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Messina – Il grido di allarme delle periferie che al Comune nessuno ascolta

Lina Bruno

Messina – Il grido di allarme delle periferie che al Comune nessuno ascolta

venerdì 28 Novembre 2014

Degrado, ruderi da eliminare, riqualificazione, integrazione interculturale: i casi più eclatanti. Una Circoscrizione che ha fatto 60 deliberazioni senza ottenere alcuna risposta

MESSINA – La vivibilità di una città si misura anche dallo stato delle sue periferie e a Messina  il degrado di alcune zone è ormai a ridosso di un centro che si dilata. Ma se da una parte le riqualificazioni tardano a venire e anche gli interventi ordinari vengono strozzati dalla burocrazia, dall’altra anche nei quartieri più problematici c’è una voglia di riscatto e di protagonismo che va oltre il prevedibile.
Così territori difficili come Camaro e Villa Lina hanno guadagnato un posto nelle pagine dei giornali non per fatti di cronaca nera ma per storie positive di integrazione. A Camaro i residenti si sono battuti perché il centro per Msna, Casa di Mosè, non chiudesse e a Giostra-Villa Lina è sorto uno Sprar che ospita da alcuni mesi famiglie di immigrati. Ma questi sprazzi di luce non fanno altro che rendere più evidente il degrado con cui si convive in molte periferie.
“Abbiamo prodotto in questo anno e mezzo, come terza Circoscrizione, circa 60 deliberazioni, – dice Mario Barresi, consigliere e presidente della commissione Ambiente – ma senza alcuna risposta da parte dell’Amministrazione e nei dipartimenti è un continuo rimbalzo di competenze e con tempi che si dilatano inspiegabilmente, tanto che ad esempio per cambiare una lampadina fulminata possono passare anche 20 giorni”. Tra le proposte avanzate Barresi parla di un sistema di sorveglianza che possa servire da deterrente alla formazione di discariche abusive nelle zone del quartiere, come Cumia e Bordonaro, dove sembra sia ormai una prassi scaricare materiale di ogni tipo.
Altra richiesta riguarda l’eliminazione dei ponti ferroviari in ferro ormai in disuso e  rischiose per la pubblica incolumità in caso di emergenza. Continue sollecitazioni sono state fatte anche per la bonifica della scuola primaria Nicholas Green, chiusa dopo qualche anno dall’inaugurazione non per mancanza di alunni ma per problemi strutturali e lasciata in balia dei vandali. Esempi di degrado e abbandono anche nella quinta circoscrizione, come la piazza Pajno nel rione Santa Chiara. Qui, oltre all’incuria generale, ci sono delle palme che andrebbero abbattute e invece sono diventate bersaglio dei soliti vandali che si sono divertiti ad incendiarne qualcuna.
“Si tratta di una zona a rischio criminalità – dice il consigliere Giuseppe Cannistraci – dove sarebbe importante sentire la presenza attiva di chi amministra la città e invece con loro è difficile persino comunicare”. Nella quarta circoscrizione le palme ormai morte sono state abbattute ma l’incomunicabilità con i dipartimenti logora allo stesso modo.
Il Tirone resta il nodo centrale da sciogliere, ma se per il momento è troppo complicato parlare di riqualificazione, almeno si dovrebbe iniziare a bonificare. Il tavolo tecnico con l’assessore Daniele Ialacqua, ricorda il presidente Francesco Palano Quero, aveva stabilito degli step che finora non sono stati rispettati. Da sei mesi si attendono gli accertamenti dei vigili urbani che devono relazionare sulla situazione di alcune strutture fatiscenti, tra questi il rudere del terzo Ordine Francescano occupato da abusivi, evidenziando la presenza eventualmente di minori.
Sulla base delle verifiche si dovrebbero predisporre le ordinanze per le demolizioni e per altri interventi di rilevanza ambientale e sanitaria. Ma il rimbalzo tra i dipartimenti degli Assessorati coinvolti sembra avere bloccato un procedimento che doveva essere lineare. Potrebbe essere risolutiva l’istituzione di un Osservatorio permanente sulle periferie urbane proposto da alcuni consiglieri comunali del gruppo dei Democratici riformisti?  “Le sei circoscrizioni rivestono già la funzione di Osservatorio che raccoglie le esigenze del territorio, – dicono Barresi e Cannistraci – piuttosto si attui un  decentramento che dia più forza ai quartieri”.

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