Fattorie sociali, occasioni di rilancio e sviluppo economico - QdS

Fattorie sociali, occasioni di rilancio e sviluppo economico

Chiara Borzi

Fattorie sociali, occasioni di rilancio e sviluppo economico

martedì 16 Dicembre 2014

Recentemente questa “esperienza” è stata inserita tra le attività utili al calcolo del Pil italiano. In Sicilia 53 strutture nate dall’incontro dell’agricoltura con il terzo settore

LINGUAGLOSSA (Ct) – L’agricoltura sociale si prepara in Sicilia a diventare un prospetto importante per l’economia proveniente dal comparto. Non a caso le fattorie sociali (uno dei pochi esempi siciliani di buona prassi tra le attività di agricoltura sociale) sono state recentemente inserite tra le attività utili al calcolo del Pil italiano, dimostrando così di essere sistema in grado di rispondere ad un duplice bisogno: quello di produzione economica di mercato e di programmazione di un’attività economica rivolta alle fasce deboli della cittadinanza.
A Linguaglossa (Catania) si è recentemente svolta una giornata informativa dedicata proprio all’agricoltura sociale, organizzata dal Soat Distretto Etna del Dipartimento Regionale dell’Agricoltura.
“Dal nuovo Psr non abbiamo ancora i dettagli – ha dichiarato Giuseppe Leotta del Soat Distretto dell’Etna – ma la novità sostanziale che interesserà il settore nei prossimi anni è la possibilità di svolgere attività accedendo a più tipologie fondi grazie al coordinamento del Gal (gruppi azioni locale)”. “L’agricoltura sociale – ha affermato Leotta – potrà utilizzare diversi fondi e sarà importantissima, ad esempio, la possibilità di accedere al Fondo Sociale Europeo per la formazione, particolarmente utile per quelle attività che hanno il compito di sostenere le fasce deboli”.
Salvatore Cacciola, presidente della Rete delle Fattorie Sociali, ha partecipato alla giornata di Linguaglossa evidenziando come, proprio nel settore dell’agricoltura sociale, le fattorie sociali siano una realtà concreta e in buona salute. “In Sicilia sono presenti 53 strutture – ha affermato al QdS Cacciola – parliamo di aziende medio-piccole, gestite a conduzione famigliare. Non sono organizzate cooperative, non sono aziende gestite da associazioni di categoria che guardano all’agricoltura, bensì si tratta di agricoltori che si incontrano con la realtà del terzo settore”. “Oggi siamo in una fase di svolta – ha dichiarato il responsabile della rete – perché si aspetta che vada in discussione all’Ars una legge quadro nazionale già approvata alla Camera e pronta ad arrivare in Senato”.
Una svolta sarebbe effettivamente importante perché, è notizia che, le fattorie sociali abbiamo un tasso di mortalità aziendale inferiore del 20% rispetto le altre imprese. In Sicilia – secondo quanto dichiarato dal responsabile della Rete Fattorie Sociali – muoiono in media solo il 5% delle imprese esistenti”.
Radicamento e la capacità maggiore di stare sul mercato rispetto gli altri commerci è il motivo per cui questo tipo di attività non chiude.
La multifunzionalità fa sì, inoltre, che l’azienda possa votarsi a varie attività, di tipo culturale, ricreativo, turistico, e da questo produca un reddito che si integra ad un reddito agricolo al momento scarso. Il presidente Cacciola ha precisato che il prodotto delle aziende non è generato da un’attività di beneficenza, ma dal lavoro svolto delle persone ospitate all’interno delle aziende.
 


La nuova figura dell’imprenditore agricolo
 
CATANIA – La figura dell’imprenditore agricolo dovrebbe essere ormai completamente slegata dalla vecchia concezione di lavoratore che produce profitto solo dalla semplice attività di coltivazione o allevamento nei terreni. Un’evoluzione doveva essere possibile a seguito dell’approvazione della legge n° 228 del 2001, che ha rivoluzionato il mondo dell’agricoltura aprendole nuovi scenari di produzione. In Sicilia, tuttavia, non sembrano essere stati recepiti molti cambiamenti. Come ricordato da Vincenzo Moscuzza, gestore di un agriturismo siracusano punto di riferimento dell’attività di animazione rurale: “Con questo decreto sono state rese possibili tutte quel tipo di attività connesse alla fornitura di beni e servizi per la collettività. Sarebbe dovuta nascere una figura d’imprenditore agricolo moderno, la multifunzionalità aziendale sarebbe stata alla base di tutto. Nella realtà – ha affermato il gestore – la multifunzionalità e la diversificazione aziendale si realizza solo negli agriturismo, rimanendo incompiuti in altri ambiti”. E’ accaduto, ad esempio, con le attività dedicate al benessere della persona. “L’agricoltore potrebbe creare delle palestre, proponendo di fare attività fisica sportiva in campagna – ha affermato Moscuzza – lo stesso potrebbe accadere con gli asili o gli asili nel bosco. In Sicilia stanno nascendo delle esperienze, ma c’è ancora moltissimo da fare”.

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