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Messina – Corsi d’oro, altro maxi-sequestro sotto chiave beni per 650 mila euro

Francesco Torre

Messina – Corsi d’oro, altro maxi-sequestro sotto chiave beni per 650 mila euro

sabato 11 Ottobre 2014

Sono già pronte le richieste di riesame mentre Genovese ai domiciliari attende l’esito della Cassazione. Prosegue l’inchiesta sugli intrecci tra politica e formazione professionale

Messina – Ancora un maxi sequestro nell’ambito dell’inchiesta “Corsi d’Oro” sugli intrecci tra politica e formazione. Il primo era stato ordinato dalla Procura nella primavera scorsa, ma sui conti correnti degli indagati i finanzieri non avevano trovato granché. Così, dopo aver stilato una lunga lista di immobili e proprietà personali, su richiesta del procuratore aggiunto Ardita e dei sostituti Monaco, Todaro e Carchietti, il gip De Marco ha ordinato un nuovo provvedimento “per equivalente” (ovvero pari alle somme che sarebbero state guadagnate illecitamente) dal valore totale di 5 milioni di euro.
Per fare un esempio della diversa efficacia del primo e del secondo sequestro basta vedere la situazione personale di Francantonio Genovese, ancora ai domiciliari nella sua abitazione di Torre Faro sebbene i giudici del Riesame abbiano accolto la tesi della Procura secondo la quale egli non andava scarcerato. Per lui – che attende la decisione della Cassazione – in prima istanza il sequestro fu di 66.000 €, ma adesso sono stati messi sotto chiave beni per 650.000 €. Trattasi, nel dettaglio, di un appartamento su 2 piani in Via Tommaso Cannizzaro e di un altro appartamento di 10 vani in Via Nicola Fabrizi.
Il provvedimento, però, ha colpito anche la moglie del parlamentare Pd (108.000 € di beni sequestrati, una villetta in Via Circuito a Torre Faro), nonché l’ex consigliere comunale e presidente Aram Elio Sauta. Quest’ultimo ha subito un sequestro pari a 677.000 €, corrispondente cioè al quarto e al quinto piano di un immobile in Via della Zecca, a 3 appartamenti in Via Consolare Pompea, a un altro in Via Vittorio Veneto e ad alcuni terreni.
L’elenco, poi, comprende anche il deputato regionale Pd Franco Rinaldi e la moglie (€ 150.000, il valore di un appartamento al Residence degli Ulivi di Ganzirri), l’ex assessore comunale e presidente Ancol Sicilia Melino Capone (49.000 €), il fratello Natale (€ 47.000), il commercialista Stefano Galletti (€ 268.000), Natale Lo Presti e la moglie Giuseppina Pozzi (€ 985.000), nonché Concetta Cannavò, Graziella Feliciotto e quattro società: Calaservice, Centro Servizi 2000, Napi Service e Sicilia Service (oltre un milione di euro in totale di beni sequestrati).
Naturalmente sono già pronte le richieste di riesame. Tutto ciò mentre l’attività degli inquirenti va avanti.
Nei giorni scorsi, importante la testimonianza di Ludovico Albert, dirigente regionale del settore formazione. Secondo la sua ricostruzione, a favore degli enti messinesi non ci sarebbe stata nessuna pressione della politica, ma fu proprio l’ex presidente Raffaele Lombardo a metterlo in guardia sui molti interessi in riva allo Stretto.

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