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Palermo – Partecipate: internalizzare per anticipare Cottarelli

redazione

Palermo – Partecipate: internalizzare per anticipare Cottarelli

mercoledì 20 Agosto 2014

Il sindaco può giocare d’anticipo sul Programma presentato da Cottarelli, trasformando le aziende controllate in dipartimenti interni e tagliando Cda, revisori e altri inutili sprechi

PALERMO – Diciannovemila, di cui la metà per le aziende partecipate. Questo il numero di cedolini che ogni mese il Comune di Palermo paga, direttamente o indirettamente, per i propri dipendenti. Un carrozzone che negli anni ha più volte rischiato di finire fuori strada e che soltanto da poco sembra essersi definitivamente lasciato alle spalle lo spettro del default.
Certo è che, se si vuole continuare a garantire i servizi essenziali ai cittadini, è necessario tagliare le spese correnti, magari iniziando proprio dalle aziende partecipate.
In questo senso dobbiamo dare atto all’amministrazione retta da Leoluca Orlando di essersi mossa con un certo raziocinio: si è provveduto a sbrogliare l’ingarbugliata matassa dell’ormai fallita Amia, si sta cercando di far arrivare in porto quella carretta sgangherata che è l’ex Gesip (con i suoi 1.700 dipendenti in cassa integrazione) e si sta ulteriormente tentando di ridurre il personale delle aziende controllate a 15/16.000 unità grazie all’esodo incentivato messo a loro disposizione.
 
Come detto, questa azione avviata da Orlando e dai suoi assessori, primo fra tutti Luciano Abbonato, responsabile del Bilancio, è senz’altro positiva, ma non può essere decisiva. Le partecipate, infatti, continuano a essere uno dei principali punti deboli per le finanze dell’Ente, così come testimoniato anche dal Consuntivo 2013, approvato dal Consiglio comunale a ridosso di Ferragosto.
Il documento economico ha evidenziato ancora una volta come le nove aziende partecipate, con il loro costo di 288 milioni di euro, 160 dei quali pagati per il personale, abbiano ingessato e continuino a ingessare pesantemente la capacità di manovra di Palazzo delle Aquile. Una zavorra che può essere lasciata cadere soltanto con un grande atto di coraggio dal punto di vista amministrativo: Orlando deve anticipare Cottarelli.

Stiamo parlando di Carlo Cottarelli, commissario per la Revisione della spesa pubblica, voluto dall’ex premier Enrico Letta, che nei giorni scorsi ha presentato il suo Programma di razionalizzazione delle società partecipate locali. Un progetto ambizioso, che punta a ridurre a 1.000 unità le 8.000 società partecipate attualmente operanti in Italia nel corso del triennio (2014/2016).
Ma in che modo Orlando può anticiparlo? Semplicemente iniziando a “internalizzare” i servizi resi dalle società controllate, trasformandole in Dipartimenti comunali. Il primo beneficio sarebbe un taglio deciso ai costi per presidenti, Consigli di amministrazioni, revisori dei conti e altro ancora. Tutto sarebbe ridotto all’osso nell’ottica di una razionalizzazione dei servizi ai cittadini, con i dipendenti che passerebbero alle dirette dipendenze del Comune e dei dirigenti di riferimento, i quali avrebbero la responsabilità di guidare finalmente in modo efficiente le (a quel punto ex) controllate.
La proposta è forte, ce ne rendiamo conto, ma ci sembra l’unica possibile per uscire da una palude che rischia di affondare definitivamente la città. Ora serve il coraggio di fare scelte impopolari ma inevitabili.

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