PALERMO – Numeri documentati dalla Relazione della Corte dei Conti al Rendiconto della Regione per l’anno 2014 e dai dati a disposizione dell’assessorato all’Economia relativi a Comuni, ex Province, aziende del Servizio sanitario regionale e altri enti, come Consorzi Asi, Iacp, etc. Tutti insieme costituiscono l’enorme buco della Sicilia che ha viaggiato di gran lunga al di sopra delle proprie possibilità.
Il dato più pericoloso è rappresentato da quelle somme scritte tra le entrate, la cui riscossione è considerata incerta, ben 5,4 miliardi. Essi rappresentano un terzo dei 15 miliardi di residui attivi della Regione, precisamente crediti accertati, ma non riscossi. E poi ci sono 18,4 miliardi di debiti, mettendo insieme quelli di Regione, Comuni, ex Province, Aziende sanitarie e altri enti.