“Da quando l’Ast ha preso in gestione la distribuzione, dal 18 ottobre, s’impone ai clienti di comprare almeno 250 biglietti urbani e almeno 100 suburbani per ogni taglio; i tagli sono quattro (sei in alcuni paesi). Un punto vendita, per avere tutti i tagli, dovrebbe spendere circa 2.000 euro. Quando pensavamo noi alla distribuzione, i punti vendita potevano fare anche ordinativi frazionati da 300 euro”.
“Certo, penalizza i più piccoli che, naturalmente, non stanno facendo ordinativi a tali condizioni. Così, però, ci sono punti vendita forniti a grandi distanze con conseguente disagio per gli utenti. Inoltre, dal 18 ottobre al 14 novembre, cioè ad un mese dall’avvio della gestione Ast, sono almeno un centinaio i punti vendita che hanno fatto ordinativi ma non hanno ricevuto i biglietti! E questo io lo posso affermare in virtù di una raccolta di firme che ho avviato (mettendo a fianco lo scontrino del negozio attestante la data della visita). Questo materiale lo spediamo all’Ast di Palermo”.
“Sì, dall’oggi al domani. Il contratto scadeva il 31 luglio ma è sempre stato rinnovato perché abbiamo svolto un ottimo lavoro. A un mese da questa data, il direttore, furbescamente, prima di comunicarmi la sua decisione, mi ha chiesto la lista dei clienti. L’appalto di Gela, invece, è rimasto a noi perché la città fa capo a Modica (con un altro direttore) e non ci sono stati stravolgimenti”.
“In un mese l’Ast ha fornito solo 10 punti vendita. Ad Aci Sant’Antonio non si trova un biglietto, a Viagrande è fornito un solo punto vendita. A Mascalucia ho visitato nove punti vendita e solo uno è possiede i biglietti, a Gravina di Catania su otto nessuno. Stesso discorso per Belpasso, San Pietro Clarenza, Ficarazzi, Aci Castello ed Acitrezza. A Zafferana un solo punto vendita ha biglietti”.
“Sì, ma in alcuni casi gli utenti sono invitati a scendere dalla vettura perché sul bus non sempre si ha la disponibilità del resto”.
“Non rispondono quasi mai al telefono ed anche noi, a volte, ci vedevamo costretti ad andare a San Giuseppe La Rena per le comunicazioni. Gli orari delle fermate degli autobus li consegnavano in copia singola; eravamo noi ad occuparci di fotocopiare per i clienti queste informazioni. A Catania ci sono 20 autobus inutilizzati per problemi di manutenzione e ci sono debiti pure con i rifornimenti di benzina. Ho dato la vita per questa azienda e con un calcio mi hanno mandato via”.
Gli utenti continuano a subire enormi disagi e dall’altro lato della cornetta un silenzio che “profuma” tanto d’indifferenza.