Giftsitter, così si semplifica la lista regalo - QdS

Giftsitter, così si semplifica la lista regalo

Antonio Leo

Giftsitter, così si semplifica la lista regalo

venerdì 08 Agosto 2014

Il Ceo è Sergio Serafini, ex assessore al Comune di Catania e fondatore del sito di informazione “Mondo Blackberry”. Niente più negozi, il dono si fa direttamente sul web: questa la mission della startup catanese

CATANIA – Immaginate la scena: è sabato o peggio domenica, unici giorni della vostra dannata settimana in cui forse vi resta un briciolo di tempo per voi stessi, e invece dovete scapicollarvi in chissà quale negozio per saldare il debito morale con il neo dottore non medico che la sera prima vi ha invitato a festeggiare la sua laurea. O, Dio ce ne scampi, avete dovuto prendere il peggior caffè della vostra vita con l’amico (il più amico di tutti) esattore delle quote “regalo”. Dove c’è una festa, d’altronde, lui è sempre lì in agguato. Ecco, per levarvi da questi impicci è nata alle falde dell’Etna “Giftsitter.it”, sito web attraverso il quale si vuole facilitare il compito degli invitati che oltre alla pancia e alla presenza vogliono portare qualcosa di più, ma solo con un click.
I vantaggi sono anche per il festeggiato, cui basterà comunicare a tutti gli amici di aver aperto una lista online, magari tramite Facebook, e questi potranno versare le quote che ritengono opportune. I più fiduciosi nella generosità altrui potranno anche inserire un obiettivo – poniamo per esempio 1.000 euro – di cui un’immagine animata mostrerà lo stato di avanzamento. Una sorta di crowdfunding ritagliato per le feste – di laurea, compleanno, nozze e via discorrendo – che  tra l’altro elimina l’imbarazzo di dove chiedere “la busta”  o la frustrazione di dover spendere i soldi in un esercizio commerciale in cui non si comprerebbe nemmeno una tazza da té.
L’idea è di Sergio Serafini, trentunenne catanese tutto blackberry e politica. Ci spieghiamo subito. Ex assessore all’Innovazione tecnologica del Comune di Catania negli ultimi mesi dell’amministrazione Stancanelli, Sergio dal 2011 racconta ai fan degli smartphone più amati dai businessman statunitensi le novità del marchio con il portale “mondoblackberry.it”. L’uomo giusto col telefonino giusto, o meglio quello con il segnale dell’informazione più debole.
In poco tempo, “Mondo Blackberry” diventa il primo sito italiano dedicato al brand, con un app scaricata da oltre 200.000 utenti e premiata l’anno scorso come migliore nella sua categoria. Da semplice blog per appassionati il sito diventa un vero e proprio magazine, punto di riferimento per la community italiana. Di più, Serafini e i suoi collaboratori sparsi per l’Italia – la sua è un’azienda liquida, si può dire, fondata sul telelavoro – allargano il network agli altri dispositivi mobile, iOS e Windows Phone (con Android in dirittura d’arrivo), ma mantenendo anime separate perché, ci spiega l’ex assessore, “l’utente che ha uno smartphone non è particolarmente interessato a quello che succede su un’altra piattaforma”.
Aggredire la nicchia, insomma, puntare su uno specifico bisogno e cercare di creare un servizio che possa soddisfarlo. è un po’ il tarlo di ogni startupper che non vuole improvvisare. Solo che “nell’editoria online l’introito pubblicitario è una specie di oasi nel deserto, troppo limitato e vincolato alle logiche del posizionamento su Google”. E così, per riallacciarci a quanto sopra, prende forma Giftsitter. L’idea, spiega Serafini, è quella di “ricreare l’ambiente della lista fisica in un negozio: gratuità totale per il festeggiato che può tenere la lista aperta per quanto tempo desidera e possibilità altresì di utilizzare quei soldi come meglio crede”.
Quattro le opzioni a disposizione degli utenti, tutte integrabili tra loro. Quella probabilmente più interessante è la possibilità di raccogliere denaro puro con versamento sul proprio conto corrente o accredito su carta. Qualora, poi, gli utenti non vogliano girare con i contanti o con le carte di credito, possono richiedere a Giftsitter di commutare tutte o parte delle quote versate in un voucher da spendere in un determinato negozio. La terza soluzione consiste nel delegare l’acquisto su internet di un oggetto, supponiamo un Ipad. In questo caso, si segnala un prezzo e poi ci penseranno gli operatori della startup a cercare l’offerta migliore sul web. Probabilmente sarebbe stato più semplice implementare il servizio con un motore di ricerca interno in grado di comparare automaticamente i prezzi della rete, ma per Sergio “non bisogna sottovalutare che ci sono siti che ti mettono il prezzo stracciato e poi ti truffano. La nostra è una ricerca garantita”. L’ultima opzione è quella di spendere le quote raccolte nello store interno, dove si contano centinaia di migliaia di articoli.
Ma siccome senza soldi non si canta messa, qual è il modello di business della startup? “Noi – rivela Sergio – guadagniamo sulla commissione che l’invitato versa in più rispetto al regalo. Per esempio, su 50 euro l’utente pagherà 1 euro e 99 centesimi: si tratta di una percentuale sulla quota versata divisa tra le commissioni bancarie e Giftsitter. Un piccolo costo aggiuntivo che però ha un valore, essendo sostitutiva delle spese – per esempio – degli spostamenti, del parcheggio, senza sottovalutare il tempo sprecato. Poi abbiamo dei ricavi anche sul venduto all’interno dello store”.
Intanto la startup ha ricevuto un finanziamento nell’ambito del progetto “Smart&Start” di Invitalia. Un piccolo sostegno che dà fiducia all’impresa, ma l’obiettivo adesso è farli i regali, o meglio aiutare a farli.
 


“Il Piano giovani è un grande bluff”, startup tagliate fuori e tante anomalie
 
PALERMO – L’unica cosa certa e puntuale in Sicilia è lo stipendio dei parlamentari regionali. Che per non sbagliare nei giorni scorsi, nottetempo, si sono approvati una leggina – una norma inserita all’interno della Finanziaria atto III – che li pone in cima alla lista dei creditori della Regione. L’arroganza del privilegio stride con quanto hanno subìto migliaia di giovani siciliani con il Piano a loro dedicato, in coda per 500 euro al mese su un sistema informatico che ha fatto più acqua di quanto se ne sia mai vista in alcune zone dell’agrigentino. Non è bastata la figuraccia del 14 luglio all’assessore Nelli Scilabra e compagnia “formante”, quando il server è saltato in aria per la mole di utenti connessi, il 5 agosto è andata in scena la replica nello stesso teatro dell’assurdo. La seconda tranche di posti (800 su un totale di 2.400) è sfumata in poco più di un’ora, con la stragrande maggioranza degli utenti impossibilitati ad accedere al portale. Già il concorso di per sé è una schedina (vince il click più veloce), il problema è che in molti non l’hanno potuta nemmeno giocare. La startup Giftsitter è tra le aziende partecipanti e, giusto per aggiungere l’ennesimo paradosso alla grottesca vicenda, non avrebbe potuto esserlo. “Ci siamo accorti – racconta Sergio – che non potevamo partecipare nonostante, e questa è l’assurdità, non siamo stati ancora esclusi! Il punto è che viene richiesta una sede operativa con tutti i criteri antinfortunistici e antincendio. Ma ormai molte aziende, inclusa la nostra, operano in telelavoro. E così tantissime startup, con potenzialità, che avrebbero avuto l’interesse di assumere, a differenza delle grandi imprese che magari ti sfruttano per sei mesi e poi ti mandano a casa, vengono tagliate fuori”.
Il sistema è talmente drogato che intanto Giftsitter ha ricevuto regolarmente i curriculum (circa 130 a luglio e ora altri 50) e ha “accettato” le richieste di ben otto aspiranti stagisti, quando il limite massimo per l’impresa è di due (trattasi infatti di datore di lavoro con non più di cinque dipendenti, a tempo indeterminato e/o determinato).
E ora Serafini lancia ulteriori ombre: “Pare che qualcuno abbia brevettato un metodo per entrare facilmente nel portale, aggirando la massa di utenti che impallano il server, e queste persone si farebbero pagare per usare questo strumento”. Accuse gravissime, qualora fossero confermate.
“Questo piano giovani è un bluff clamoroso – conclude amaramente Sergio – L’unica nota positiva è stata la possibilità di conoscere tanti ragazzi volenterosi, che prenderemo in considerazione a prescindere dal concorso regionale”.

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