Raccolta differenziata, in Sicilia un problema di governance - QdS

Raccolta differenziata, in Sicilia un problema di governance

redazione

Raccolta differenziata, in Sicilia un problema di governance

sabato 15 Novembre 2014

In un convegno organizzato dal CoReVe a Messina evidenziate la cause degli scarsi risultati. L’esempio del vetro: il riciclo aumenta ovunque, Sud compreso, tranne che da noi

MESSINA – Sulla raccolta del vetro il Sud registra un 8,3% in più rispetto al 2012, ma la Sicilia, con il suo vuoto a livello di governance, resta indietro. Nell’Isola la raccolta media è di 6,1 kg per abitante l’anno, 11,7 in meno rispetto a quella del Meridione in generale. Tutte le province restano al di sotto della media del Sud dell’Italia: a Palermo, ad esempio, la raccolta del vetro è di soli 4,7 kg, al di sotto anche della media regionale, così come a Messina, che raccoglie 4,8 kg per abitante. Ci sono dunque ancora margini molto ampi di crescita per la raccolta differenziata degli imballaggi in vetro e casi virtuosi al Sud, come quelli di Salerno e recentemente anche Cosenza, testimoniano che è possibile una inversione di tendenza anche per i casi più disperati.
In questo contesto  si colloca il Convegno “Raccolta differenziata del vetro, costo o opportunità?”, iniziativa promossa da CoReVe, il Consorzio per il Recupero del Vetro da imballaggi e da Anci, l’Associazione dei Comuni d’Italia, per sottolineare tutti i benefici che una crescita della quantità e qualità della raccolta del vetro può garantire alle amministrazioni locali e ai cittadini.
La tavola rotonda ha voluto mettere a confronto tutti gli attori che chiudono il cerchio delle responsabilità: i produttori industriali, rappresentati da CoReVe e Conai, riciclatori del rottame di vetro recuperato e finanziatori degli oneri aggiuntivi incontrati dai Comuni per fare la raccolta differenziata, le amministrazioni locali che hanno la responsabilità diretta del sistema organizzativo per attuare una efficiente raccolta differenziata. Unici assenti i rappresentanti della Regione, organo che definisce le linee guida della gestione dei rifiuti sul territorio.
“In Sicilia c’è un chiaro problema di governance – ha evidenziato Fabio Costarella, responsabile progetti territoriali speciali Conai – la mancanza di volontà politica a incentivare certi percorsi, limita potenzialità e risorse”. Al confuso quadro normativo siciliano, che ha portato nel 2010 dalle Ato alle Srr e Aro, ha fatto cenno l’assessore all’Ambiente del Comune di Messina Daniele Ialacqua, che ha parlato di una frammentazione nella gestione ancora non ben definita, visto che le Ato sono  in proroga, che rende difficili le azioni di racconta e conferimento. La città dello Stretto è ancora un caso disperato, ammette l’assessore, malgrado gli sforzi della amministrazione Accorinti: resta sotto al 5% nella raccolta differenziata, è dipendente dal conferimento in discarica, non ha ancora il via libera dalla Regione per iniziare il porta a porta, né per l’impianto di biostabilizzazione.
Ben diversa è l’esperienza illustrata da Gerardo Calabrese, assessore del settore Ambiente del comune di Salerno, che con il 67% di differenziata e il primo posto nella produzione di energie rinnovabili è ormai un modello di riferimento europeo.
“Obiettivo di questo incontro – ricorda Franco Grisan, presidente del CoReVe – è quello di far emergere proposte e soluzioni concrete per superare le inefficienze e gli ostacoli che penalizzano cittadini e territori del Sud grazie anche alla consapevolezza di quanto è già stato fatto finora”.
Far crescere la raccolta differenziata permette di ottenere grandi benefici ambientali, ma anche economici. Proprio il rottame di vetro raccolto, infatti, una volta trattato efficacemente e trasformato in materia prima seconda, può essere riciclato infinitamente nelle vetrerie per la produzione di nuove bottiglie e vasi ed il ciclo può essere ripetuto infinite volte  realizzando quell’ “economia circolare”, considerata dall’Europa il pilastro dello sviluppo sostenibile.
Aumentare la raccolta differenziata e migliorarne la qualità, è stato ribadito, può portare risorse nelle casse dei comuni, oggi più che mai alla ricerca di una ottimizzazione nella gestione di budget sempre più contratti. Il beneficio economico di un Comune di 30 mila abitanti che raccoglie 29 kg/ab anno di vetro sarebbe pari a 201 mila euro l’anno (contributi CoReVe  più risparmio dello smaltimento in discarica), mentre scende a 90 mila euro se la raccolta è di 13 kg/ab l’anno. I benefici per un Comune di 100 mila abitanti arriverebbero a 670 mila euro con una raccolta di 29 chilogrammi per abitante ma di soli 113 mila con una raccolta di 13 chilogrammi.
Nel 2013 la raccolta differenziata del vetro ha evitato agli italiani costi per lo smaltimento in discarica pari a circa 150 milioni di euro e corrisposto ai Comuni, tramite il sistema CoReVe, 46,5 milioni di euro.

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