Audizione dei sindaci su ddl liberi consorzi - QdS

Audizione dei sindaci su ddl liberi consorzi

Raffaella Pessina

Audizione dei sindaci su ddl liberi consorzi

giovedì 12 Febbraio 2015

Cracolici, presidente prima Commissione Ars: “Entro la settimana lavori conclusi”. Oggi audizione di Orlando come presidente Anci Sicilia e sindaco di Palermo

PALERMO – Potrebbe essere in dirittura d’arrivo una delle più importanti riforme della regione siciliana. La prima commissione legislativa all’Ars ha cominciato ieri l’esame del disegno di legge sulla riforma delle province. Sono stati ascoltati i rettori delle università siciliane nonchè alcuni docenti. Prevista per oggi invece l’audizione di Leoluca Orlando nella sua doppia veste di presidente dell’Anci (Associazione comuni d’Italia) e di sindaco di Palermo. Assieme a lui sarà ascoltato il sindaco di Messina Renato Accorniti.
Venerdì è prevista l’audizione di altri sindaci nonchè dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Secondo il presidente della commissione Antonello Cracolici (Pd), i lavori si concluderanno questa settimana mentre la prossima verranno presi in esame gli emendamenti il cui termine di presentazione scadrà il prossimo 18 febbraio. Le dichiarazioni di Cracolici derivano dal fatto che la discussione si è svolta con un buon consenso di massima.
Resta ancora da discuterel’elezione degli amministratori (secondo grado elezione diretta) e la definizione delle funzioni. Nel corso della riunione è emerso che nel ddl sono stati ridefiniti gli aspetti essenziali del vecchio documento alla luce della legge 56 (Delrio). Come già riferito ieri è stato trovato l’accordo su sei liberi consorzi e tre aree metropolitane, che sostituiscono altrettanti liberi consorzi.
Le tre province di Palermo, Catania e Messina diventano aree metropolitane e conservano gli stessi confini al pari delle province regionali, abolite per legge. Verranno rispettate però le scelte fatte da comuni come Gela e Niscemi, che hanno scelto il trasferimento dal libero consorzio di Caltanissetta al libero consorzio di Catania, oggi area metropolitana. E’ prevista comunque la nascita di nuovi liberi consorzi, a condizione che abbiano almeno 180 mila abitanti, sia composta da comuni contigui, e non depauperi i liberi consorzi esistenti, che dovranno conservare il tetto di 150 mila abitanti.
Di fatto, i sei liberi consorzi non dovrebbero subire modifiche, mentre le aree metropolitane, che vantano una popolazione residente consistente, potrebbero consentire la nascita di liberi consorzi. La fase di transizione dovrebbe durare circa due anni, nel corso della quale i sindaci dei capoluoghi delle tre aree metropolitane assumeranno anche le funzioni di presidenti dei liberi consorzi. Successivamente, i presidenti saranno eletti. Sia che si scelga l’elezione diretta quanto quella di secondo grado con il sistema ponderale, la presidenza dell’area metropolitana resterà al sindaco del comune capoluogo.
I sindaci inoltre saranno di fatto dei sub-governatori con autonomia di gestione piuttosto ampia. Il sindaco-Presidente arriverebbe ad avere ì poteri gestionali più ampi del Presidente della Regione grazie alla delega di funzione ai liberi consorzi ed alle aree metropolitane.

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