Privilegiati contro poveri e disoccupati - QdS

Privilegiati contro poveri e disoccupati

Carlo Alberto Tregua

Privilegiati contro poveri e disoccupati

martedì 08 Luglio 2014

Cantieri per Tav e autostrade

Che si debba dare un assegno di sussistenza di 500 € al mese alle famiglie povere che non abbiano redditi, è un atto di umanità e di equità che tutti i siciliani che pagano le tasse debbono compiere. Per essi, la Giunta regionale e l’Assemblea regionale devono provvedere all’approvazione della relativa legge.
Si stima che le famiglie povere siano circa 100 mila, a 6.000 € l’anno cadauna la spesa stimata sarebbe intorno a 600 mln €, più che accettabile rispetto a un bilancio vero di 15 mld € (il 4 per cento). Ovviamente i 600 mln € debbono essere recuperati dalla riduzione della spesa corrente clientelare che favorisce i soliti clienti.
La prima riduzione di spesa si otterrebbe mettendo in cassa integrazione quella parte di 20 mila dipendenti regionali, di 50 mila della sanità e di altri 40 mila dei Comuni inutile ai servizi, oltre al taglio definitivo di tutti i precari di ogni genere e tipo, rappresentati da acronimi astrusi.
Qualcuno osserverebbe che non esiste la cassa integrazione per i dipendenti pubblici: errore, la legge 183/2011 dice che possono essere messi in disponibilità con l’80% dello stipendio.

Che i precari debbano rientrare fra i cittadini comuni, uscendo dalla classe dei privilegiati, non vi può essere alcun dubbio con riferimento all’equità che deve esistere in una Comunità. Essi sono entrati senza concorso e quindi occupano posti nella pubblica amministrazione in modo illegale, perché hanno violato l’art. 97 della Costituzione, che prescrive tassativamente che agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso…
Rientrando nei ranghi, potranno partecipare ai concorsi come gli altri cittadini, dismettendo le vesti di privilegiati che hanno consentito loro di occupare indebitamente posizioni ottenute esclusivamente in base alla raccomandazione.
In Sicilia, data la penuria di risorse finanziarie pubbliche, bisogna rimettere a posto gli squilibri e le iniquità che hanno consentito alla Regione di distribuire a pioggia risorse, indipendentemente da merito e responsabilità. Non è più possibile tollerare i superstipendi di dirigenti regionali e dell’Ars, né che i dipendenti regionali percepiscano somme superiori a un terzo dei loro colleghi di altre Regioni.
 

Tutti questi privilegiati hanno assorbito risorse che potevano essere messe in circolo nell’economia reale, creando posti di lavoro e aiutando indirettamente le famiglie povere. I privilegiati hanno continuato a percepire risorse sottratte a poveri e disoccupati, i quali non avendo voce non riescono a farsi sentire da costoro, che già per proprio conto vogliono restare sordi a qualunque richiamo all’equità generale.
è ora di finirla con questi privilegi di deputati, dirigenti e dipendenti regionali. Ma è ora di finirla con tutti i pensionati regionali che vivono a sbafo, percependo assegni di quiescenza di gran lunga superiori ai loro contributi versati.
Se Crocetta avesse gli attributi mentali, e noi glielo riconosceremmo volentieri, dovrebbe far approvare una legge di revisione dei conteggi delle pensioni liquidate, eliminando il metodo retributivo iniquo perché privilegiato, e ricalcolando il tutto con il metodo contributivo. È inaccettabile che vi siano pensionati regionali con tre/settemila euro al mese senza aver versato i contributi. I privilegi (e non diritti) acquisiti vanno tagliati.

Nelle manovre correttive alla Legge di stabilità 2014 non si intravede alcuna intenzione di puntare alla crescita e all’occupazione, ma solo a distribuire assegni ai clientes, ignorando poveri e disoccupati.
Crocetta faccia l’esame di coscienza: per puntare a crescita e occupazione deve cofinanziare in massa i fondi Ue per aprire i cantieri in tutta la Sicilia, indispensabili al riassetto idrogeologico del territorio e a tutte le infrastrutture e opere indispensabili e urgenti.
Crocetta spinga per far aprire i cantieri della Tav-light Messina-Catania-Enna-Caltanissetta-Palermo (Caltanissetta non può essere saltata) e le bretelle con la costruenda (auspichiamo) stazione sotterranea all’aeroporto di Fontanarossa.
Indispensabile sarebbe anche una Tav-light tra Agrigento e Palermo, sotto il cui aeroporto dovrebbe essere costruita la stazione ferroviaria. Vi è poi l’altra questione urgente: chiudere l’anello autostradale tra Castelvetrano e Gela e completare la Nord-Sud che procede molto lentamente.
La guerra è perduta, se non ci sono coraggio e determinazione. Ma i siciliani debbono vincerla.

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