Crocetta-Ardizzone, braccio di ferro sui liberi consorzi - QdS

Crocetta-Ardizzone, braccio di ferro sui liberi consorzi

Antonio Mercurio

Crocetta-Ardizzone, braccio di ferro sui liberi consorzi

venerdì 17 Ottobre 2014

Avviato ieri l’esame dei testi presentati in commissione Affari istituzionali Ars. Assessore Valenti: “Il personale si trasferisce con la funzione”

PALERMO – Trovare al più presto una sintesi a Sala d’Ercole tra gli i numerosi testi di legge sul riordino dei liberi consorzi dei Comuni, dopo l’addio alle Province nell’Isola. Da ieri, infatti, è partito l’esame sui testi presentati in commissione Affari istituzionali all’Ars, tutti di iniziativa parlamentare, che si aggiungono al ddl predisposto dal governo. Sono tanti, una decina, e bisogna comunque fare in fretta, prima della scadenza delle deleghe dei commissari delle province, il prossimo 31 ottobre. Percorso tutt’altro che agevole, soprattutto per via del braccio di ferro tra il ddl del presidente della Regione Crocetta e quello del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che si rifà alla legge Delrio. E se anche il testo del governo prevede la proroga dei commissari e ne stabilisce il rinnovo, non è detto che in Parlamento il governatore trovi i numeri per la sua approvazione.

Il Ddl dell’assessore Valenti
Ad ogni modo, il ddl dell’assessore alle Autonomie locali Patrizia Valenti, depositato ieri in commissione, prevede l’istituzione dei liberi consorzi di Comuni, guidato da un presidente eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei Comuni appartenente al territorio del libero consorzio. A questo si aggiungerebbe l’assemblea (l’organo di indirizzo politico e di controllo, composta dai sindaci dei comuni che rientrano nel territorio del libero consorzio) e la giunta (l’organo esecutivo dell’Ente d’area vasta, nominata dal presidente del libero consorzio).

Le città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) sarebbero composte da un sindaco metropolitano (eletto dai sindaci e dai consiglieri in carica) dalla conferenza metropolitana (sindaci dei Comuni compresi nell’ambito territoriale dell’Ente) e la giunta. 
Le competente principali riguarderebbero la pianificazione e la gestione in materia di Formazione, il trasporto pubblico locale, la tutela ambientale e turistica. Tra le funzioni speciali la pianificazione e organizzazione dei fondi comunitari (nei limiti della programmazione regionale) la gestione dei rifiuti, delle risorse idriche e la stazione appaltante per il monitoraggio dei servizi e delle procedure selettive.
“La nostra proposta – ha sottolineato la Valenti – punta a conferire la programmazione alla Regione e, nella fase attuativa, al coinvolgimento dell’Arpa. La tutela ambientale, invece, sarà spostata ai liberi consorzi. Il meccanismo tende da un lato ad alleggerire la Regione, dall’altro a responsabilizzare questi nuovi enti definendo bene il perimetro d’azione di entrambi per evitare sovrapposizioni”.
Anche la responsabilità delle scuole dovrebbe passare ai singoli Comuni, trasferendo le risorse per manutenzione e gestione delle stesse mentre il settore del trasporto pubblico sarà demandato ai consorzi di Comuni e città metropolitane.

Trasferimento di personale e risorse
Sul tappeto rimangono, tuttavia, le questioni più spinose, legate al trasferimento del personale e le risorse. “Su questo tema – ha chiarito la Valenti – ci siamo ispirati alle norme nazionali, al decreto legislativo 165, nel quale sono individuate tipologie di trasferimento del personale da un ente all’altro. Prioritariamente il personale resterà dove svolge le sue funzioni qualora queste restino incardinate nello stesso ente. Se quella mansione sarà trasferita a un singolo Comune, parallelamente alle risorse finanziarie, il dipendente verrà spostato all’ente a cui saranno attribuite”.
Gli enti che subentrano alle Province in quota parte prenderanno tutti i residui attivi e passivi del bilancio. “Un ragionamento diverso – ha rivelato – si sta facendo per la rinegoziazione dei mutui. La maggior parte sono stati contratti con la Cassa depositi e prestiti e lavoriamo a una rinegoziazione centralizzata di tutti i mutui delle Province per ottenere delle condizioni più favorevoli, e soltanto dopo una ridistribuzione sugli enti che hanno assunto le funzioni”.

Il Ddl di Ardizzone
La proposta parlamentare caldeggiata dal presidente Ardizzone, invece, si ispira alle legge Delrio.  "Il problema non è il recepimento automatico della legge Delrio – ha ribadito il presidente Aridizzone – la questione è attuare le nostre competenze e andare avanti nell’impostazione che ci siamo dati qualche anno fa. Dobbiamo fare presto perché il 31 ottobre scadono i commissari, il governo regionale ha presentato un ddl che stabilisce una proroga e ne prevede un rinnovo, ma su questo sarà la commissione a valutare". Il ddl prevede la disciplina delle città metropolitane, le stesse individuate da ddl governativo, anch’esse dotate del sindaco, (il primo cittadino del capoluogo), il consiglio metropolitano, eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni della città metropolitana, e la conferenza metropolitana: ruoli esercitati a titolo gratuito. Rispetto al testo del governo, la differenza principale riguarda i perimetri dei liberi consorzi (ne vengono previsti sei) i cui confini coincideranno con il territorio della provincia, ovvero Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani.

Elezioni di secondo livello
Entrambi i testi prevedono l’elezione di secondo livello degli organi elettivi anche se il dibattito politico è ancora aperto. Lista Musumeci e FI, infatti, chiedono l’elezione diretta dei presidente dei Consorzi e delle città metropolitane. "Possiamo discutere su tutto – ha detto il deputato dell’opposizione Musumeci – ma non togliere ai siciliani il diritto a scegliere il presidente del libero consorzio e il sindaco metropolitano. L’esempio nazionale dimostra la realizzazione di indecorosi inciuci e temo che il rimedio sarebbe peggiore del male”.

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