Siracusa - L’Arsenale greco sepolto dall’erba - QdS

Siracusa – L’Arsenale greco sepolto dall’erba

Isabella Di Bartolo

Siracusa – L’Arsenale greco sepolto dall’erba

sabato 05 Luglio 2014

Insufficienti i fondi della Soprintendenza per far fronte ai necessari interventi. Serve sinergia tra enti. Degrado e rischio di incendi, non si contano le lamentele di turisti e residenti

Siracusa – La fabbrica delle navi greche, in via Arsenale, tra erbacce e topi. La segnalazione è dei turisti ma anche dei residenti costretti a fare i conti con sterpaglie tra i resti antichi e le abitazioni che oltre a essere simbolo di degrado rappresentano pure un serio rischio per gli incendi. L’area si trova in pieno centro, a pochi metri dal Porto Piccolo che in greco era detto Lakkios dove vi sono i resti di un arsenale capace di contenere 60 triremi. Il sito esiste ancora, seppur sconosciuto agli stessi siracusani e non citato negli sparuti depliant turistici della città.
I resti di quest’area archeologica sono visibili imboccando la via Arsenale, da viale Regina Margherita, nascosti tra i palazzi e le strade della Borgata. Un luogo oggi dimenticato che fa parte della schiera di quei cosiddetti siti minori esclusi dai circuiti turistici tradizionali nonostante la loro valenza storica e archeologica. Qui, tra i casermoni moderni, ci sono le tracce di un pezzo della Siracusa antica dove gli aretusei greci fabbricavano e riparavano le navi, come racconta Diodoro Siculo. Eppure nulla è stato fatto per dare decoro a questo sito unico: i resti dell’Arsenale greco sono coperti da erbacce e in totale abbandono. Nessuna indicazione stradale che conduca al sito, né legenda esplicativa dinanzi all’area ad eccezione di un vecchio cartello. Non esistono ricostruzioni grafiche per informare i visitatori di cosa abbiano sotto gli occhi e di che valore abbia questo monumento non solo per Siracusa ma per ricostruire la società greca dell’intero comprensorio sud-orientale.
L’area, a pochi passi dal Porto Piccolo e nei pressi di piazza Santa Lucia e del Santuario della Madonna delle Lacrime, potrebbe a diritto essere valorizzata ed entrare a far parte dei tour dedicati ai visitatori. Inoltre, potrebbe contribuire alla riqualificazione del quartiere della Borgata, dove si trova, con la rinascita di tutta la zona che comprende anche il Porto Piccolo.
Anche in questo caso, tuttavia, come già per il tempio di Zeus, il Ginnasio Romano e gli altri luoghi poco valorizzati della città, il problema è quello delle risorse economiche. I fondi a disposizione della Soprintendenza ai beni culturali, che si occupa della cura dei siti archeologici, sono infatti insufficienti a garantire la fruizione e la manutenzione di tutti i tesori d’arte che Siracusa, e la sua provincia, possiede. Così, ancora una volta, la carenza di risorse economiche si scontra con la opportunità di rendere fruibili, in maniera moderna e in accordo con la tutela dei siti, le varie testimonianze archeologiche che raccontano la storia della città. Una proposta rilanciata in queste settimane ci sarebbe: una sinergia tra enti pubblici e privati per ridar lustro alla città dimenticata.
Con l’aiuto delle associazioni di volontariato che rappresentano oggi l’unica concreta possibilità di pulizia e manutenzione di alcuni siti, in maniera gratuita come accade mensilmente per il tempio di Apollo con Nuova acropoli e il sostegno dell’Amministrazione renziana del sindaco Giancarlo Garozzo che intende "adottare" i siti archeologici.

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