Messina - Quei 530 mln di euro di debiti vari peseranno per almeno 10 anni - QdS

Messina – Quei 530 mln di euro di debiti vari peseranno per almeno 10 anni

Francesco Torre

Messina – Quei 530 mln di euro di debiti vari peseranno per almeno 10 anni

mercoledì 10 Settembre 2014

MessinAmbiente, Atm e Ato sono le partecipate che hanno prodotto passività e contenziosi. Maratona per approvare i bilanci comunali. Ben 110 mln € di debiti fuori bilancio

Messina – Neanche il tempo di “digerire” l’approvazione del Piano di riequilibrio decennale che subito ecco spuntare altre improrogabili scadenze: Iuc, Rendiconto 2013, Previsionale 2014. Per Giunta e Consiglio continua il drammatico tour de force per tracciare il futuro amministrativo di Palazzo Zanca, ancora in bilico tra dissesto e “salvataggio” dall’alto, ma le conseguenze di questa particolare congiuntura cominciano ad essere evidenti.
 
Per Gino Sturniolo e Nina Lo Presti, eletti nella lista arcobaleno di Cambiamo Messina dal Basso, dopo l’abbandono dei giorni scorsi si sono aperte le porte del Gruppo Misto. E continua ad essere alta la tensione tra gli sponsors accorintiani, tra chi accusa il sindaco di aver abbandonato il progetto partecipativo e di lavorare sostanzialmente in continuità col passato e chi al contrario non esita a mantenere un approccio fideistico e costruttivo con Renato e non ammette critiche e opposizioni interne. Il quadro frammentato però non può celare il dato oggettivo di un Piano di riequilibrio che per 10 anni obbligherà i cittadini a pagare tasse e servizi più salati e il Comune a lavorare esclusivamente nell’interesse di rientrare dal mostruoso debito prodottosi nel passato in primis grazie alle allegre gestioni Buzzanca e Genovese, senza considerare i precedenti sindaci e commissari vari. Un’”allegria” quantificabile oggi in oltre 500 milioni di euro, distinti in 110 mln € di debiti fuori bilancio e 428 mln € di debiti potenziali o latenti.
Tra le maggiori partite debitorie presenti nel Piano, un posto di primo piano spetta alle principali partecipate comunali, vero regno della malagestione, oggi interamente da rifondare.
MessinAmbiente. 30 mln di debito, anche se non tutti in conto capitale. Dal Piano dovrebbe incassare quasi 17 mln.
Atm. 32,5 mln di debiti, tutti censiti e inseriti nel Piano.
Ato3. 23,6 mln di euro, anch’essi totalmente censiti e inseriti nel Piano.
In totale, solo questi tre enti hanno prodotto negli anni 100 milioni di euro, se si considera anche il contenziono da 15 mln ancora da risolvere tra MessinAmbiente e Ato3. Debiti di cui nessuno sembra essere responsabile, come se queste società si siano gestite da sole, come se non ci siano stati presidenti e amministratori delegati dagli stipendi altisonanti, come se non siano stati erogati contributi a pioggia e consulenze a go go per gli amici, i clienti e gli amici degli amici e dei clienti. Ed è questo che, evidentemente, non va giù agli accorintiani fuoriusciti e agli oppositori del “sistema”: il fatto che tutto ciò sarà derubricato e, peggio ancora, messo sul conto dei cittadini onesti. 

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