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Catania – Notte da turisti nell’Anfiteatro? No, per ora è un sogno lontano

Melania Tanteri

Catania – Notte da turisti nell’Anfiteatro? No, per ora è un sogno lontano

sabato 17 Maggio 2014

I numerosi siti archeologici della città sono spesso chiusi al pubblico e aspettano interventi decisivi. Enormi opportunità turistiche sprecate a causa di inciviltà e disorganizzazione

CATANIA – Potrebbe essere una tra le prime voci di entrata per l’intera economia cittadina, ma il caos, la maleducazione diffusa, la mancanza di risorse e di organizzazione impediscono che le potenzialità si trasformino realtà. Il turismo, settore su cui gli amministratori, da decenni, puntano per riportare vivacità nell’economia catanese, soprattutto dopo il tramonto delle attività industriali che hanno caratterizzato lo sviluppo cittadino negli anni passati, stenta a diventare catalizzatore di attenzioni e risorse, nonostante Catania, sulla carta, possegga tutte le caratteristiche per essere meta privilegiata, quanto meno per chi sceglie di venire in Sicilia.
 
Non è solo dotata di aeroporto e porto, infatti, ma è ricca di beni culturali e monumentali da fare invidia a molte altre realtà. Eppure, chi arriva in città spesso si trova di fronte spettacoli indecorosi da offrire ai visitatori: strade sporche e caotiche e beni culturali poco o affatto accessibili. In centro storico, ad esempio, dove si concentra la stragrande maggioranza di quanto la città etnea ha da offrire, non solo molti siti e beni monumentali non sempre sono disponibili al pubblico ma, quelli che lo sono, sono circondati dal degrado e quasi nascosti dalle cattive abitudini nostrane.
Basta fare un giro attorno al “salotto buono” della città, dove si trovano numerosi siti di interesse, per scattare una brutta fotografia di Catania. Fuori da piazza Duomo o nelle vie limitrofe alla splendida via Etnea, infatti, la città mostra il suo volto peggiore: abusivi, sporcizia, mancanza di regole saltano agli occhi di tutti. Di fronte piazza San Placido, ad esempio, a pochi metri dal barocco di Palazzo Biscari, c’è un enorme parcheggio non certo autorizzato; via Teatro Massimo, la strada che conduce al monumentale Teatro Vincenzo Bellini, oltre ad essere distrutta, è anch’essa diventata parcheggio diurno; idem per piazza Dante, sede del Monastero dei Benedettini. In via Vittorio Emanuele, poi, è il trionfo del caos: nemmeno la casa natale di Giovanni Verga è risparmiata dall’indecenza delle auto posteggiate sul marciapiede. Per non parlare delle Terme dell’Indirizzo, sito romano in pieno centro, chiuse al pubblico che non può nemmeno leggere il cartello turistico, imbrattato e distrutto.
Uno scenario in contrasto con quanto affermato, sin dal suo insediamento, dall’amministrazione guidata da Enzo Bianco che, sin dall’inizio, ha parlato del settore turistico come uno di quelli su cui puntare per riportare Catania tra le mete prescelte dai viaggiatori.
“L’amministrazione sta lavorando molto per riportare l’ordine, non solo in centro storico, ma in tutta la città – afferma Orazio Licandro, assessore ai Saperi e alla Bellezza – ma non basta che sia la politica ad affrontare il problema. Serve la collaborazione di tutti i cittadini – aggiunge – che devono aiutarci, segnalandoci tutto quello che non va. Devono essere – conclude – le nostre orecchie e i nostri occhi”.
Una svolta che intende prendere anche la dirigenza del Parco archeologico catanese, come conferma la direttrice, Maria Grazia Branciforti, che parla dei progetti relativi alle Terme dell’Indirizzo. “Stiamo aspettando che la Soprintendenza completi un intervento che era stato finanziato con i soldi di Lottomatica – spiega – per la sistemazione dello spazio esterno – servizi igienici, guardiola del custode, ecc – dopo di che potremo aprirlo al pubblico”.
 

“Snobbati” i contributi dei privati

CATANIA – Non solo degrado e sporcizia in centro. A scoraggiare i turisti, che comunque quest’anno sembrano tornati ad affollare le strade cittadine, è anche la poca disponibilità dei beni culturali. Molti di questi, infatti, sono chiusi o visitabili solo su prenotazione. È il caso, ad esempio, delle Terme Achilleane, che si trovano sotto il Duomo o le terme dell’Indirizzo, a pochi passi da Castello Ursino. Le prime, gestite dalla Curia, non sono mai aperte; le seconde, gestite dalla Regione, possono essere visitate previa prenotazione. Peccato che, una volta giunti lì non si trovano le indicazioni con i numeri di telefono cui chiamare. Ma, anche per quanto riguarda i beni aperti e disponibili, si contano numerose problematiche. Come, ad esempio, per quanto riguarda l’anfiteatro romano di piazza Stesicoro, uno dei più grandi e importanti d’Italia, tra i monumenti più rappresentativi di Catania, eppure aperto a intermittenza e poco fruibile. Per questo, la Fondazione intitolata a Marilù Tregua aveva messo a disposizione 20 mila € – in particolare per poterlo aprire di notte – chiedendo la collaborazione della Sovrintendenza e del Comune ma, nonostante siano passati mesi, non ha ancora ottenuto una risposta. “Per quanto riguarda l’Anfiteatro – spiega ancora l’assessore Licandro – non possiamo aprire la notte perché non ci sono le condizioni igieniche adeguate. Attendiamo ancora i fondi regionali per i primi interventi urgenti – aggiunge – e ci auguriamo che il governo Crocetta destini a Catania il finanziamento necessario per rendere fruibile e sicuro uno dei beni più importanti presenti in città”. La riqualificazione del “colosseo” nostrano è una priorità anche per il Parco archeologico. “La Soprintendenza ha già organizzato un tavolo di lavoro – afferma la Branciforti – e si stanno aspettando solo i risultati per poter richiedere i finanziamenti adeguati. Non c’è dubbio – conclude – che il recupero sia per noi una priorità”.

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