Il trasporto ferroviario siciliano attende potenziamento e contratto di servizio - QdS

Il trasporto ferroviario siciliano attende potenziamento e contratto di servizio

Rosario Battiato

Il trasporto ferroviario siciliano attende potenziamento e contratto di servizio

venerdì 22 Agosto 2014

La denuncia di Malaponti (Comitato pendolari): “Aspettiamo una firma da 5 anni, accordo finito in un binario morto”. L’inizio dei lavori per la linea veloce Pa-Ct-Me potrebbe essere anticipato al prossimo anno

PALERMO – Il decreto Sblocca Italia ha risvegliato appetiti e voglia di ricostruire l’Italia, quasi si fosse nell’immediato dopoguerra. E il paragone, pur essendo decisamente iperbolico, lascia intendere lo stato di incompletezza, o inadeguatezza, in cui versa buona parte del tessuto infrastrutturale italiano e soprattutto siciliano. A partire dalla ferrovie visto che pare ormai assai probabile un anticipo dell’inizio dei lavori della linea ferroviaria Catania-Messina-Palermo, anche se restano ancora in alto mare il contratto di servizio e l’accordo di programma con le Ferrovie dello stato.
Il governo si è impegnato a provvedere, entro la prossima settimana, al decreto legge che dovrebbe rimettere in moto l’occupazione in Italia attraverso il potenziamento delle infrastrutture. Nel punto dedicato allo sblocca-cantieri ci sono 14 infrastrutture “promosse” dall’esecutivo Renzi e per le quali sono stati già stati stanziati oltre 30 miliardi di euro. C’è anche la nostra vecchia conoscenza della linea ferroviaria Catania-Messina-Palermo già finanziata per 5,2 miliardi di euro e che prevederebbe l’avvio dei lavori per il periodo febbraio-marzo del 2017, anche se l’obiettivo più immediato è anticipare alla metà del prossimo anno.
Sarebbe proprio una bella notizia per una Regione che deve fare i conti con un trasporto pubblico locale ridotto ormai ai minimi termini col fiore all’occhiello di un trasporto ferroviario senza contratto di servizio. L’ultima denuncia è giunta dal coordinatore del Comitato pendolari siciliani, Giosuè Malaponti, che lo scorso martedì ha pubblicato un post pubblicato sul blog della sua associazione, riprendendo la storia del “binario morto” su cui sono stati diretti l’Accordo di programma e il contratto di servizio. La lunga storia dell’Accordo di programma risale al 2009, data che ha dato l’inizio alla prima deliberazione della giunta sul tema, poi seguita dalla successiva n.221 del 13 settembre 2011 fino all’ultima n.114 del 20 maggio 2014 che “a tutt’oggi non ha prodotto nessun effetto”, scrive Malaponti. Non sono cambiati i contenuti dell’accordo, nonostante i tre assessori coinvolti distribuiti su due governi, Russo per Lombardo e Bartolotta e Torrisi per Crocetta.
 
La firma dell’Accordo di programma, ricorda Malaponti nel suo interventi, prevede un successivo passaggio nel Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario e che permetterà alla Regione di “decidere quali e quanti servizi intende acquistare, stipulando con l’eventuale vettore un vero e proprio contratto della durata di sei anni ulteriormente rinnovabili per altri sei” stabilendo prezzi dei biglietti e degli abbonamenti e anche i servizi minimi di qualità da erogare.

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