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Catania – La “regia” della Procura generale per assicurare un giusto processo

Melania Tanteri

Catania – La “regia” della Procura generale per assicurare un giusto processo

mercoledì 26 Novembre 2014

Il coordinamento tra le Procure, il consolidamento in Appello, gli uffici minorili, il rispetto dei tempi. Il procuratore Scalia illustra il ruolo dei suoi uffici nel complesso sistema giudiziario

CATANIA – Mancanza di personale, togato e amministrativo, e una mole di lavoro notevole. Salvatore Scalia, il procuratore generale di Catania, che regge l’ufficio in sostituzione di Giovanni Tinebra, traccia un quadro in chiaroscuro dell’attività della Procura etnea, evidenziandone in ogni caso l’importanza nel complesso sistema giudiziario.
Qual è l’attività precipua che svolge la Procura?
“È un lavoro di consolidamento. Trattiamo tutti i processi in secondo grado. Tutti gli omicidi discussi in primo grado, inesorabilmente arrivano al secondo. Dunque, una minore capacità della Procura di secondo grado di seguire i processi può comportare che quanto accertato in primo grado si sfarini. Capita a volte che noi impugniamo il giudizio di primo grado, e chiediamo la condanna, quando c’è stato un proscioglimento in primo grado. Ma questa è soltanto una delle attività della Procura generale”.
Le altre quali sono?
“La riforma dell’ordinamento legislativo delle Procure del 2006 ha affidato al Procuratore della Repubblica dei poteri superiori rispetto al passato, nei rapporti con i sostituti, con gli altri organismi. L’unico controllo, se di controllo si può parlare, è quello del Procuratore Generale che, in base a questa legge, deve verificare che si assicurino i principi del giusto processo e l’uniformità del comportamento degli uffici di primo grado. Il legislatore ha dato la funzione di assicurare, quanto meno nel distretto, nel nostro caso Catania, Siracusa e Ragusa, che la tipologia delle indagini, le cose a cui interessarsi, debbano essere coordinate dal Procuratore generale, che diventa una regia con carattere di coordinamento con le Procure della Repubblica”.
Può farci un esempio?
“Per esempio, il problema dell’edilizia abusiva è stato affrontato in maniera difforme in base al territorio. E, soprattutto, fino ad ora, si è difficilmente proceduto alla demolizione. La Procura generale della Cassazione ha acceso i fari su questa problematica relativamente a tutta Italia. Di fronte alla sentenza e alla conseguente disposizione della demolizione dell’immobile si era innescata una corrispondenza tra Procura e amministrazione comunale, per cui si perdeva tempo. Il messaggio che vorrei lanciare è questo: non è più cosi. Nel nostro distretto le demolizioni si stanno facendo e si faranno. Abbiamo iniziato con le zone protette, Oasi del Simeto e Parco dell’Etna. E continueranno. Abbiamo inoltre richiesto e ottenuto che i Comuni procedessero come previsto dalla legge all’acquisizione dell’immobile e dell’area su cui insiste. La Procura generale sta vigilando, insieme alle Procure della Repubblica, sull’esatto adempimento di questo aspetto”.
Quali altri compiti ha la Procura generale?
“Il coordinamento tra le varie Procure e tra queste e i vari uffici minorili. Questo è un aspetto molto importante per la tutela dei minorenni, in maniera che vengano sentiti una volta sola. Ad esempio, di fronte a situazioni delicate, si possono creare dei problemi tra la Procura della Repubblica che ha interesse ad accertare il reato e gli uffici minorili che hanno interesse ad allontanare il minore per evitare, ad esempio, che subisca nuove violenze. Stiamo potenziando il coordinamento tra questi uffici. Inoltre, un aspetto che la gente non sempre conosce, è che la Procura generale può avocare a sé i processi. Se va troppo per le lunghe, oltre i limiti previsti dalla legge, il che si verifica molto spesso, chi ha interesse può chiedere alla Procura generale di avocare le indagini”.
 

 
Magistrati? Bisognerebbe raddoppiarli

CATANIA – Procuratore Scalia, quali sono i problemi principali degli uffici?
“Beh, non posso non iniziare dal fatto che mancano, allo stato, quattro magistrati su dodici, quasi il 50% dei magistrati e questo comporta difficoltà addirittura nell’assicurare la presenza alle udienze della Corte d’Appello, il che non rallenta la macchina. Ma la presenza del Pubblico ministero in Corte d’appello è meno efficace perché non c’è il tempo di studiare i fascicoli. Stiamo lavorando con la collaborazione delle Procure della Repubblica nel senso che, ogni tanto, qualche magistrato della Procura viene applicato al nostro ufficio. Questo, comporta a cascata difficoltà per gli uffici di Ragusa, Siracusa e Catania che, a loro volta hanno una scopertura di circa il 30%”.
Qual è la situazione del personale amministrativo?
“C’è scopertura anche in questo caso, di circa il 40%. Anche questo comporta rallentamenti. Adesso sono in corso molti trasferimenti dei sostituti procuratori: molti vanno da Sud a Nord, mentre i rimpiazzi saranno uditori giudiziari giovanissimi. Insomma, vanno via magistrati di esperienza e arrivano magistrati alle prime armi, che sono sicuramente validi”.
Cittadella giudiziaria all’Ascoli Tomaselli: qual è la sua opinione?
“Il vero problema è che il Ministero ha già dato, con l’acquisto del Palazzo delle Poste, quindi ben difficilmente potrà spendere altre somme. Occorrerà, dunque, trovare le risorse per rimettere a posto l’ex ospedale. Ci sarebbe un contributo economico da parte dell’Ue, ma non basta. Allo stato, diciamo che siamo in posizione di stallo ma è chiaro che servono degli uffici, soprattutto dopo la chiusura delle sedi distaccate. Ora il Palazzo di Giustizia scoppia e si deve trovare una soluzione che, qualunque sia, comporterà del tempo. Ma ci sono anche altre ipotesi in ballo, per cui bisognerà capire quale decisione verrà presa. Sicuramente ci auguriamo che la soluzione venga trovata in fretta.

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