In Sicilia solo 28 mila imprese in più di quelle registrate a Roma - QdS

In Sicilia solo 28 mila imprese in più di quelle registrate a Roma

Serena Giovanna Grasso

In Sicilia solo 28 mila imprese in più di quelle registrate a Roma

venerdì 16 Gennaio 2015

Nella classifica della Camera di Commercio di Milano nella top 20 troviamo Catania e Palermo, va male Enna. Il Capoluogo siciliano prima provincia in tutta Italia per aziende impegnate nel commercio al dettaglio (27%)

PALERMO – Uno degli indicatori fondamentali per descrivere l’economia di un dato territorio è senz’altro costituito dal grado di imprenditorialità. In dato contesto, è possibile rilevare in Sicilia una situazione alquanto variegata. Infatti, quasi agli antipodi della classifica elaborata dalla Camera di Commercio di Milano e relativa ai tre trimestri dell’anno da poco concluso troviamo le province di Catania e di Enna, rispettivamente al quattordicesimo e novantottesimo posto.
Succede immediatamente al capoluogo etneo la città di Palermo, che si colloca al quindicesimo posto in classifica nazionale. Dunque, ottimo trend perseguito dalle province di Catania e Palermo che si affermano all’interno della top 20 con un numero complessivo pari circa a 160 mila imprese (rispettivamente 80.132 e 77.209). Il settore all’interno del quale questi due capoluoghi fanno sentire con maggiore forza la propria voce è quello del commercio al dettaglio: addirittura Palermo rappresenta la prima provincia a livello nazionale per presenza di imprese esercitanti nel suddetto ambito (27%), immediatamente seguita da Napoli (26,8%); Catania si stacca leggermente da tale eccellenza poiché è circa un’impresa su cinque ad operare nel commercio al dettaglio (20,9%).
Ad ogni modo i nostri risultati appaiono abbastanza modesti se comparati con quelli ottenuti dal Capoluogo lombardo o dalla Capitale: proprio Roma conta 342.554 imprese, prima provincia per numerosità; segue Milano con 228.088 imprese. Risultati davvero invidiabili, specie se consideriamo che tutte le nove province siciliane ospitano 370.879 imprese, appena 28.325 unità imprenditoriali in più rispetto a quelle presenti nella sola Capitale. Come se questo non fosse già abbastanza sufficiente, la Camera di Commercio di Milano ha rilevato come il 20% delle imprese nazionali si concentri unicamente in quattro città, per la precisione Roma, Milano, Napoli (226.279 unità imprenditoriali) e Torino (199.156).
Ritornando alla questione siciliana, come avevamo preannunciato, il quadro risulta essere alquanto variegato. All’interno della prima metà della classifica ritroviamo pure Messina e Trapani, rispettivamente al trentatreesimo e quarantaquattresimo posto. In questi ultimi due casi, il numero di unità imprenditoriali si dimezza di netto: si parla infatti di appena 46.094 imprese a Messina e 39.255 a Trapani. Nella seconda metà della classifica troviamo Agrigento (cinquantacinquesimo posto), Ragusa (sessantatreesimo), Siracusa (sessantacinquesimo), Caltanissetta (ottantacinquesimo) ed infine Enna quasi a chiusura con il novantottesimo posto.
Queste ultime province manifestano una maggiore inclinazione ad esercitare nel settore agricolo: in particolar modo, Enna presenta un’incidenza di imprese agricole tanto marcata da consentirle di schizzare ben al quarto posto a livello nazionale (36,5%); non son da meno neppure Trapani (33%), Agrigento (30,9%) e Ragusa (29,8%).
Quel che però lascia una cocente delusione è rappresentato dall’incidenza di imprese rispetto al numero di abitanti. La fonte di cui ci serviremo stavolta è la classifica sulla “Qualità della vita”, elaborata dal Sole 24 ore e pubblicata lo scorso primo dicembre 2014. In questo caso solo Ragusa e Trapani si trovano ai primi posti della classifica con indici superiori rispetto alla media nazionale di 10,27, in ordine 11,12 e 10,64. Quindi appare decisamente alta la voglia di mettersi in gioco, al contrario di quello che accade a Palermo e Catania che se da una parte abbiamo visto avere un elevato numero di imprese in termini assoluti tale da farle concorrere per la top 20, d’altra parte dobbiamo pure ammettere che questo dato è risicato perché rispetto al numero di abitanti attivi le unità imprenditoriali potrebbero essere nettamente superiori. Infatti, per queste due province l’indice è pari rispettivamente a 7,68 e 8,95. Al fine di permettere al lettore una fruizione più agevole dei dati menzionati, pubblichiamo a corredo dell’articolo una chiara tabella esemplificativa.

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