Formazione professionale: partono i primi licenziamenti - QdS

Formazione professionale: partono i primi licenziamenti

Michele Giuliano

Formazione professionale: partono i primi licenziamenti

giovedì 04 Settembre 2014

Alcuni enti del settore hanno fatto partire le prime interruzioni dei rapporti nonostante gli impegni presi. Ad agosto definito l’Albo degli operatori. Ora gli eccedenti andranno a casa

PALERMO – Questo mese di settembre forse più di ogni altro era molto atteso dal mondo della formazione siciliana per verificare la tenuta della riforma varata dal governo regionale per il settore. I primi effetti sono dirompenti, così come era stato preventivato in realtà da molti addetti ai lavori: sono scattati infatti i primi licenziamenti negli enti in base all’accordo approvato il 5 agosto scorso tra governo siciliano e sindacati sulla nuova programmazione delle attività formative.
Quello che aveva preannunciato l’assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra, cioè la garanzia occupazione per i lavoratori riconosciuti all’interno dell’Albo degli operatori, recentemente varato, sembra non si stia avverando. Il primo scossone ai licenziamenti arriva dall’Iripa Sicilia che ha notificato in questi giorni ad alcuni dipendenti lo status di “lavoratori eccedentari”.
Molti enti hanno sostenuto che i recenti tagli imposti dal governo regionale all’imminente avvio della III annualità dell’Avviso 20 non sono in grado di coprire i costi di gestione e del personale. Anche se ancora è prematuro già qualche organizzazione di categoria sta pensando a proporre possibili ricorsi al Tar per i lavoratori licenziati. Alcuni lavoratori, in apposite pagine tematiche di facebook, hanno lanciato l’idea di costituire un’associazione per potare avanti in forma unitaria dei contenziosi giudiziari presso le autorità competenti in ordine proprio ai ricorsi contro i licenziamenti. Nel contempo i Cobas hanno dichiarato lo stato di agitazione in tutta la Sicilia.
Il tutto in attesa delle prossime assemblee che si terranno a Palermo, Caltanissetta e Catania in cui saranno presenti tutti i lavoratori: dovranno essere definiti tempi e modi per portare avanti la lotta per la difesa ad oltranza della categoria. “Il governo regionale ha solo seminato macerie, disperazione fra i lavoratori, e ancora più grave rivalità fra i giovani siciliani – si legge nella nota -, dividendoli in meritevoli di interventi e non, creando una frattura e una competizione sociale tra i giovani laureati e gli altri. Non garantire più i rimborsi delle spese di viaggio o l’indennità di frequenza, mortifica i giovani che vorrebbero frequentare i corsi di formazione, sentenziandone l’abbandono e il salto nel buio”.
Secondo i Cobas la vera colpa dello sfascio del settore è da collegare “al sistema affaristico-politico che accomuna tutti i soggetti che hanno speculato, deviato e approfittato dei finanziamenti destinati al sistema formativo in Sicilia”.
 


L’approfondimento. Quali sono i termini dell’accordo contestato
 
L’intesa tra la Regione e le organizzazioni di categoria è stato dalle parti sociali, dalle parti datoriali, dalle associazioni dei lavoratori e dall’amministrazione regionale sui principi per l’avvio delle attività formative. Massima condivisione su uno dei punti ritenuti tra i più importanti di questo accordo: sarà corrisposto quasi tutto il finanziamento per la quota personale (97 per cento) all’avvio dell’attività di almeno il 70 per cento dei corsi. Importante anche, nell’ottica di nuove disposizioni ministeriali per l’accesso e la concessione della cassa integrazione in deroga, l’impegno dell’amministrazione nel considerare il settore della formazione professionale prioritario nella individuazione dei comparti produttivi.
Prevista la riqualificazione del personale nel quadro di un reinserimento lavorativo, l’incentivo all’esodo con in primis il “prepensionamento” e la cosiddetta clausola sociale per tutti quegli organismi che vorranno fare formazione professionale o servizi per il lavoro in Sicilia, la quale obbligherà gli stessi enti di formazione ad assumere il personale iscritto all’Albo regionale degli operatori della formazione professionale.

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