Formazione, tutti in piazza. Il sistema è oramai esploso - QdS

Formazione, tutti in piazza. Il sistema è oramai esploso

Michele Giuliano

Formazione, tutti in piazza. Il sistema è oramai esploso

giovedì 23 Ottobre 2014

Tantissimi i paradossi di un apparato che ha sprecato 2,4 miliardi di € nell’ultimo decennio. Il settore è reduce da 3 giorni di proteste: le incertezze gestionali restano evidenti

PLAERMO – Sono scesi nelle piazze, davanti alle sedi istituzionali più svariate per rivendicare il diritto al lavoro. Sono gli 8 mila dipendenti della formazione professionale siciliana che hanno dato vita a tre giorni di proteste, cortei e scioperi per chiedere alla Regione di sbloccare un settore oramai “congelato” da anni perché il bubbone è esploso.
Di questi tempi, con i soldi a disposizione oramai con il contagocce, impossibile potere mantenere un sistema tale dove tutto ha ampiamente superato i limiti del paradosso. In primis il numero dei dipendenti: 8 mila lavoratori negli enti sono evidentemente troppi rispetto alla necessaria offerta nell’Isola. Il secondo paradosso è che siamo di fronte ad un assetto totalmente sballato dalle sue fondamenta: come si può, ad esempio, garantire un contratto a tempo indeterminato ad un docente in un ente quando la programmazione dei corsi è costretta a variare di anno in anno? Così come il numero degli amministrativi, cioè coloro i quali stanno dietro le scrivanie per la programmazione dei corsi, appare spropositato: se ne contano all’incirca 3 mila. E mentre la formazione continua a “mangiare” decine di milioni di euro ogni anno (2,4 miliardi nell’ultimo decennio per l’esattezza, nda) i sindacati hanno inscenato l’ennesima protesta con sit-in che si sono organizzati davanti ai municipi di Catania, Messina, Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani.
È stato anche organizzato da una delegazione di lavoratori un presidio davanti al ministero dello Sviluppo economico, ed a ruota è seguito lo sciopero generale del comparto con manifestazione regionale a Palermo, davanti a Palazzo D’Orleans. La Flc Cgil regionale chiede che i problemi del settore vengano risolti e sollecita la convocazione di un tavolo di crisi non più a Palermo ma presso la Presidenza del consiglio dei ministri: “La situazione è ormai insostenibile – afferma Giusto Scozzaro, segretario generale della Cgil Sicilia -, mancano gli ammortizzatori sociali, in tanti casi gli stipendi non arrivano anche da due anni, l’occupazione è complessivamente a rischio e pesanti contraccolpi stanno subendo i servizi all’utenza, con la riduzione dell’offerta formativa, i mancati servizi per gli studenti iscritti, la riduzione dei servizi di politica attiva del lavoro per chi è coinvolto in crisi aziendali, il rischio di aumento della dispersione scolastica”.
Sulla stessa lunghezza d’onda i lavoratori degli sportelli multifunzionali: sono in 1.500 e denunciano che la situazione è peggiorata nell’indifferenza del governo regionale. Alcuni di questi lavoratori sono sospesi senza sostegno al reddito da 6 mesi, altri del tutto licenziati. “Ci siamo ritrovati dopo 6 mesi di battaglie all’anno zero – racconta una dipendente degli Sportelli -. Noi continueremo la nostra battaglia, ci stiamo organizzando per ricominciare lo sciopero della fame. Siamo alla soglia dei 50 anni e non si possono trattare le persone in questo modo”.
 


“Si vogliono difendere sprechi e clientele”
 
Il governo regionale è sotto attacco e per questo prova a difendere le scelte fatte sino ad oggi che hanno comportato tagli, ritardi, incertezze e un generale caos del sistema formativo. “Siamo in presenza di un sistema che nell’ultimo decennio ha visto quasi triplicare i dipendenti da 3 a 8 mila, per arrivare ad assunzioni avvenute in pieno divieto di legge – afferma il presidente della Regione Rosario Crocetta – anche in occasione delle recenti elezioni del 2013. Questo sistema ha visto incrementare sempre più il budget della formazione professionale, che in alcuni momenti è arrivato a 500 milioni di euro l’anno”. Sotto il fuoco incrociato della politica anche il suo assessore alla Formazione, Nelli Scilabra, oramai entrata nel mirino da moltissimo tempo. “Questi feroci attacchi – ha detto la giovane componente della giunta regionale – temo che nascondano soprattutto la volontà di mettere alla Formazione qualcuno che gestisca diversamente da me la valanga di fondi che stanno per arrivare dall’Europa. Si tratta di un miliardo e 200 milioni che già da gennaio dovranno essere investiti con i primi bandi”.

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