Gas e petrolio, il giorno dopo l’accordo ira di ambientalisti e Sel - QdS

Gas e petrolio, il giorno dopo l’accordo ira di ambientalisti e Sel

Rosario Battiato

Gas e petrolio, il giorno dopo l’accordo ira di ambientalisti e Sel

sabato 07 Giugno 2014

Il governatore nel mirino per l’intesa da 2,4 mld con Assomineraria che prevede nuove perforazioni. Greenpeace: "Crocetta fulminato sulla via del catrame dopo aver firmato i nostri appelli"

PALERMO – Ieri l’avevamo scritto (leggi l’articolo): l’accordo tra Regione siciliana e Assomineraria da 2,4 miliardi per 7mila posti di lavoro e attività di ricerca ed estrazioni più facili per i prossimi quattro anni non avrebbe soddisfatto tutti. E, infatti, Crocetta, che aveva più volte sbandierato la sua convinta professione ambientalista, si è offerto placidamente alle accuse di tutti coloro che continuano a parlare di un asse di ferro tra Palermo e Confindustria siciliana in barba alle necessità sostenibili del territorio isolano. Il governatore, insomma, si è calato la maschera della concretezza e dell’immediato puntando con decisione verso le fonti fossili, che costituiscono ancora un pezzo fondamentale dell’economia siciliana, sacrificando al contempo altri progetti green che avrebbero coinvolto in altro modo l’economia del mare. 
Le promesse di progetti ecosostenibili nelle attività di ricerca ed estrazione degli idrocarburi, una specie di postilla d’obbligo in un accordo che di fatto demolisce battaglie ambientaliste di anni e scomunica anche le denunce di Enea e Ingv sulle pericolosità sismiche inerenti gli scavi sottomarini in determinate aree del mare isolano, non hanno illuso nessuno.
Per Greenpeace, che solo qualche mese continuava ad auspicare un tavolo di confronto col governatore per evitare nuove perforazioni al largo della Sicilia,  “Crocetta è stato fulminato sulla via del catrame e ha consegnato il Canale di Sicilia ai petrolieri”. "Da buon politico – ha spiegato Alessandro Giannì, direttore delle Campagne – ha firmato i nostri appelli contro le trivelle in campagna elettorale per poi rimangiarsi tutto davanti all’odore dei soldi. Pecunia non olet: nemmeno se puzza di bitume come il famoso pozzo ‘Vega B’”. Proprio quest’ultima, la gemella della piattaforma Vega A, che dovrebbe sorgere al largo di Pozzallo, nel ragusano, è stata al centro di una durissima battaglia con migliaia di firme raccolte online e l’appoggio di importanti nomi della cultura locale e nazionale. Eppure parrebbe rientrare nel piano approvato da Regione e Assomineraria per i prossimi quattro anni.
Niente da fare, insomma, per il potenziamento della famosa economia del mare, che in Sicilia continua a essere determinante grazie a oltre 20mila imprese  e 90mila occupati che potrebbero crescere ulteriormente grazie al turismo sostenibile.
Greenpeace negli ultimi due anni – si legge nella nota dell’associazione –  ha presentato documenti precisi che smascherano i piani dei petrolieri e di chi dovrebbe controllarli. Con la sua campagna ‘U mari nun si spirtusa’ ha proposto un ‘Piano Blu’ per valorizzare il mare di Sicilia, l’unico vero oro blu dell’isola, e per difenderlo da rischi che appaiono evidenti a tutti tranne che al presidente della Regione Siciliana".
Posizione di netta condanna anche da parte della segreteria regionale di Sinistra Ecologia e Libertà.  “L’accordo firmato lo scorso 4 Giugno tra Governo Crocetta e società attive nel settore dell’estrazione è una iattura per la nostra terra e denota la volontà di perseguire un modello di sviluppo effimero e che si è rivelato profondamente sbagliato e controproducente”. 
Non ha evidentemente convinto il controbilanciamento verde dell’accordo che prevede l’istituzione di un comitato paritetico finalizzato all’accelerazione degli investimenti e al monitoraggio delle prescrizioni ambientali e di sicurezza.
Intanto si amplia la tutela dei litorali italiani. Saranno infatti istituite quattro nuove aree marine protette (AMP) che si andranno a sommare alle 27 già esistenti per arricchire la straordinaria offerta di biodiversità marina che l’Italia è in grado di offrire.
Il ministero dell’Ambiente ieri, in attuazione di quanto previsto nella legge di stabilità 2014, ha avviato l’iter per la creazione delle AMP del Conero, sul litorale adriatico presso Ancona, di Torre Calderina in Puglia sulla costa barese tra Bisceglie e Molfetta, di Capo Testa-Punta Falcone, in Sardegna a pochi chilometri da Santa Teresa di Gallura, e di Capo Milazzo in Sicilia.
 

 
Marziano: “Regione-Assomineraria il protocollo è trasparente”
 
Palermo – "Il protocollo di intesa firmato dal governo con Assomineraria, Edison, Enimed e Irmino oltre a prevedere la certezza dei tempi autorizzativi, fissa paletti importanti in una materia delicata come quella delle estrazioni petrolifere rispetto al versante della sicurezza e tutela dell’ambiente e della salute di cittadini e lavoratori". Così Bruno Marziano, presidente della commissione Attività produttive all’Ars commenta l’intesa da 2,4 miliardi di euro sottoscritta dalla Regione Sicilia nel settore del gas e del petrolio.
"Il protocollo, sottoscritto dal presidente Crocetta e dell’assessore Vancheri, è assolutamente trasparente e i contenuti sono stati più volte illustrati in commissione Attività produttive: spero che eventuali dubbi possano essere chiariti nel seguito del confronto fra governo e sindacati". Marziano ricorda inoltre che "il piano di investimenti è stato sottoposto più volte ai sindacati, che a questo protocollo hanno lavorato tre assessorati (Energia, Attività produttive e Territorio) e che rappresenta un’ottima cornice istituzionale rispetto ad un quadro di investimenti privati che possono risultare determinanti per la Sicilia".

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