente attenzionato sembra essere quello ambientale, dove si parla di ripascimento delle spiagge, monitoraggio su abusivismi e discariche, rifiuti zero, risparmio energetico, valorizzazione del territorio in chiave turistica come nell’area dell’Etna o sfruttando le antiche ferrovie dismesse o le cosiddette “trazzere”. Tante le curiosità che potrebbero dimostrasi utili: per la prima volta ad esempio qualcuno parla di mappatura su gradi e rischi di radioattività nell’Isola.
In altri settori emerge da più parti la necessità di aiutare le imprese, di favorire l’accesso al credito, creare efficienti sportelli per i giovani e di snellire le pratiche nella gestione dei fondi europei, mentre nell’istruzione viene lanciata l’innovativa idea di far "adottare" gli istituti superiori alle Università. E poi c’è chi con grande fantasia propone "Palermo capitale europea dell’argenteria", e chi lancia il "made in Sicily" per tradizione e sartorialità da export.

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