Sicily Food Project, dopo due anni il progetto vede la conclusione - QdS

Sicily Food Project, dopo due anni il progetto vede la conclusione

Francesco Sanfilippo

Sicily Food Project, dopo due anni il progetto vede la conclusione

sabato 21 Febbraio 2015

Tempo di bilanci per l’iniziativa dell’assessorato regionale delle Attività produttive in favore dell’agroalimentare. Circa 200 aziende in 15 fiere estere. Il dg Ferrara: “Possibilità di sbocchi commerciali”

PALERMO – Il progetto Sicily Food Project, organizzato dall’assessorato regionale alle Attività produttive, si avvia alla conclusione e da lunedì a giovedì prossimi si terrà a Caltanissetta una delle ultime tappe. Infatti, per l’occasione 30 aziende siciliane di prodotti agroalimentari saranno presentate a 35 acquirenti (buyers) internazionali, tra cui 10 operatori cinesi oltre agli europei, che hanno espresso le loro preferenze per i loro prodotti.
Il progetto Sicily Food Project è stato coordinato dall’assessorato regionale alle Attività produttive e è stato finanziato nell’ambito del Po-Fesr 2007-2013. Il progetto ha permesso a 200 aziende siciliane dal 2012 al 2014 la partecipazione a ben quindici fiere internazionali di settore. Le spese di allestimento degli spazi, di gestione e di trasporto sono state coperte dallo stesso assessorato. Hanno fatto eccezione, in questo caso, quelle del personale delle aziende che sono state soddisfatte dalle stesse imprese come quota di co-finanziamento. L’assessorato si è occupato di 6 settori (Agroalimentare, Biologico, Artigianato, Nautica, Moda e Design) e ha speso nel solo settore agroalimentare 100 mila euro, per 7 mila euro ad azienda (300 euro al metro quadro).
 
Inoltre, la Regione ha promosso un’analisi statistica relativa ai risultati ottenuti dalle aziende partecipanti alle manifestazioni fieristiche, dove sono state ricavate anche le caratteristiche delle aziende partecipanti.
 
La produzione delle imprese selezionate fa riferimento per il 90% ad una fascia medio alta o addirittura di nicchia di mercato. Si tratta, nel 52% dei casi, di aziende con un numero di dipendenti compreso fra quattro e undici e solo il 25% ha meno di 3 dipendenti e  l’1,1% più di 20. Quanto al fatturato, il 24% delle aziende coinvolte supera il milione di euro annui, mentre il 360% si attesta fra 250mila e un milione di euro. Dai risultati è emerso che appena il 2% esporta oltre il 75% della propria produzione, mentre ben il 34% non ha alcuna richiesta dai mercati internazionali.
Sul giudizio espresso dalle imprese sull’efficacia della loro partecipazione al progetto, il 58% si è pronunciata positivamente, mentre l’83% si è detto soddisfatto dei rapporti intercorsi con gli interlocutori incontrati. Infine, sul numero dei contatti significativi, il 65% delle aziende ha dichiarato di averne avuti fra 4 e 15, mentre solo  l’8% non ne ha avuto neppure uno. Un progetto simile al Sicily Food Project sarà ripresentato per la prossima programmazione europea 2014/2020. Nella nuova programmazione, si cercherà di implementare la rete delle imprese per sostenere meglio il mercato internazionale. Infatti, secondo il monitoraggio condotto dall’assessorato, molte aziende hanno lamentato strutture insufficienti per assicurare, da sole, le quantità di prodotti richieste dal mercato. Al contrario, le reti d’imprese hanno permesso una migliore produzione.
Il dirigente generale alle Attività produttive, Alessandro Ferrara, ha dichiarato: “L’incontro a Caltanissetta tra acquirenti e imprese siciliane darà slancio alle aree interne della Regione, secondo l’attività istituzionale condotta dal settore 10 dell’Assessorato che si occupa di internalizzazione delle imprese. Ciò offrirà un mercato più ampio alle nostre aziende, dando loro maggiori possibilità di sbocchi commerciali. Gli esempi sono tanti, tra cui l’olio di cui siamo il terzo produttore nazionale, e i prodotti biologici che occupano un quinto della produzione nazionale”.

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