Sanità: disavanzo e scarsa assistenza - QdS

Sanità: disavanzo e scarsa assistenza

Maria Francesca Fisichella

Sanità: disavanzo e scarsa assistenza

domenica 14 Settembre 2014

Report sul monitoraggio dell’erogazione dei Lea dei Servizi sanitari regionali dal 2007 al 2012 nelle Regioni in Piano di rientro. Solo dal 2010 più prestazioni territoriali e riduzione dei ricoveri ospedalieri inappropriati

PALERMO – La Sicilia è una delle regioni del Bel paese, attualmente, impegnate a rimettere a posto i conti, attraverso un piano di rientro, dal disavanzo sanitario e dalle criticità accumulate. Accanto alla nostra Isola Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia. Ma, se per molte di queste la razionalizzazione della spesa ha determinato progressi tali da raggiungere posizioni di equilibrio finanziario, non può dirsi altrettanto in termini di equità e qualità nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea).
 
E’ ciò che emerge dal “report sul monitoraggio dell’erogazione dei Livelli Essenziali di assistenza dei Servizi sanitari regionali dal 2007 al 2012 nelle Regioni in Piano di rientro” (nelle macro aree: territoriale, ospedaliera e farmaceutica), realizzato dalla direzione generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute – Siveas, dove si mettono a confronto per la prima volta: le Regioni attualmente in piano di rientro con quelle non in piano di rientro; i costi con l’erogazione dei livelli di assistenza (griglia Lea) evidenziando il “posizionamento” di ciascuna regione in Pdr rispetto al panorama nazionale e, infine, integrazione ospedale e territorio.
Lo studio mette nero su bianco che le regioni in piano di rientro hanno livelli di assistenza al di sotto degli standard minimi mentre le regioni non in Piano di rientro mantengono dal 2007 al 2012 adeguati livelli assistenza; solo a partire dal 2010 si nota il miglioramento dei conti economici delle regioni in Piano di rientro che accompagna un progressivo miglioramento dell’assistenza sanitaria; ed ancora, cresce l’erogazione dell’assistenza complessiva. Il risultato positivo si deve all’aumento più consistente delle prestazioni territoriali  rispetto alla contestuale riduzione dell’assistenza ospedaliera.
Il report elenca gli ambiti dove si è avuto il miglioramento da parte delle regioni interessate dal Piano di rientro, ossia nell’assistenza territoriale per gli anziani, i malati affetti da disturbi psichici e i malati terminali, secondo i valori espressi da un incremento del numero degli utenti assistiti e delle giornate di degenza; ed ancora nel progressivo contenimento dell’inappropriatezza ospedaliera; nella riduzione dell’inappropriatezza clinica ed organizzativa dei ricoveri ospedalieri di riabilitazione; nell’efficienza delle strutture ospedaliere, con riduzione della degenza media; nella dotazione complessiva di posti letto ospedalieri che tende ad allinearsi agli standard nazionali, con particolare riferimento ai posti letto per acuti; nella promozione di interventi volti all’incremento dell’assistenza a livello territoriale; nella riduzione della spesa farmaceutica territoriale; nella riduzione del disavanzo del Servizio sanitario nazionale dal 2007 al 2012 nella misura del 50 per cento circa.
 
Ma accanto si trovano le note dolenti, ossia l’elenco dei settori nei quali è necessario sostenere riorganizzazione e riqualificazione, in particolare: nell’assistenza territoriale per i disabili sia in contesto domiciliare che residenziale e semiresidenziale; nell’assistenza ospedaliera relativa all’offerta di posti letto post-acuzie non ancora in linea con i parametri nazionali; nell’inappropriatezza dei ricoveri in regime ospedaliero di riabilitazione.
In definitiva, se la valutazione complessiva dell’erogazione dei Lea denota un generale e complessivo avvicinamento alla soglia minima ritenuta accettabile, il report mette in luce i necessari processi di rinnovamento dei Ssr, da realizzare soprattutto in quelle regioni che necessitano di maggiori interventi per “misurare”, così, lo stato di salute del nostro Servizio sanitario nazionale per incrementare  a parità di costi le prestazioni in termini di efficacia ed efficienza.
 

 
Dal 2010 solo Liguria e Sardegna sono fuori dal Piano di rientro
 
Sarà utile in questa analisi riprendere, facendo riferimento a quanto riportato nell’ultimo rapporto Oasi 2013 del Cergas (Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi) perché e con quali obiettivi sono nati i Pdr. I Pdr sul triennio 2007-09 erano finalizzati a coprire il disavanzo pregresso e ad individuare misure di intervento per gestire le cause che, nel tempo, avevano determinato il disavanzo sanitario. Obiettivo era non solo il recupero del disavanzo, ma soprattutto il cambio di rotta nella gestione sostenibile del sistema sanitario per operare in equilibrio di bilancio a partire dal 2010. Sette Regioni (Liguria, Abruzzo, Lazio, Molise, Campania, Sicilia e Sardegna) avevano sottoscritto il Pdr nel 2007. Nel 2010 si sono conclusi i percorsi per Liguria e Sardegna. Tutte le altre Regioni hanno scelto di proseguire nella gestione dei Pdr, predisponendo dei Programmi operativi.
Nel 2012, le azioni intraprese dalla Regione siciliana per l’esecuzione del Programma operativo sono state molteplici, di ordine normativo ed esecutivo. Pur tuttavia, il monitoraggio ministeriale ha sottolineato ancora delle criticità nell’assistenza territoriale, nella carenza di strutture residenziali per le non autosufficienze e gli anziani e un ritardo nella programmazione della rete ospedaliera e dei punti nascita (Utin). Non ultimo, la mancata armonizzazione del sistema contabile regionale e la necessità di una valutazione sistematica sull’effettiva situazione dei creditori.
 

 
I ricoveri inappropriati rimangono sopra la media. In Sicilia sono pari al 17,3% contro il 13,5%
 
Nel rapporto si legge che nel periodo compreso tra il 2007-2012, l’offerta di posti letto in strutture per disabili (riconducibili ad Istituti di riabilitazione ex art.26 L. 833/78), fisici e psichici, a livello nazionale, ha fatto registrare una riduzione del 61 per cento per il regime residenziale e del 42 per cento per il regime semiresidenziale”. Nel dettaglio si legge, poi, che l’offerta di assistenza residenziale per disabili (ex art. 26), fisici e psichici delle Regioni in Piano di rientro, per il 2012, si posiziona al di sopra del valore mediano Italia pari a 0,21 posti letto per 1.000 abitanti. Fanno eccezione Calabria, Sicilia e Piemonte. Mentre per quanto riguarda l’offerta semiresidenziale per disabili (ex art. 26), fisici e psichici delle Regioni in Piano di rientro per il 2012, la Sicilia, insieme a Abruzzo, Campania, Lazio e Molise si posiziona al di sopra del valore mediano Italia pari a 0,22 posti letto per 1.000 abitanti. Mentre Puglia, Calabria e Piemonte fanno registrare valori inferiori al valore mediano.
Altro aspetto registrato dal report è che la dotazione di posti letto mostra un trend in diminuzione per tutte le Regioni (ad eccezione della Valle d’Aosta). Però non tutte nel 2012 rispettano lo standard di riferimento previsto pari a 3,7 posti letto per 1.000 abitanti ai sensi del articolo 15, comma 13, lett. c, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135. La Sicilia registra 3,3 posti letto per 1.000 abitanti nel 2012, mentre nel 2007 registrava 4,1 posti letto per 1.000 abitanti.
Ed ancora, dallo studio è posto all’attenzione la potenziale inappropriatezza clinica, organizzativa o dovuta a inefficienza.
Riguardo l’inappropriatezza clinica nel Paese ad eccezione della Sardegna e della Provincia di Bolzano, tutte le Regioni riducono la percentuale di ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza clinica nel biennio 2010-2012. Il valore medio Italia migliora sensibilmente passando da 16,1 per cento a 13,5 per cento nel biennio 2010-2012. Alcune Regioni (Molise, Campania, Puglia, Sicilia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le due Province autonome) nel 2012 mostrano comunque una percentuale elevata di ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza clinica, posizionandosi al di sopra del valore medio Italia (13,5 per cento). Per la Sicilia tale valore è pari a 17,3 per cento. Per quanto riguarda la percentuale di inappropriatezza organizzativa risulta variegata tra le Regioni, mentre il valore medio Italia rimane sostanzialmente stabile, con un leggero miglioramento passando da 10,7 per cento a 10,5 per cento nel biennio 2010-2012. In questo versante Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Puglia e la provincia di Bolzano si posizionano al di sopra del valore medio Italia anno 2012 (10,5 per cento). La Sicilia si posiziona al di sotto con un 9,5 per cento.
Per quanto riguarda, invece, la percentuale di inefficienza, ossia la percentuale di numero di giornate di degenza superiori alla soglia massima del range di durata appropriata e, dunque, ad alto rischio di inefficienza aumenta nel periodo 2010-2012 a livello di valore medio Italia, passando da 8,7 per cento a 9,1 per cento (per la Sicilia il valore è 8,6 per cento nel 2012). Anche in questo caso si evidenzia una disomogeneità tra le varie Regioni. Infatti, alcune regioni, pur riducendo la percentuale di giornate di degenza ad alto rischio di inefficienza nel biennio considerato, rimangono al di sopra del valore medio Italia, ossia la Calabria, il Lazio, la Basilicata e il Friuli Venezia Giulia.
Ed ancora, il report analizza i consumi territoriali contro la spesa netta pro-capite nell’ambito dell’assistenza farmaceutica. La Sicilia, come regioni sottoposta a Piano di rientro è preceduta, per scostamento percentuale della spesa netta pro capite da media nazionale -anno 2012, dalla Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Abruzzo.
In questo versante si legge che in base ai dati Siveas elaborati su fonte dati Rapporto Osmed 2011 e Nsis, nel periodo 2007- 2012, si riscontra, a livello medio Italia, che a fronte di un aumento dei consumi farmaceutici territoriali di classe A-SSN, pari al 12 per cento, si è registrata una riduzione della spesa farmaceutica netta pro capite di farmaci di classe A-SSN del 22 per cento per via degli interventi di razionalizzazione dei consumi e della spesa. Per le Regioni in Piano di rientro si registra una spesa media pro capite pari a € 167, con uno scostamento percentuale medio rispetto alla spesa media nazionale pari al +10 per cento. Nel caso della Sicilia ben oltre il 20 per cento. Nonostante ciò, nel rapporto si sottolinea che per tali Regioni si riscontra una tendenza di consumi e spesa farmaceutica simile a quella media nazionale (valore medio Italia di € 165).

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