Ad ammettere che qualcosa non funziona è lo stesso governo siciliano che fa riferimento a delle normative “poco fluide”: “Non a caso – dice l’assessore regionale al Lavoro, Luigi Gentile – particolare rilievo assume l’iniziativa, già avviata sin dall’insediamento del nuovo governo, diretta alla elaborazione di un Disegno di legge di riforma del settore Appalti pubblici. Si tratta di un testo normativo costruito dalle fondamenta, attraverso gli apporti propositivi di tutti gli attori istituzionali e di categoria. Infatti, sono stati istituiti dei Tavoli tecnici che hanno lavorato costantemente e che hanno ricevuto anche l’apporto rilevante dell’Ance, senza trascurare le difficoltà che la rimodulazione dell’assetto normativo comporta”.
Un mix devastante che ha già comportato quindi delle conseguenze evidenti e che potrebbe ancora produrre degli effetti già sin dalle prossime settimane. Quindi tutto questo significa che la crisi economica colpisce in Sicilia anche i settori più innovativi e le imprese che operano nel campo delle energie rinnovabili.
Proprio in edilizia e energia rinnovabile sono arrivate le segnalazioni più frequenti nell’ambito dell’iniziativa “AddioBurocrazia” avviata dai Giovani imprenditori di Confindustria Sicilia che sta riscuotendo notevole seguito da parte delle aziende che stanno segnalando alla mail addioburocrazia@confindustriasicilia.it numerosi casi di “malaburocrazia”.
Il presidente dell’organismo degli industriali, Giorgio Cappello, ha voluto dare seguito a questo progetto per un semplice motivo: “Bisogna combattere con vigore – ha sottolineato – questi vincoli che reprimono lo sviluppo della nostra meravigliosa Isola e che la relegano sempre al ruolo di fanalino di coda dell’economia nazionale, e adesso anche internazionale”.