Messina - Recuperare l’evasione dei tributi tra i principali obiettivi di bilancio - QdS

Messina – Recuperare l’evasione dei tributi tra i principali obiettivi di bilancio

Francesco Torre

Messina – Recuperare l’evasione dei tributi tra i principali obiettivi di bilancio

martedì 16 Dicembre 2014

Ripristinare coerenza nella gestione economica del Comune attraverso criteri di semplificazione. Si attende ancora l’approvazione del Preventivo mentre si guarda al prossimo anno

Messina – In attesa dell’approvazione del bilancio previsionale 2014, per il quale da Palermo è anche arrivato il commissario ad acta Carlo Domenico Turricciano, la Giunta Accorinti ha presentato alla città la relazione programmatica 2014-2016, ovvero un piano di lavoro triennale (anche se ormai valido solo per 2 anni) che possa ripristinare coerenza nella gestione economica di Palazzo Zanca e garantire nel tempo servizi essenziali e investimenti. Come? Lavorando sul concetto di “bilancio a base zero”.
 
Ovvero niente più astrusi calcoli con i residui in entrata e uscita delle precedenti annualità, ma solo valori immediatamente calcolabili riguardanti l’anno in corso. Ecco come lo spiega la Giunta: “Ad una accurata e prudenziale stima delle entrate verranno sottratte le uscite necessarie per legge (stipendi, mutui, fitti, piano di riequilibrio, fondo svalutazione crediti, fondo di riserva, altre voci vincolate per uscite obbligatorie) e le risorse a destinazione vincolata, per le quali verranno definiti i corrispondenti progetti di spesa assegnati come obiettivi ai dirigenti competenti.
 
La differenza tra totale delle entrate da un lato e uscite obbligatorie e risorse vincolate da un altro – è scritto poi nella relazione – costituirà il bilancio libero da assegnare ai dirigenti in base a specifici progetti definiti e valutati con la componente di indirizzo politico ed articolati per programmi di spesa e cronoprogrammi operativi che costituiranno di fatto i Peg assegnati per l’anno ai dirigenti, nonché gli obiettivi su cui strutturare il sistema di valutazione degli stessi”.
La teoria è talmente semplice da ricordarci i problemi di terza elementare: Gino ha 10 euro e deve comprare 5 mele; ogni mela costa 1 euro; quante caramelle potrà comprare Gino con la restante somma, considerando che ogni caramella costa 10 centesimi? Peccato, però, che il Comune di Messina, a differenza di Gino, è soggetto a tanti imprevisti (come per esempio nel 2013 e nel 2014 il fatto di aver dovuto portare i rifiuti a Motta Sant’Anastasia piuttosto che a Mazzarrà, o i 14 mln che il Ministero rivuole indietro dopo il prestito degli anni scorsi), e dato che il piano non prevede l’accensione di prestiti né l’utilizzo di riserve, perché l’equazione non crolli l’equilibrio dovrà essere dato dalla tassazione, che a questo punto si prevederà fortemente in aumento.
D’altra parte, ciò è esplicitato nello stesso piano, laddove la Giunta presenta due pilastri come base di questo piano economico: il contrasto all’evasione fiscale e l’incremento di entrate e riscossioni.
La domanda sorge spontanea: era necessario votare professori universitari per fare emergere piani economici talmente elementari? E ancora: possibile che nessun componente della Giunta abbia un’idea di sviluppo per la città che non imponga forzatamente l’aumento delle tasse sui cittadini, cosa a cui non corrisponderà aumento dei servizi? Detto questo, prendiamo atto che tale piano dovrebbe entrare in vigore nel 2015 con il previsionale, ma se verrà mantenuto il trend di questi anni questo arriverà in Consiglio non prima della metà del prossimo dicembre. Per cui: parole al vento?

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