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Messina – Una sana gestione finanziaria? Al Comune non la conoscono

Francesco Torre

Messina – Una sana gestione finanziaria? Al Comune non la conoscono

giovedì 05 Giugno 2014

Bocciata anche la relazione 2013 di Croce. Non convincono i chiarimenti degli amministratori. I rilievi della Corte dei Conti descrivono una situazione disastrosa e nuovi rischi

MESSINA – In arrivo nuovo materiale per i magistrati al lavoro sul buco di bilancio di Palazzo Zanca. Dopo la stroncatura del bilancio consuntivo 2012, infatti, la Corte dei Conti ha bocciato anche la Relazione del primo semestre 2013 – periodo in cui al timone del Comune vi era il Commissario straordinario Luigi Croce – con sentenza inappellabile: “Gravi profili di irregolarità della gestione amministrativa e contabile”.
Ancor più pesanti, poi, i rilievi mossi dai magistrati contabili alla gestione delle società municipalizzate: “L’attuale assetto del sistema di governance delle partecipate”, si legge infatti nella delibera n. 68 del 14 aprile, “si discosta in maniera preoccupante da basilari principi di sana gestione finanziaria”.
Il documento porta la firma del relatore Gioacchino Alessandro, del presidente Maurizio Graffeo e del consigliere Licia Centro, e presto verrà vagliato dal pool di magistrati della Procura di Messina che – sulla scorta del lavoro del sostituto Antonio Carchietti – ha già emanato 18 avvisi di proroga delle indagini (36 gli indagati totali) con l’accusa di falso ideologico in atti pubblici. Inutile dire che sotto la lente di ingrandimento della Procura vi è l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca e la sua Giunta. Gli attuali rilievi della Corte dei Conti, però, potrebbero allargare ulteriormente il campo, soprattutto tra le fila della dirigenza di Palazzo Zanca. Sono tante e circostanziate, infatti, le critiche che i magistrati esprimono proprio a riguardo della regolarità della gestione amministrativa, per esempio nella programmazione, considerata quasi totalmente assente.
Dure, inoltre, le segnalazioni sul piano contabile, con l’incongruenza delle entrate di competenza rispetto ai dati previsionali, la cronica incapacità di riscossione (che risulterebbe “imputabile alla lentezza della notifica del carico ruoli ed alla scarsa attività del recupero coattivo”), la concessione di beni in comodato gratuito.
Sotto esame, infine, anche i profili di trasparenza e di controllo, che dall’era Buzzanca a quella Accorinti sono rimasti immutati, anzi se possibile sono peggiorati: già la settimana scorsa sulle colonne di questa pagina abbiamo segnalato il gravissimo vulnus generato dal ritardo con il quale l’attuale sindaco sta trattando la questione delle nomine del Nucleo di Valutazione. Avviso pubblico a settembre 2013, ancora si attende l’esito della procedura. Torneremo sull’argomento molto presto.
Intanto, si segnala come la Corte dei Conti non abbia avuto parole dolci nemmeno nei confronti dei nuovi amministratori, laddove si spiega come “i chiarimenti offerti dai rappresentanti dell’ente in adunanza (il segretario generale Antonio Le Donne ed il ragioniere generale Antonino Cama, nda) non hanno consentito di superare le osservazioni mosse, lasciando inalterati i profili di problematicità per la totalità degli aspetti oggetto del deferimento”. Insomma, non si salva nessuno. E ritorna – come potrete leggere nel box qui a fianco – la paura del default.

Il clima a Palazzo. Torna lo spettro del “default”

Messina – Il combinato disposto delle due relazioni della Corte dei Conti ha creato sconquasso e confusione. E anche paura. Le prime reazioni evidenti sono stati i pronunciamenti del sindaco Accorinti contro impegni di spesa che non siano indifferibili, ma da segnalare è anche il tentativo di smarcamento da parte del Consiglio comunale, all’interno del quale vi sono anche ex assessori implicati direttamente o indirettamente nell’inchiesta della Procura. A questo proposito, il presidente Emilia Barrile ha già scritto a tutti gli organi comunali e regionali, e per conoscenza alla Corte dei Conti, sollecitando la risoluzione delle criticità emerse. E sono in molti, dopo mesi di silenzio, a tornare a parlare di dissesto finanziario, ovvero il miglior modo per poter procedere con l’accertamento delle responsabilità personali per la voragine dei conti comunali. La strada scelta dalla Giunta, però, è sempre stata quella del “salviamo il salvabile” e del “prendiamo più tempo che possiamo prima di decidere”. Una strada risultata finora del tutto fallimentare.

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