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Palermo – Un Festino all’insegna dei tagli. Il budget è lo stesso del 1995

Gaspare Ingargiola

Palermo – Un Festino all’insegna dei tagli. Il budget è lo stesso del 1995

sabato 05 Luglio 2014

Orlando: “Non si può spendere come in passato, quando non c’era un Comune a rischio dissesto”. Circa 330 mila euro per un’edizione che sarà dedicata ai poveri e alle donne

PALERMO – La 390^ edizione del Festino di Santa Rosalia, in programma a Palermo dal 10 al 15 luglio, sarà dedicata alle donne e ai poveri e ispirata all’azione riformatrice di papa Francesco. Particolare attenzione sarà riservata al mondo commerciale: il 98% degli artigiani e delle maestranze impegnati nella realizzazione degli eventi proviene da Palermo e il Comune organizzerà un concorso aperto ai negozianti per la vetrina più bella in onore della “Santuzza”.
Questa edizione, presentata ieri al Palazzo arcivescovile dal cardinale Paolo Romeo, dal sindaco Leoluca Orlando e dall’assessore comunale alla Cultura e al Turismo, Francesco Giambrone, sarà la più economica da vent’anni a questa parte, dato che il budget di 330 mila euro sarà lo stesso stanziato nel 1995 (all’epoca erano 630 milioni di lire), anche se la cifra è destinata a lievitare fino al mezzo milione con gli oneri di sicurezza (transenne, vigilanza e così via), la Siae e un contributo per la Cattedrale. “Una cifra inferiore all’anno scorso – ha spiegato il sindaco – perché in un’epoca di sobrietà non si possono spendere le somme del passato, compreso il passato in cui il sindaco di Palermo ero io, perché all’epoca non c’era un Comune a rischio dissesto”.
Ad aggiudicarsi l’appalto è stata la ditta varesina Mymoon, guidata da Monica Maimone, che già in altre occasioni ha curato l’organizzazione del Festino, la prima proprio nel 1995 (all’epoca si chiamava Studio Festi). L’assegnazione è avvenuta in un mare di polemiche, con la ditta Terzo Millennio di Andrea Peria, tra le escluse dal bando di gara, che ha deciso di ricorrere al Tar e chiedere la sospensiva dei lavori per presunte irregolarità nell’operato della commissione giudicatrice. “È normale – ha commentato Orlando – che chi è escluso possa ritenere di essere stato leso. Per questo ci sono i tribunali. Gli organizzatori non li abbiamo scelti noi ma un’apposita commissione che ha operato con criteri oggettivi. Faccio un’altra considerazione: i monopoli sono duri a morire,  chi era abituato ad avere ogni anno sempre lo stesso incarico senza gara, poi, quando partecipa a una gara e perde, legittimamente reagisce”.
“Il Festino – ha detto l’assessore Giambrone, che dopo le celebrazioni lascerà la giunta per assumere il ruolo di sovrintendente del Teatro Massimo – sarà un’occasione di lavoro culturale, che non è un lavoro diverso dagli altri, in un momento in cui la drammatica crisi economica a Palermo è più grave che altrove. Sarà il Festino di chi lavora e vive in questa città. È un’opportunità di ricchezza,  come dimostra l’idea del concorso per la vetrina più bella. Questa città vive di cultura e di turismo e tanti turisti verranno per Santa Rosalia”.
Come detto, i temi centrali saranno due: i poveri e le donne. Sul primo è intervenuto il cardinale Romeo: “Il messaggio forte di Santa Rosalia – ha detto – ci invita a osservare questa città spaccata su due fronti, il fronte di chi ha e il fronte dei disperati. Sono drammatici i dati sui senzacasa, sui migranti che sbarcano sulle nostre coste, sulla piaga della disoccupazione, specie quella giovanile, sugli esercizi commerciali chiusi, sul reinserimento sociale di chi ha saldato i debiti con la giustizia, sui ragazzi che smettono di studiare perché non credono che una laurea possa aiutarli a trovare lavoro”.
L’altra figura cardine sarà la donna: ben 130 quelle coinvolte nella preparazione (129 palermitane) fra imprenditrici, scrittrici, casalinghe, docenti universitarie, mediatrici culturali e ancora danzatrici, attrici, cantastorie e figuranti, selezionate a Palermo grazie a un apposito casting. “Anche quest’anno – ha detto la Maimone – lo spettacolo userà i linguaggi stupefacenti e semplici del Teatro di Piazza ma, a differenza delle edizioni precedenti, più che i miracoli racconterà la vita della Santa, il suo rifiuto del privilegio di nascita e del matrimonio combinato, la volontà di prendersi cura degli umili e dei poveri. Tutti caratteri che trovano oggi una forte risonanza nella svolta rivoluzionaria impressa alla Chiesa da Papa Francesco”.

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