Sicilia, più Pil previsione infondata - QdS

Sicilia, più Pil previsione infondata

Carlo Alberto Tregua

Sicilia, più Pil previsione infondata

martedì 17 Febbraio 2015

Rapporto Res a sostegno di Crocetta

Com’è nostra abitudine, ci leggiamo, pagina per pagina, i rapporti economici per capirne il fondamento.
Anche in questo caso ci siamo sciroppati 35 pagine del Rapporto Res, che scrive tanti dati e valutazioni interessanti, ma indica un dato assolutamente infondato: la crescita del Pil reale per il 2015 dell’1,5%, con la crescita per il 2014 pari a zero.
Nel rapporto vi è il capitolo relativo allo scenario di previsione per il 2015 con i seguenti dati negativi: debole ripresa della domanda, soprattutto nei consumi privati, battuta d’arresto per le esportazioni, crescita stimata e tendenziale che non riesce a recuperare i livelli produttivi e di reddito del passato. Le indagini Istat sulla povertà segnalano una Sicilia al primo posto tra le regioni italiane, con oltre 1,71 mln di famiglie che vivono in questa condizione (il 53,2% contro la media nazionale del 24,9%). I consumi pubblici mantengono una tendenza  flessiva. L’edilizia segna il passo.

Continuiamo l’elencazione: Una nota speciale, meno negativa (ma sempre negativa), merita l’agricoltura. Le statistiche sulle forze di lavoro e sugli occupati continuano a riflettere fortemente l’assenza di crescita. Per il 2015 le stime Res anticipano un ulteriore peggioramento della situazione occupazionale, che è stata del 23% contro il 13% della media nazionale.
Da queste premesse non si capisce come di botto il rapporto faccia una stima di crescita del Pil reale dell’1,5%. Dopo avere accertato, anche in questo caso non si capisce, che nel 2014 la crescita è stata pari a zero, mentre risulta che vi è stata una decrescita del 2,4%.
In nessun altra parte delle 35 pagine vi è alcun argomento che motivi la previsione ottimistica, dal che dobbiamo dedurre che essa è priva di fondamento. Anzi, ingenera nell’opinione pubblica una attesa positiva del tutto inesistente.
A tutti gli addetti è noto che un rapporto deve essere esaustivo, cioè deve contenere in sé le valutazioni argomentative delle previsioni. Sfidiamo chiunque a trovare nel Rapporto Res in questione un argomento che sostenga la previsione di crescita del Pil 2015  dell’1,5%.
 

Nel servizio pubblicato il 6 gennaio, è scritto con chiarezza che l’Ufficio statistico della Regione, basandosi anche su dati Istat e stime Prometeia, ha indicato un calo del Pil nel 2014 del 2,4%. Lo stesso ufficio prevede una contrazione media degli investimenti del 6,8% e un ulteriore aumento della disoccupazione.
Una delle cause del calo del Pil è stata la riduzione del reddito disponibile pari all’1,9% l’anno in termini reali ed un’ulteriore contrazione del credito erogato, peraltro indicato anche nel rapporto Res, nella misura di oltre il 2% per il 2014 e di un aumento delle sofferenze del 4%.
Appena sentito l’infondato aumento del Pil dell’1,5% per il 2015, il presidente della Regione ha cominciato a costruirci sopra una serie di considerazioni, altrettanto destituite di fondamento, spiegando come e perché la sua azione sia stata così proficua da indurre all’ottimismo.
Mentre l’opinione pubblica si accorge del continuo degrado socio-economico dell’azione di questo presidente della Regione, nei due anni trascorsi, seguiti ai disastrosi governi del detenuto Cuffaro e del condannato in primo grado Lombardo.

Fino a quando i medici non diranno la verità, la Sicilia non avrà alcuna speranza di ribaltare l’andamento negativo per imboccare la via della crescita e dell’occupazione.
Ci sembra di essere in Grecia, rovinata da una classe politica e burocratica, che per anni ha comunicato dati falsi all’Unione europea, persino nel momento in cui ha aderito all’unione monetaria. Quel comportamento scellerato ha ridotto il popolo greco in mutande, facendo arricchire lobbies, consorterie e privilegiati. Ed ora il popolo greco ne paga amaramente le conseguenze.
Ci opponiamo fieramente che al popolo siciliano capiti quello che è capitato al popolo greco. Il QdS ha sempre pubblicato, in 36 anni di vita, i dati reali e prospettate le soluzioni concrete per risolvere i problemi.
Fra esse l’inserimento dei valori di merito e responsabilità nel ceto politico e nelle pubbliche amministrazioni regionali e locali, con il taglio lineare di tutti i privilegiati.
Occhio alla verità. Tutta!

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