Casse vuote, ma stipendi dei deputati Ars al sicuro - QdS

Casse vuote, ma stipendi dei deputati Ars al sicuro

Antonio Mercurio

Casse vuote, ma stipendi dei deputati Ars al sicuro

mercoledì 06 Agosto 2014

Tagli, non per tutti: gli onorevoli hanno la priorità su forestali e Comuni. La spesa resa obbligatoria dall’articolo 2 della Finanziaria

PALERMO – Per mesi tagliare gli sprechi è stata la parola d’ordine che ha guidato il lavoro frenetico del governo e della commissione Bilancio, alla prese con la continua riscrittura della finanziaria, completamente stravolta dai colpi inferti, a più riprese, dal commissario dello Stato Carmelo Aronica.
 
Le sforbiciate, tuttavia, sembravano non bastare mai davanti alle esigue risorse in cassa. Si è temuto il peggio quando agli sgoccioli di luglio, il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e l’assessore all’Economia Roberto Agnello sono dovuti letteralmente correre dal commissario per una verifica ulteriore delle risorse. Un clima teso, reso ancora più caldo dalla continue bagarre in Aula sui tagli alla tabella h, sul costo delle partecipate, stipendi e pensioni d’oro. Il rischio temuto di non avere nemmeno i fondi per pagare le spese correnti, inclusi gli stipendi dei 90 deputati e del personale di Palazzo dei Normanni.
Ed ecco che nascosto tra le pieghe della finanziaria, spunta una norma a maggior garanzia di queste voci in caso di sforamento del patto di stabilità. Proprio all’inizio del testo della manovra ter, approvata a fine luglio, l’articolo 2 introduce una “variazione nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l’esercizio 2014”. In particolare, con l’emendamento 2.22, a decorrere dall’esercizio finanziario 2014, il capitolo 109301 – U.P.B. 4.2.1.5.10 – è inserito nell’elenco relativo a “Spese obbligatorie e d’ordine iscritte nello stato di previsione della spesa ai sensi dell’articolo 26 della legge 31 dicembre 2009, n. 196”. Si tratta delle risorse necessarie per pagare gli stipendi del personale e dei 90 deputati dell’Ars che, con il nuovo anno, non saranno più iscritte nei capitoli cosiddetti liberi ma obbligatori. In pratica, nel caso in cui si dovesse sforare il patto di stabilità, pur in presenza di risorse disponibili, le prime voci a essere toccate – quindi temporaneamente sospese – sarebbero proprio i capitoli liberi. Per ultimi, invece, i capitoli obbligatori, che godrebbero di una maggior tutela. Una decisione, chiariscono dagli uffici del più antico Parlamento d’Europa, assolutamente comprensibile, che già ha trovato piena applicazione a livello nazionale, a tutela del regolare funzionamento dell’Assemblea siciliana. Resta il fatto che da quest’anno grazie a questa norma, con le casse praticamente vuote e lo spettro del patto di stabilità sempre incombente, potrebbero saltare improvvisamente le risorse per stipendi e altre voci di spesa, ad eccezione dei  deputati e del personale: sarà un caso?
“I deputati siciliani – dichiara il segretario nazionale di Italia dei Valori Ignazio Messina – si mettano una mano sulla coscienza e si guardino intorno. Loro che si lamentano dei ritardi degli stipendi, provino a dirlo ai cassaintegrati, ai disoccupati ed ai precari. […] Non possiamo più permettere che la politica abbia corsie preferenziali relegando un intero territorio nell’emergenza sociale”.

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