Rischio naturale, il governo nazionale stanzia nove miliardi fino al 2020 - QdS

Rischio naturale, il governo nazionale stanzia nove miliardi fino al 2020

Rosario Battiato

Rischio naturale, il governo nazionale stanzia nove miliardi fino al 2020

sabato 22 Novembre 2014

Corsia preferenziale per le città metropolitane: a Messina previsti 4 interventi da 16 milioni di euro. Nel Piano inserite anche Palermo e Catania, apertura dei cantieri nel 2015

PALERMO – Nove miliardi in sette anni per evitare di pagare danni da 2,5 miliardi all’anno.
 Sono questi i numeri, decisamente convenienti per i conti dello Stato, diffusi nei giorni scorsi a Palazzo Chigi nell’ambito della presentazione del primo stralcio del piano nazionale 2014-2020 che prevede  oltre un miliardo per 69 interventi per la sicurezza nelle città e nelle dieci città metropolitane e in altri comuni delle regioni a statuto speciale. Coinvolta anche Messina.
Il governo stanzierà complessivamente 700 milioni di euro per i cantieri già pronti tra quanto previsto nello Sblocca Italia (110 milioni di euro) e fondi coesione e fondi europei. Poco meno di 300 milioni di euro arriveranno per la progettazione delle opere urgenti.
Prossima scadenza il 4 dicembre, data di consegna, da parte delle Regioni a Palazzo Chigi, degli elenchi di opere e interventi con una scala di priorità definita dal livello di pericolosità e validata dalle Autorità di bacino e dalla Protezione Civile.
Per l’intero territorio nazionale è previsto nel periodo 2014-2020 un investimento di 9 miliardi: 5 miliardi del Fondo Sviluppo e Coesione, 2 miliardi di cofinanziamento delle regionali e con fondi europei, e altri 2 miliardi sbloccati dalla struttura di missione dai fondi assegnati e non spesi negli ultimi 15 anni.
Le città in prima linea in questa fase iniziale del piano governativo per ridurre i danni derivati dal rischio idrogeologico sono Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Firenze, Bologna, Genova, Reggio Calabria, Cagliari, Messina, Palermo e Catania.
Il governo utilizzerà una corsia preferenziale che prevede un anticipo di finanziamento del piano nazionale, chiesto alla Bei e sostenuto dalla garanzia dei 110 milioni presenti nel Dl Sblocca Italia.
“Sono 69 i primi interventi già cantierabili per 1.063,65 milioni, – si legge in una nota del governo – individuati dalle Regioni con il supporto tecnico e scientifico delle Autorità di bacino, sulla base delle mappe di rischio di Ispra e Cnr. Riguardano opere decisive, alcune in ritardo di anni come quelle per Genova, Milano, Firenze, Napoli”.
Nell’elenco delle azioni immediati la struttura di missione di Palazzo Chigi ha elencato 4  interventi già individuati nella città di Messina “per la riduzione del rischio idrogeologico” ed è previsto il finanziamento per l’intero valore di “16.66 milioni di euro”. L’apertura dei cantieri è prevista per gennaio 2015 e la fine lavori a giugno 2016.
“Abbiamo finalmente, e per la prima volta dopo decenni, un piano chiaro di prevenzione – ha detto il coordinatore della struttura di missione di Palazzo Chigi #italiasicura, Erasmo D’Angelis – e il nostro obiettivo è quello di vedere al più presto cantieri aperti nelle maggiori città italiane”.
Lo stato di avanzamento dei cantieri è visionabile sito italiasicura.governo.it. Priorità precise per il governo. “Il primo dovere che abbiamo è usare bene i fondi a disposizione e la Struttura di missione ha già operato in questo senso – ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, aprendo la conferenza stampa di presentazione –, e presenteremo la programmazione del piano nazionale in Europa”.
Sul patto di stabilità, ha aggiunto Delrio, “nella legge di stabilità è previsto per i Comuni l’abbattimento del 70% e la priorità verrà data a edilizia scolastica e dissesto idrogeologico”.

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