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Catania – Sulla Tarsu e la nettezza urbana le imprese vogliono una revisione

Dario Raffaele

Catania – Sulla Tarsu e la nettezza urbana le imprese vogliono una revisione

giovedì 15 Ottobre 2009

Sottoscritto in Confindustria un documento unitario da presentare all’amministrazione comunale. Nella zona industriale il servizio costa 8,27 €/mq contro i 3,25 di Bologna

CATANIA – Un documento unitario per chiedere all’amministrazione comunale catanese la revisione complessiva del servizio di nettezza urbana nella Zona industriale ed i relativi criteri di applicazione della Tarsu alle aziende che ricadono nell’area. A sottoscriverlo, ieri mattina nei locali di Confindustria, i presidenti di Apindustrie, Giuseppe Scuderi, di Confindustria Catania, Domenico Bonaccorsi di Reburdone, e  di Impresapiù,  Nunzio Tasca,  alla presenza del commissario straordinario dell’Asi, Salvatore Giuffrida, del vicepresidente di Confindustria Catania, Giuseppe Galizia e del direttore Franco Vinci.
Le tre organizzazioni di categoria già da tempo chiedono all’amministrazione cittadina di prendere provvedimenti per una situazione paradossale. E sono stati tanti i paradossi illustrati ieri nella sede di viale Vittorio Veneto. A partire dal raffronto tra le aliquote Tarsu applicate alle aziende della Zona industriale etnea, che dovrebbero pagare 8, 27 euro al metro quadro contro i 3,25 euro della stessa tassa a cui sono soggette le aziende della più moderna e ben tenuta zona industriale di Bologna. Giusto per fare qualche esempio – illustrato anche nel documento unitario siglato ieri, frutto di un lungo lavoro coordinato dal vicepresidente Galizia – si calcola che un’utenza aziendale medio-piccola con 5 mila metri quadri di superficie coperta dovrebbe scontare una tassazione complessiva annua prossima ai 41 mila 350 euro.
Un’assurdità, tanto che il condizionale è d’obbligo: circa il 45 per cento delle aziende, infatti, non risponde alle cartelle esattoriali. A decine, invece, fioccano i ricorsi nei confronti dell’amministrazione comunale per una tassazione considerata “ingiusta” dagli industriali.
“Il nostro obiettivo non è spingere le aziende all’obiezione fiscale – tiene a precisare Domenico Bonaccorsi – ma convincere con questo documento il Comune a discutere e rivedere la tassazione”. I vertici delle tre organizzazioni nel documento sottolineano le tante criticità del sistema. Nella Zona industriale infatti “manca di fatto ogni servizio di nettezza urbana” viene sottolineato nel documento: “Oltre il 70 per cento del territorio non è coperto dal servizio, tanto che molte grandi aziende si rivolgono a ditte private” ha sottolineato Scuderi. Anche la parametrazione della tariffa è ritenuta impropria, come gli aumenti Tarsu: il 107 per cento dal 2005 al 2007.

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