In Sicilia la cementificazione ha prodotto tanti immobili inutili - QdS

In Sicilia la cementificazione ha prodotto tanti immobili inutili

Liliana Rosano

In Sicilia la cementificazione ha prodotto tanti immobili inutili

venerdì 31 Ottobre 2014

Istat: nell’Isola oltre 900mila edifici vuoti o occupati da una sola persona, dato peggiore in tutto il Sud. La costosa ansia di costruire ha effetti devastanti su ambiente e idrogeologia

Finiremo tutti inghiottiti dal cemento. Come in un film di fantascienza, gli edifici si trasformeranno in mostri e ci inghiottiranno. Licenza poetica  a parte, il fenomeno si chiama cementificazione. E la Sicilia sa di cosa stiamo parlando. Regione simbolo di ecomostri che invadono riserve naturalistiche, scheletri abbandonati nelle periferie come nelle città.
L’ansia di costruire e ancora costruire, ha effetti devastanti per l’ambiente e l’assetto idrogeologico.
Dati alla mano, l’Istat, secondo gli ultimi dati del censimento 2011, rileva che gli appartamenti inutilizzati , in Italia, sono più di sette milioni. L’aumento di vuoto nel decennio è stato pari al 350%.
Oggi il numero delle abitazioni presenti sul territorio nazionale è pari a 31 milioni. Nell’attesa di avere il dato netto anche su volumetrie e stanze, appare accettabile la stima di OLT (Osservatorio sui Laboratori Territoriali) di almeno di 18 miliardi di metri cubi edificati, di cui 15,5 miliardi (84,3%) residenziali; laddove il fabbisogno nazionale aggregato è di 6,2 miliardi di metri cubi (siamo 62 milioni di persone, includendo una stima molto largheggiante anche degli immigrati non censiti).
Ad esasperare il quadro nazionale, le regioni meridionali. A partire dalla Sicilia, che ha 2,8 milioni di abitazioni per 5 milioni di abitanti. Di questi 2,8 milioni, quasi 2 milioni sono occupati da almeno una persona residente, mentre 924 mila sono abitazioni non occupate oppure, dice l’Istat, occupate solo da persone.
Suolo consumato in maniera irrazionale, se si pensa soprattutto al fatto che circa venti anni addietro, o forse meno, l’ingombro era pari alla metà.
Il numero complessivo delle abitazioni censite nel 2011 ammonta a 31.208.161 unità. Di esse, il 77,3% (24.135.177 in valore assoluto) è occupato da almeno una persona residente, mentre il restante 22,7%  (7.072.984) è costituito da abitazioni non occupate (vuote) o occupate solo da persone non residenti.
La quota di abitazioni occupate è ben più elevata della media nazionale in Lombardia (84,5%), Campania (quasi l’83%) e Lazio (82,2%). La percentuale più elevata di abitazioni non occupate da persone residenti si  riscontra invece in Valle d’Aosta (50,1%), in linea con quanto già rilevato nel 2001, seguita da Calabria  (38,8%) e Molise e Provincia autonoma di Trento (37,1%).
In Sicilia, sono 1,9 milioni le abitazioni occupate da almeno una persona residente su un totale di 2,8 milioni di abitazioni.
Il 73,2% delle abitazioni occupate da almeno una persona residente ha almeno una cucina (75,5% nel  2001), mentre il 13,3% dispone di un cucinino (15,2% nel 2001), cioè un locale adibito a cucina e al di sotto  delle dimensioni minime di stanza, e il 13% di un angolo cottura (7,9% nel 2001), cioè una stanza destinata anche ad altri usi. La quota più elevata di abitazioni con almeno una cucina si registra nelle Isole e nel Sud (rispettivamente 78,3% e 77,1%), la più bassa nell’Italia Nord-Occidentale (70,6%). Nelle cinque ripartizioni  italiane la percentuale di abitazioni che dispongono solo di un angolo cottura varia dal 8,2% delle Isole al 16,8% dell’Italia Nord-Orientale.

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