L'edilizia? Si "salva" con le discariche - QdS

L’edilizia? Si “salva” con le discariche

Rosario Battiato

L’edilizia? Si “salva” con le discariche

sabato 31 Gennaio 2015

Osservatorio Ance: nel 2014 ancora una contrazione dei bandi pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale l’anno precedente. Quattro gare hanno riguardato nuove vasche di raccolta Rsu con i fondi della gestione commissariale

PALERMO – Opere pubbliche ancora congelate in Sicilia. Non migliora, infatti, il bilancio del 2014, confermato dalla parabola discendente dei bandi pubblicati sulla Gazzetta ufficiale, che hanno ricevuto una contrazione del 3,58% rispetto all’anno precedente. Lo comunica l’osservatorio di Ance Sicilia, l’associazione dei costruttori isolana, che ha denunciato, rispetto al 2007 una contrazione di quasi un miliardo di euro (-71,93%).
Il livello della crisi del settore tradizionalmente più ricco per l’edilizia isolana, cioè la porzione che riguarda gli appalti pubblici, è facilmente individuabile in cinque gare che hanno parzialmente tenuto in piedi il sistema nel 2014. Si tratta di 62,8 milioni di euro che, in quattro casi su cinque, sono stati destinati alla realizzazione delle nuove discariche con fondi nazionali della gestione commissariale dell’emergenza rifiuti in Sicilia. In altri termini, l’unica àncora di salvataggio per il sistema edilizio nell’Isola è arrivata proprio da strutture che nel resto d’Europa sono in disuso o in fase di definitiva dismissione.
Un modo per ribadire quanto sia lacerante la crisi che investe il sistema delle opere pubbliche isolane che in Sicilia è inoltre stritolato da tempistiche lunghissime: l’Uver (Unità di verifica degli investimenti pubblici del dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica) ha stimato 6,9 anni distribuiti tra progettazione (5,1 anni), affidamento (0,8) e lavori (1) contro una media nazionale di 4,5 anni e i 3,8 della migliore realtà (Emilia Romagna). In mezzo a tante incompiute da realizzare – in Sicilia ci sono 67 strutture non ultimate per un’esigenza di cassa di 98 milioni di euro, secondo l’ultimo aggiornamento dell’anagrafe delle incompiute espresso dal viceministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini – l’unica “speranza” è nelle discariche, una contraddizione che racconta la fine delle prospettive di sviluppo per l’Isola.
Un destino segnato perché dalla Regione continuano ad arrivare segnali di poca vitalità, anche quando le iniziative restano a costo zero. Lo ha ricordato Salvo Ferlito, presidente di Ance Sicilia, che ha sollecitato l’impegno del Governo e del Parlamento regionali per “l’immediata approvazione della riforma della legge sugli appalti, a costo zero per il bilancio della Regione, che recepisca i correttivi contro i ribassi anomali che sono stati individuati e condivisi dalla Consulta regionale delle costruzioni di cui fanno parte, oltre a tutte le associazioni di categoria e ai sindacati, anche gli ordini professionali e le associazioni di tecnici e professionisti”.
 
Del resto, ha spiegato Ferlito, “le poche gare bandite vengono aggiudicate con ribassi che ormai si attestano al 36-37%; va ancora peggio nelle gare di progettazione. In sintesi, l’attuale sistema normativo crea una corsa al ribasso d’asta verso un’unica direzione, statisticamente prevedibile”.
A fare un quadro più roseo della situazione è stato l’assessore alle Infrastrutture dell’Isola, Giovanni Pizzo, che ne ha discusso martedì scorso con i segretari generali di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil. Secondo Pizzo nel 2014 sono state appaltate gare per oltre 214 milioni di euro e sarebbero in avvio numerosi cantieri. Poca roba se consideriamo che nell’ultimo anno ci sono stati 80mila disoccupati nel settore con un saldo negativo che continua a crescere.

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