Start-up, c’è il coraggio ma mancano gli investimenti - QdS

Start-up, c’è il coraggio ma mancano gli investimenti

Mariaelena Casaretti

Start-up, c’è il coraggio ma mancano gli investimenti

venerdì 07 Novembre 2014

Cali ai finanziamenti previsti per il prossimo anno. Il fondo “Ht” del Mise per il Mezzogiorno ha falsato le statistiche 2013/2014. Solo 129 milioni per gli investimenti in giovani imprese hi-tech. Netto il ritardo sull’Europa

CATANIA – Un 2014 all’insegna dell’innovazione. Lo conferma una ricerca presentata in occasione della seconda edizione del progetto “The Italian Startup Ecosystem: Who’s Who”, iniziativa supportata dal Ministero dello Sviluppo Economico e con la collaborazione degli osservatori del Politecnico di Milano e Smau. Annata proficua per le nuove imprese italiane che registrano difatti un incremento del 120% per le start-up innovative, passando da 1.227 unità nel 2013 a 2.716 unità nel 2014. Più 74% anche per le start-up finanziate, da 113 nel 2013 a 197, e piccola crescita del 15%, rispetto al 2012, anche per gli investimenti in start-up hi-tech per un valore di 129 milioni di euro: un ottavo rispetto a Francia e Germania, un quinto rispetto al Regno Unito e poco meno della metà rispetto alla Spagna.
Con un totale di 100 incubatori e acceleratori di cui 60 pubblici e 40 privati, 46 bandi e 52 competizioni dedicate, le start-up sono ormai pane quotidiano per il nostro Paese, con la speranza che la fase di partenza di un nuovo progetto imprenditoriale possa essere sinonimo di ripartenza economica nazionale. Su 2.716 start-up innovative presenti sul territorio nazionale, il 57% risulta dislocato al Nord, il 21% al Centro e il 22% al Sud. Anche il numero degli investitori istituzionali cresce da Roma in su e per un totale di 36 investitori istituzionali, di cui 6 pubblici e 30 privati, il 75% preferisce il Nord, il 19% il Centro e un solo misero 6% decide di puntare al Sud.
Nonostante i dati rincuoranti le previsioni per il 2015 non promettono nulla di buono, preannunciando un’inversione di tendenza degli investimenti che dovrebbero riassestarsi sui 110 milioni di euro. Sono aumentati del 17% gli investimenti da parte di business angel, family offices e incubatori e acceleratori, per un totale di 55 milioni, ma di contro diminuiti del 33% quelli provenienti da investitori istituzionali, con una pari perdita di altri 55 milioni di euro. Parte della colpa è da attribuire anche alla chiusura dei fondi con target di investimento sul Sud Italia.
Il fondo high tech (Ht) per il Mezzogiorno, stanziato dal ministero dello Sviluppo Economico a partire dal 2009, ha difatti falsato le statistiche e la consistenza reale del mercato delle start-up, che nel 2015 non potrà certamente riconfermare le stesse cifre virtuose.
“Investire sulle start-up dei giovani siciliani e promuovere lo sviluppo d’impresa è obiettivo prioritario della Regione Sicilia” affermava l’ex assessore Bruno, eppure iniziative come “Sol.Co”, incubatore certificato a favore delle imprese per promuovere la realizzazione di start-up a vocazione sociale sul territorio,“Smart&Start”, bando da 190 milioni per le imprese del Mezzogiorno, indetto dal Ministero dello Sviluppo Economico; “lavoro in proprio”, iniziativa che metteva a disposizione un milione e 100 mila euro per finanziare le idee imprenditoriali dei giovani siciliani tra i 18 e i 36 anni e “CreAzione Giovani  – Giovani protagonisti di sé e del territorio “, stipulato in seguito ad un accordo di programma che la Regione Siciliana ha realizzato con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, rischiano di sembrare solo un lontano ricordo.
 

 
Orgoglio siciliano. La Sicilia in vetta alle competizioni di settore
 
Per fortuna la mancanza di fondi non intacca la qualità e le start-up siciliane continuano a farsi valere nelle competizioni nazionali. Premiata di recente a Roma al gran finale del concorso “Giovani innovatori d’impresa”, SBskin, l’innovativa impresa diretta da quattro giovani startupper che porta l’alta qualità estetica e tecnologica nel settore edilizio.
Quattro start-up siciliane anche tra le vincitrici dell’edizione 2014 di “Tim#Wcap”, l’iniziativa di Telecom per fornire supporto finanziario e manageriale alle nuove realtà d’impresa.
“Omnia School Innovation”, “Wadex”, “Skilled” e “Ludwig”, si sono aggiudicati 25.000 euro ciascuno come premio in denaro per l’ alto potenziale innovativo e di sviluppo del business.
Perdere fondi equivale però a non puntare sul futuro e a incrementare la fuga di idee e di cervelli, come nel caso di “C3DNA”, un’ulteriore vittoria d’impresa made sicily che rifiutata dal piano “Smart&Start” ha invece spopolato in America, testimoniando come le giovani menti nostrane che fanno gola all’estero, potrebbero essere funzionali allo sviluppo e alla messa in moto del nostro Paese.

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