MESSINA – Lo scorso dicembre il ministero dell’Ambiente ha messo a disposizione delle Isole Eolie ben 8 milioni di euro da utilizzare in interventi contro il dissesto idrogeologico.
I progetti che il ministero intendeva finanziare sono cinque: lavori urgenti per il risanamento ambientale della baia di Levante, nell’isola di Vulcano; lavori urgenti di sistemazione del waterfront in località San Pietro, a Panarea; lavori urgenti di protezione dell’abitato e di sistemazione della costa in località Acquacalda, a Lipari; lavori urgenti di ricostruzione della spiaggia in zona Sopra Lena, a Stromboli; lavori urgenti di consolidamento del versante in località Acquacalda, a salvaguardia del centro abitato e della viabilità esistente.
Lavori urgenti, dunque. Talmente urgenti che, a distanza di quasi un anno, non ne è stato portato a termine nemmeno uno. L’unico intervento concreto è stato ricostruire un tornante crollato, ad Acquacalda, a causa dell’erosione del mare sulla costa sottostante, impedendo la viabilità e mettendo a rischio alcune abitazioni. Non è stato tuttavia consolidato un bel niente: il tornante crollato è ancora lì e continua a franare poco a poco. Sempre ad Acquacalda avevano preso il via i lavori di protezione dell’abitato, che sono stati interrotti dopo solo qualche mese, in seguito ad una serie di imprevisti tragicomici: i lavori non si possono effettuare via mare per via della presenza sul fondale di un’alga molto importante (più dei cittadini), quindi il materiale necessario per la costruzione della barriera deve essere trasportato via terra; ma i camion mettono a rischio le già precarie strade dell’isola e quindi un ordinanza ad hoc li obbliga a viaggiare a carico ridotto.
A questo punto la ditta mette i remi in barca e interrompe i lavori per antieconomicità. Risultato: gli unici soldi spesi sono stati gettati in mare, speriamo senza dar fastidio alle alghe.
Il punto è che questi lavori sono urgenti sul serio: le Isole subiscono la continua erosione delle spiagge e delle coste da parte del mare, che spesso mette a rischio gli abitanti di intere borgate. Ma se i soldi ci sono, dov’è che il meccanismo si inceppa? Nessun ostacolo, secondo l’Assessore agli Affari Generali del Comune di Lipari, Mimma Sparacino: “Sono in corso le gare d’appalto, l’iter è in dirittura d’arrivo”. La sensazione è che a volte la burocrazia sia un caldo rifugio per gli amministratori.
Polemiche-frana. Il sindaco Bruno: “L’arcipelago è in dissesto”
MESSINA – “Volevano i soldi per Giampilieri. Il governo li spese alle Eolie”: la polemica nasce sulla pagine de L’Unità, lo scorso 5 ottobre, con riferimento agli 8 milioni di euro stanziati lo scorso dicembre dal Ministero dell’Ambiente per la riqualificazione delle zone a rischio sul territorio eoliano. Il sindaco di Lipari, Mariano Bruno, si difende: “Si tratta solo di un pretesto per gettare discredito sulle Isole Eolie. L’arcipelago è in dissesto, quei soldi ci servivano”.
Il Ministro Prestigiacomo, che possiede una villa a Panarea, nella quale trascorre spesso le vacanze estive, smentisce, e ritiene che si tratti semplicemente di una polemica strumentale, di cui lei stessa sarebbe il bersaglio; nel contempo precisa che i fondi in questione non fanno parte dei finanziamenti da erogare in base alla legge sugli interventi urgenti per dissesto idrogeologico, ma sarebbero stati pescati da un’altra norma della Finanziaria 2007.