Gdf scopre truffa a Ue, sequestrati beni per 1,5 mln - QdS

Gdf scopre truffa a Ue, sequestrati beni per 1,5 mln

redazione

Gdf scopre truffa a Ue, sequestrati beni per 1,5 mln

martedì 20 Maggio 2014

Operazione della Guardia di finanza a Caltagirone contro una presunta associazione a delinquere finalizzata all'indebita percezione di aiuti Ue in agricoltura: eseguite 13 ordinanze di custodia cautelare, 29 le persone denunciate

Militari della Guardia di finanza di Catania hanno eseguito 13 misure cautelari personali, 8 in carcere e 5 agli arresti domiciliari, nei confronti di una presunta associazione a delinquere finalizzata alla illecita percezione di aiuti comunitari per l’agricoltura. Sono stati sequestrati beni per oltre 1,5 milioni di euro.
 
 
Il provvedimento cautelare, eseguito da militari delle Fiamme gialle, è stato emesso dal Gip di Caltagirone, Salvatore Acquilino, su richiesta del procuratore Francesco Puleio. Il reato ipotizzato è di associazione a delinquere finalizzata alla illecita percezione di aiuti comunitari nell’agricoltura.
 
 
Gli investigatori hanno denunciato 29 persone, compresi interi nuclei familiari, che, secondo l’accusa, dal 2008 al 2013 avrebbero percepito indebitamente oltre 1.500.000 di euro di contributi. Tra gli arrestati, i responsabili di tre Centri di assistenza agricola (Caa) che, sostiene la Procura, avrebbero omesso di eseguire i previsti controlli sulle domande presentate, attestandone falsamente la regolarità e contribuendo alla commissione delle frodi.
 
 
Le indagini sono state avviate dopo la denuncia alla guardia di finanza di Caltagirone del proprietario di un terreno che dopo essersi rivolto a un Caa per presentare la domanda di aiuti per l’agricoltura, aveva scoperto che il suo fondo era già stato destinatario di incentivi. Gli indagati, secondo le indagini delle Fiamme gialle, interrogavano le banche-dati dei Caa per individuare le particelle catastali dei terreni non ancora utilizzati per l’ottenimento di aiuti, anche all’oscuro dei proprietari dei fondi. Tra le particelle utilizzate, oltre a quelle di privati cittadini, anche quelle di proprietà della Regione Siciliana e Enti locali. I prestanome ricevevano in cambio della collaborazione di 1.000 euro euro.
 
 
Dalle indagini è emerso che il gruppo aveva presentato anche per l’anno 2014 domande di pagamento di contributi all’Agea per circa un milione di euro. Sono state, pertanto, avviate le procedure per il blocco delle erogazioni. Sono in corso di esecuzione, infine, provvedimenti di sequestro di immobili, terreni, autoveicoli, quote societarie e denaro per garantire il recupero delle somme indebitamente percepite dagli indagati, stimate in 1,5 milioni.

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