Il patto del Nazareno una solenne boiata - QdS

Il patto del Nazareno una solenne boiata

Carlo Alberto Tregua

Il patto del Nazareno una solenne boiata

venerdì 05 Dicembre 2014

La Terza Via per il Risorgimento

La sede del Partito democratico si trova nei pressi di via del Nazareno, a Roma. Qui, Silvio Berlusconi (più anziano) e Matteo Renzi (giovanissimo segretario) si sono incontrati per stabilire l’accordo sulla riforma della Costituzione (trasformazione del Senato e riforma del Titolo V per riportare molte attribuzioni in atto dalle Regioni allo Stato) e della legge elettorale.
Quest’ultima è stata approvata in prima lettura dalla Camera il 12 marzo. Tale riforma ha assunto il nomignolo di Italicum. Anche la riforma della legge costituzionale è stata approvata in prima lettura dal Senato l’8 agosto.
L’accordo, nonostante troppi gufi, ancora resiste e riteniamo che, nonostante la débâcle elettorale di Forza Italia, in Emilia e Calabria, arriverà alla conclusione prevista.
Le due riforme sono urgenti e indispensabili per cambiare le regole che hanno tenuto inchiodata l’Italia negli ultimi 30 anni, nonostante si siano alternate al governo alleanze di cento-destra e centro-sinistra. Il difetto si è manifestato per tanti parrucconi abituati al comportamento doroteo-democristiano, fatto di vuote parole e poche decisioni.  

I Nazareni (Da Nazir, il separato) riconoscevano in Gesù un modello di purezza e di rigore morale che li teneva separati e non contaminati dalla corruzione della società. Il loro nome corrisponde all’epiteto dato a Gesù stesso, il Nazareno, che non deriva da Nazaret, inesistente a quei tempi, ma denuncia invece anche da parte di Gesù, l’osservanza di un simile voto.
L’accostamento fra l’anziano e il giovane politico dei nostri giorni e quello del Figlio del Padre eterno è irriverente. Si ricorda sol perché il soprannome della dirigenza del Pd ha questo nome. Ben lontani sono i politici dei nostri giorni dal modello di purezza e di rigore morale citati, contaminati dalla estesa corruzione che è dilagata nella pubblica amministrazione e che è una delle cause della penosissima crisi che stiamo attraversando.
Attorno al Patto del Nazareno vi sono stati fiumi di parole e di dichiarazioni. Da alcuni si è sostenuto che esso è un semplice accordo tra persone che si sono strette la mano, da altri, invece, si è insinuato che esista addirittura un protocollo firmato che però è restato nei cassetti e continua ad essere misterioso.
 

Non so se qualcuno di voi ascolti la spassosissima trasmissione di Fiorello a Radio Uno: la mattina, alle 8:40, vi è un dialogo fra lo stesso artista augustano ed un altro, che imitano Berlusconi e Renzi. Il dialogo è incentrato sulla supposta familiarità tra i due, il primo come padre e il secondo come figlio. Nell’ironia dei divertenti dialoghi vi è una profonda verità e cioè che molte delle idee e delle riforme di Berlusconi sono state fatte proprie da Renzi, non per simpatia o emulazione, ma perché quest’ultimo ha capito profondamente che il passato è passato e bisogna guardare avanti.
Berlusconi però ha colpe pesanti nell’aver predicato bene e razzolato male. Nel corso di tutti i suoi governi non è stato capace di tagliare la spesa pubblica e ridurre le tasse. Che non l’abbia fatto neanche Prodi non è una giustificazione. Prodi era prigioniero di Fausto Bertinotti, che essendo un comunista di vecchio stampo non poteva che sostenere l’estensione dello statalismo e quindi l’aumento della spesa pubblica.  

Quando Matteo Renzi ha iniziato ad emergere e a farsi notare per la sua intelligenza noi lo abbiamo scoperto: era il 2010. Nel 2012 è cominciata la sua ascesa, paradossalmente partendo dalla sconfitta contro Bersani: 60 a 40. Noi lo abbiamo votato quando era perdente alle primarie, confermando che non avremmo mai votato quel Pd. Se realizzerà le cose che ha annunciato appena eletto presidente del Consiglio, noi lo voteremo. E forse lo voterebbe anche Berlusconi.
Renzi ha scelto la Terza Via (né la destra né la sinistra), quella di Tony Blair, di Bill Clinton, e oggi di Manuel Valls. Ovviamente contro di essa si sono alzati gli strali di Camusso, Landini, Vendola, Fassina, Cuperlo, Civati e tanti altri sinistri di matrice comunista.
Il primo obiettivo del sindaco d’Italia, dei presidenti di Regione e di tutti gli 8.057 sindaci, dovrebbe essere quello di creare opportunità di lavoro e aumento del Pil, anche semplificando leggi e procedure, lottando corruzione ed evasione fiscale e previdenziale.
Se tutto ciò si avvererà, il Patto del Nazareno sarà servito. Diversamente resterà una solenne boiata.

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