I sindaci scelgono l’Ars come unico interlocutore - QdS

I sindaci scelgono l’Ars come unico interlocutore

redazione

I sindaci scelgono l’Ars come unico interlocutore

mercoledì 22 Ottobre 2014

Approvato un documento che considera concluso il dialogo con il Governo regionale

Crisi istituzionale, disegno di legge di riforma delle Province, emergenza rifiuti, precari degli Enti locali e Programmazione europea sono stati gli argomenti principali affrontati nel corso dell’Assemblea straordinaria di tutti i sindaci siciliani, svoltasi lo scorso 8 ottobre nella Sala Gialla dell’Assemblea regionale siciliana.  
“La crisi istituzionale – ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente dell’AnciSicilia, in apertura dei lavori – è assolutamente palese e il programma organico che abbiamo presentato in occasione dell’assemblea del 5 maggio scorso non ha avuto alcun riscontro. Vogliamo dare un contributo di razionalità, riconoscendoci pezzi importanti del sistema istituzionale regionale e la nostra dignità è legata al consenso ricevuto dagli elettori”.
“Siamo gli unici – ha aggiunto – applauditi e insultati con il nostro nome e cognome, ma da quello che è emerso anche nell’incontro dei sindaci a Montecitorio, nei giorni scorsi, si continua sulla linea della mortificazione dei governi locali a livello nazionale e regionale, annunciando riforme ma sostanzialmente lasciando i Comuni inascoltati”.
“I Liberi Consorzi previsti dallo Statuto siciliano – ha spiegato Orlando – sono paradossalmente una realtà in tutta Italia e non lo sono ancora in Sicilia. Da noi le Province esistono ancora, anche se commissariate e tutto ciò che fa capo alle Province sta andando in rovina, con danni irreversibili sui servizi ai cittadini. La riforma Delrio può essere un’opportunità, proprio perché ci darebbe la possibilità di accesso diretto ai fondi europei, prevedendo per la Programmazione 2014/20 la divisione della Sicilia in agende urbane. Far coincidere gli attuali confini delle Città metropolitane con i confini delle Aree metropolitane è una forzatura. I Comuni esclusi verrebbero considerati residuali. Staccare un territorio rispetto all’attuale assetto potrebbe creare grossi problemi di crediti e debiti, oltre che di confini, mortificando le identità. Deve ovviamente essere confermata, entro tempi brevi e certi, la possibilità di un Comune di aderire ad altro Libero Consorzio o altra Città metropolitana”.
“Per quanto riguarda i rifiuti – ha detto ancora il presidente di AnciSicilia – i sindaci non possono continuare a conferire i rifiuti a privati che lucrano a scapito di amministrazioni e cittadini, mentre per quanto riguarda il Sistema idrico integrato siamo ancora al paradosso, con i Comuni che hanno fatto gli Aro in attesa di sapere come comportarsi con il personale e come armonizzare le esigenze dei territori. L’Anci è assolutamente favorevole affinché il Comune gestisca il servizio idrico da solo o consorziandosi, nella consapevolezza che l’acqua è un diritto di tutti e non di pochi”.
“Per quanto riguarda il problema del precariato – ha concluso Orlando – la Regione ha fatto sì che si creasse un albo regionale, dando vita a un ulteriore parcheggio costoso per i Comuni. I sindaci hanno un unico partito, quello della città che amministrano. Confidiamo in un intervento del Capo dello Stato, al quale, con una lettera inviata lo scorso 5 settembre, ci siamo rivolti con fiducia”.
A conclusione dei lavori l’Assemblea ha approvato alla unanimità una mozione, proposta dal presidente Orlando, che considera conclusa la fase della interlocuzione con il Governo regionale e individua nell’Ars il principale interlocutore per le riforme istituzionali. Per questi motivi, l’AnciSicilia chiederà di convocare, in tempi brevi, una riunione con le Commissioni competenti per ciò che riguarda i Liberi Consorzi. Infine, verrà sollecitato un ulteriore incontro per la definizione di emergenze quali rifiuti, sistema idrico, precari e Programmazione europea.

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