Catania - Sindaco, intervenga presto per incassare i 140 milioni di euro - QdS

Catania – Sindaco, intervenga presto per incassare i 140 milioni di euro

Catania – Sindaco, intervenga presto per incassare i 140 milioni di euro

giovedì 22 Ottobre 2009

• Dopo più di un anno, i 140 milioni di euro promessi da Berlusconi  e finanziati dal Cipe non sono arrivati nelle casse comunali • Creditori e dipendenti aspettano davanti al Palazzo • Il sindaco-senatore Raffaele Stancanelli è un uomo concreto: intervenga  con tutti i mezzi • Coinvolga la deputazione catanese • Presenti in Senato un’interrogazione per chiedere conto del finanziamento • Comunichi la reale situazione dei conti, i debiti e il piano di rientro

CATANIA – Una storia infinita, quella dei 140 mln €. Il Cipe li ha assegnati a Catania a settembre dello scorso anno, ma questi fondi non sono stati ancora accreditati nelle casse comunali. Delle luci e delle ombre intorno a questo stanziamento, da più parti definito come un “regalo” del premier Berlusconi al sindaco Stancanelli per salvare la città dal dissesto, il QdS ha dato ampio resoconto in più occasioni. Anche oggi a pag. 10 proponiamo aggiornamenti e risvolti giudiziari.
Quello che conta di più, in questo momento, è però il futuro di Catania. Il direttore generale del Comune, Maurizio Lanza, ha dichiarato che se i 140 mln € non dovessero arrivare entro la fine dell’anno, la gestione dell’ente sarebbe praticamente spacciata. Il ragioniere generale, Giorgio Santonocito, si astiene da ogni commento, mentre il primo cittadino continua a fornire generiche rassicurazioni: “I fondi arriveranno a novembre”, sostiene Raffaele Stancanelli. Ma annunci del genere si ripetono da un anno. Intanto, i creditori restano a bocca asciutta sotto i portoni di Palazzo degli Elefanti. Per loro, nessun piano di rientro che li metta al sicuro garantendogli un minimo di attenzione da parte delle banche. Servizi pubblici resi al minimo, tutte le società partecipate in ristrutturazione, gli stipendi dei dipendenti a rischio mese dopo mese. Una città che si muove all’insegna della totale incertezza.
In questo scenario, Stancanelli non è solo il sindaco, ma è anche un senatore della Repubblica, visto che dopo un anno dall’insediamento al Comune non ha rinunciato al prestigioso incarico romano. Ha quindi in mano diversi strumenti per sollecitare l’arrivo dei fondi Cipe.
Può, il senatore Stancanelli – uomo concreto e sensibile –  riunire tutta la deputazione catanese e fare opera di sensibilizzazione, attraverso un appello che prescinde dalle appartenenze politiche e punta dritto al reale risanamento della città.
Può presentare un’interrogazione al presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, al sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, nonché segretario del Cipe, Gianfranco Micciché, e chiedede dove siano finiti i fondi, ovvero perché non siano stati ancora canalizzati, dal ministero competente, sul conto corrente del Comune di Catania.
Non vogliamo tornare sulle illegittimità, presunte o fondate, di questo finanziamento. Immaginiamo semplicemente che sia il frutto di una mediazione politica e giuridica, insomma la soluzione formale ad una necessità sostanziale. Non vogliamo insistere sui termini ‘pasticcio’ o ‘compromesso’. Non ci interessa nemmeno schierarci a favore del dissesto, perché chi ha un minimo di lungimiranza ben comprende quanto male possa fare ad una città già tanto martoriata. Però…
Però, riteniamo che oggi ci sia tanto bisogno di chiarezza. La si faccia, dunque: se è possibile concretamente ottenere questi fondi, se l’iter è supportato dalla legge, allora il sindaco faccia di tutto per avere, nelle casse del Comune e in pochi giorni, i 140 mln € promessi e fin troppo attesi. Se questa strada, invece, non è percorribile, allora lo si dica, con altrettanta chiarezza. E se dissesto finanziario dev’essere, pazienza: lo si dichiari e si guardi finalmente avanti.

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