Renzi e il rammarico dei fondi Ue non spesi - QdS

Renzi e il rammarico dei fondi Ue non spesi

redazione

Renzi e il rammarico dei fondi Ue non spesi

venerdì 15 Agosto 2014

La visita del premier, ieri pomeriggio a Gela e Termini Imerese. “Spendere bene 40 mld. Se riparte il Sud, lo fa tutta l’Italia”

GELA – “Se riparte il Sud riparte l’Italia. Saremo un Paese serio se riusciremo a spendere bene i fondi europei. Vogliamo fare un lavoro verificabile con il coinvolgimento dei cittadini: quando ci sono 40 miliardi di euro da spendere bisogna spenderli bene. Non c’è un problema Italia in Europa, ma il problema Europa per il mondo”. Anche ieri, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non ha fatto sconti né ha risparmiato autocritiche. Nemmeno a Gela e a Termini Imerese, dove è stato nel pomeriggio in visita, lungo un asse del Sud che di mattina ha toccato anche Napoli e Reggio Calabria.
A Gela, Renzi è stato accolto dal sindaco Angelo Fasulo, dal presidente della Regione Rosario Crocetta, dal prefetto Carmine Valente e dai sindaci di Butera, Riesi, Niscemi. In piazza Municipio ha trovato una delegazione di lavoratori dell’Eni con uno striscione: ”Prima delle riforme occorre il lavoro”.
In prima battuta il premier ha incontrato privatamente gli imprenditori ed i sindacati che hanno presentato un documento: “Chiediamo un confronto che, attraverso la responsabilità di ognuno di noi, possa dare in breve tempo risposte concrete alla città di Gela, alla sua prestigiosa storia industriale e al suo immediato futuro”, hanno scritto i segretari generali di Cgil, Ignazio Giudice, Cisl, Emanuele Gallo, e Uil, Vincenzo Mudaro. Al centro di tutto la vertenza con Eni, la conferma dei 700 milioni di euro di investimenti concordati al fine di rendere la Raffineria di Gela eco-compatibile e nel contempo competitiva sul mercato, così come sottoscritto nel verbale d’incontro del 31 luglio scorso presso il ministero Sviluppo Economico.
“Scusate – ha scherzato Renzi, poi subito serio – se vi ho rovinato il Ferragosto. Innanzitutto bisogna pensare al turismo, alle risorse del territorio. Il 29 agosto ho un Consiglio dei ministri per il decreto Sblocca Italia e il 7 novembre dovremmo firmare i contratti per lo sviluppo con 420 milioni di euro. Per me sono pochi, ma devono essere risorse in più per il territorio”. Sul caso Gela: “Dobbiamo contemperare le esigenze di natura economica con quelle del lavoro. Il vescovo rimarcava prima di essere generosi con la terra del Sud. Dobbiamo pensare di essere protagonisti e non di essere salvati. Il Sud è nelle condizioni di essere da traino. Verrò ogni tre mesi (prossimo appuntamento annunciato il 7 novembre, ndr), ma voglio trovare un atteggiamento che lasci da parte la rassegnazione”. Soddisfatti il sindaco e i sindacati, perché il premier ha parlato di fondi extra per la bio-raffinazione a Gela. Si vedrà.
Matteo Renzi è giunto poi a Termini Imerese. Appena è sceso dall’auto è stato accolto dall’applauso della gente sistemata dietro le transenne in piazza Duomo, sede del Municipio, dove il premier, dopo aver stretto le mani ad alcune delle persone che gridavano “lavoro… lavoro”, ha incontrato il sindaco, Salvatore Burrafato, altri amministratori locali dei Comuni del comprensorio e una delegazione sindacale.
Renzi ha ricordato la sconfitta per la mancata riattivazione del polo auto, ricordando le trattative in atto con la mediazione del Mise.
“Se il Sud o l’Italia si aspetta che qualcuno risolva i problemi è finita. C’è chi dice che l’Italia sarà salvata dall’Europa, ‘ma de che’… L’Italia dà all’Europa molto più di quello che l’Europa dà all’Italia. Sono sempre pronto a scrivere nuove regole sul lavoro, però si fa pensando a cambiare le garanzie non a eliminarle”. 

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